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Dossier di Economia e consumi Largo consumo

L’economia del consumatore – settembre 2025

I consumi visti da famiglie, imprese e distribuzione

Consumi e imprese

Contestualmente alla debolezza osservata nel tono dei consumi, anche l’attività delle imprese stenta a mostrare segnali di ripartenza.

Dal lato dell’Industria, l’indice di produzione dei settori dei beni di consumo ha arrestato ormai da inizio 2024 la sua caduta, ed è entrato in una fase di stabilità. Nell’ultimo trimestre disponibile (maggio-luglio), difatti, la produzione ha mostrato un aumento dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, e dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2024. La stagnazione, del resto, non è stata diffusa a tutti i comparti. Si mantiene in crescita la produzione del settore alimentare, ed emergono dei primi segnali di ripresa per l’industria dei mobili, dei prodotti per la cura della casa, della pelletteria, ma ancora modesti se confronti con la flessione registrata negli ultimi anni. Si è assestata su livelli molti alti la produzione dell’industria farmaceutica e dei prodotti di informatica ed elettronica, mentre ulteriori contrazioni si registrano nel comparto delle bevande e dei beni di abbigliamento.

Complessivamente, nel secondo trimestre dell’anno l’export di beni di consumo ha mostrato un’espansione – in volume - del 2,4% rispetto al secondo trimestre del 2024, un risultato più positivo rispetto all’export complessivo di merci, che nello stesso periodo ha invece registrato una contrazione del 2,3%. D’altra parte, la crescita delle esportazioni resta concentrata in pochi settori, soprattutto quello alimentare (+2,8%) e farmaceutico (+19,2%). L’elevato livello della domanda estera per tali settori ha quindi sostenuto i livelli produttivi.

Sulle prospettive per l’export, d’altra parte, peseranno nei prossimi mesi i dazi americani e il rafforzamento dell’euro. Le survey alle imprese industriali, d’altro canto, non hanno per ora segnalato un peggioramento dei giudizi circa la consistenza del portafoglio ordini esteri, ma il saldo rimane su livelli molto bassi.

Negli ultimi mesi l’attività sembra aver rallentato anche per le imprese dei servizi. Nel secondo trimestre dell’anno, secondo i dati di contabilità nazionale diffusi dall’Istat, il valore aggiunto del comparto “commercio, trasporto, alloggio e ristorazione” è diminuito dello 0,1% rispetto al primo, registrando peraltro la terza contrazione consecutiva.

Secondo i dati Istat, gli arrivi turistici nel territorio nazionale non hanno mostrato andamenti negativi nel secondo trimestre (+1,1% rispetto allo scorso anno), ma l’andamento complessivo riflette una crescita degli arrivi dall’estero a fronte di una contrazione del turismo interno: i viaggiatori nazionali sono stati 154 mila in meno rispetto al secondo trimestre del 2024. Al contrario, secondo l’indagine sul turismo internazionale condotta dalla Banca d’Italia, sono aumentati molto i viaggiatori italiani all’estero, nel trimestre +919 mila rispetto allo scorso anno.

Gli ultimi dati, riferiti al mese di luglio, evidenziano una flessione degli arrivi turistici complessivi in Italia, 428 mila viaggiatori in meno rispetto a luglio 2024, anche in questo caso ascrivibile interamente al calo dei turisti italiani. Le indagini Istat hanno evidenziato in agosto un ulteriore peggioramento del mood delle imprese operanti nella filiera del turismo, confermando gli andamenti deludenti dell’attività nei mesi estivi.

Figura 3 - Clima di fiducia, imprese produttrici di beni di consumo

Figura 4 - Clima di fiducia, imprese della filiera del turismo

Economia del consumatore settembre 2025 - Clima di fiducia imprese
Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat, settembre 2025
Economia del consumatore settembre 2025 - Clima di fiducia imprese del turismo
Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat, settembre 2025

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