
Il cibo come strumento di innovazione, salute e sviluppo sostenibile, grazie anche al supporto della ricerca scientifica. Un esempio di applicazione di questo modello arriva dalla Romagna e consiste nel progetto di produzione di pane con grano da agricoltura biosimbiotica e lievitato con pasta madre, presentato di recente durante l'evento Cibo e territorio: filiere sostenibili, salute e conoscenza condivisa.
L'agricoltura biosimbiotica e i suoi vantaggi
L'agricoltura biosimbiotica si basa sul principio della conservazione della biodiversità microbica del suolo che viene nutrito attraverso un complesso microbiologico. Da un terreno sano e non impoverito deriva una maggiore salubrità delle piante che si presume venga trasferita anche alle produzioni agricole. Questa tecnica offre notevoli vantaggi ambientali, poiché richiede un minor utilizzo di agrofarmaci e contribuisce a una riduzione delle emissioni di CO2 e un minore impatto ambientale complessivo.
Collaborazione tra scienza e impresa
Il progetto è nato da un'idea di Raffaele Bassini, ceo di Il panificio di Camillo, azienda forlivese attiva nella panificazione su larga scala, ed è stato realizzato con la collaborazione del Tecnopolo di Forlì-Cesena, che ha messo in contatto l'azienda e il mondo della ricerca.
Da questo incontro è nato un percorso articolato, sostenuto da partner scientifici, istituzioni sanitarie e imprese locali, con un obiettivo comune: valutare i benefici del pane a lievitazione naturale, realizzato esclusivamente con pasta madre viva e grano coltivato secondo pratiche a impatto ambientale positivo, all’interno del primo distretto biosimbiotico certificato in Italia, situato nella Valle del Bidente.
Riscontro del mercato: i dati di GS1 Italy
Il pane surgelato e precotto biosimbiotico è già distribuito in alcune insegne della grande distribuzione all'interno di un sacchetto che spiega il valore aggiunto del prodotto, il quale si inserisce perfettamente all'interno dei principali trend di mercato. Lo confermano i dati dell'Osservatorio Immagino di GS1 Italy, illustrati da Carolina Gomez, senior project manager dell’associazione, che evidenziano negli anni una crescente attenzione per la sostenibilità e la salubrità degli alimenti e un conseguente incremento delle vendite di prodotti da filiere controllate, attente al benessere animale e sostenibili.
L’80% dei prodotti venduti nella GDO comunicano in etichetta la sostenibilità.
Il progetto, inoltre, risponde direttamente a quanto emerso dalla ricerca "Sostenibilità nelle categorie" di GS1 Italy, in collaborazione con la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. Questo studio, in cui è stato analizzato l’impatto ambientale di 29 categorie di prodotti del largo consumo, ha infatti rivelato che, per i prodotti da forno, l'hotspot più critico del ciclo di vita è la fase di produzione delle materie prime. Le pratiche di agricoltura biosimbiotica rappresentano una risposta efficace per ridurre l'impatto ambientale proprio nella fase più critica.
GS1 Italy misura l’impatto ambientale delle categorie di prodotto
Il progetto, presentato al Salone CSR e raccolto nel volume Sostenibilità nelle categorie, offre alle aziende del largo consumo dei benchmark di riferimento per valutare e migliorare la propria sostenibilità ambientale