\r\n\r\n

Dossier di Logistica Largo consumo

Mappatura ed evoluzione dei flussi logistici nella filiera del largo consumo

La logistica del largo consumo in Italia è in continua evoluzione e necessita di dati per affrontare le sfide che si presentano. ECR Italia ha realizzato uno studio approfondito per mappare i flussi logistici del largo consumo, frutto della collaborazione con Politecnico di Milano, LIUC Università Cattaneo e le principali aziende del settore.

Meno scorte e più automazione: l’efficienza in magazzino al centro

Parola d’ordine: efficienza. In un contesto instabile e complesso, come quello attuale, raggiungere l’efficienza logistica non vuol dire solo contenere i costi migliorando le prestazioni di servizio, ma anche ottimizzare l’utilizzo delle risorse a disposizione, aumentando la capacità di reagire agli imprevisti. La strategia adottata da molte aziende italiane del largo consumo è dunque centralizzare sempre di più i flussi di merce nei Centri Distributivi (Ce.Di.), come ben evidenziato nella pubblicazione “Mappatura ed evoluzione dei flussi logistici nella filiera del largo consumo”.

L’indagine - realizzata da GS1 Italy in ambito ECR Italia con il supporto del Politecnico di Milano e della LIUC Università Carlo Cattaneo – evidenzia anche gli impatti di questa scelta sui magazzini che, da semplici depositi della merce, diventano nodi cruciali delle reti distributivi e hub strategici ad alto tasso di tecnologia.

Primo passo: risolvere la complessità

Un dato utile a capire questa trasformazione è la volontà diffusa all’interno della filiera del largo consumo di semplificare i processi logistici, a cominciare dall’“order-to-delivery”. Lo conferma anche l’aumento della dimensione media degli ordini (“order size”), inteso come rapporto tra numero di colli consegnati e numero di ordini: +14% dal 2014 al 2023.

Figura 1 - Evoluzione dell’order size negli ultimi 10 anni

Evoluzione dell’order size negli ultimi 10 anni
Fonte: GS1 Italy “Mappatura ed evoluzione dei flussi logistici nella filiera del largo consumo” 2025

L’analisi fatta da ECR Italia con LIUC e Politecnico di Milano indica che le strategie di “decomplexity” dei produttori (PRO) si concentrano a monte sulla razionalizzazione interna della gestione. La grande distribuzione organizzata (GDO) agisce invece principalmente sulla semplificazione dei processi a valle per gestire la crescita dei flussi e la pressione sui costi.

Le azioni più diffusamente messe in campo dai PRO riguardano in particolare:

  • Assortimento: riduzione del numero di referenze medio gestito annualmente (-2%) e razionalizzazione dei formati di vendita, in particolare per i prodotti a minore rotazione (classe C e D) per semplificare la gestione degli ordini e limitare il rischio di obsolescenza.
  • Stock: arretramento delle scorte nei magazzini di fabbrica e nei depositi centrali (DC) per razionalizzare la distribuzione.
  • Unità di carico (UdC): standardizzazione per aumentare la saturazione volumetrica nel trasporto e ottimizzare lo stoccaggio (il report suggerisce però anche una diffusa tendenza della GDO a richiedere UdC personalizzate in termini di altezze e stratificazione in contrasto con il concetto di decomplexity messo in atto dai PRO).

Figura 2 – Numero referenze secco e fresco PRO

Numero referenze secco e fresco Produttore
Fonte: GS1 Italy “Mappatura ed evoluzione dei flussi logistici nella filiera del largo consumo” 2025

Gli interventi più spesso realizzati dalla GDO sono invece:

  • Centralizzazione dei flussi logistici verso i propri Ce.Di..
  • Livellamento temporale dei flussi logistici in ingresso ed estensione delle finestre di ricevimento della merce.
  • Investimenti tecnologici in aree chiave come picking e preparazione degli ordini.

Più efficienza e meno costi con l’automazione

La tecnologia è una soluzione strategica trasversale. Circa un terzo delle aziende PRO e GDO contattate ha affermato infatti di avere già adottato una qualche forma di automazione di magazzino.

In generale, i produttori puntano su soluzioni per lo stoccaggio e il prelievo automatici AS/RS (Automated Storage and Retrieval Systems), trasloelevatori e sistemi miniload e su veicoli a guida autonoma AGV (Automated Guided Vehicle) e AMR (Autonomous Mobile Robot). La GDO sta invece investendo soprattutto in sistemi di prelievo automatico (robot) e semi-automatico e soluzioni come sorter e navette per l’allestimento delle UdC multi-referenza.

Più efficienti con più scorte?

Un’altra evidenza è l’aumento del livello media della giacenza per PRO e GDO. L’incremento delle scorte, a prima vista in contrasto con gli obiettivi di decomplexity, è una risposta strategica adottata per prevenire eventuali rischi di rottura degli stock e mitigare gli effetti di una generale instabilità. I dati indicano che la copertura delle scorte di prodotto secco è di circa 52 giorni, in linea con i valori del 2018 (51) e abbastanza equilibrata tra PRO (28,4) e GDO (24). Va però sottolineato che, lato GDO, la copertura è influenzata per un buon 21% dallo stock promozionale (le cosiddette “scorte tattiche”).

Figura 3 - Stratificazione delle scorte presso i Ce.Di. – Scorte tattiche

Stratificazione delle scorte presso i Ce.Di. – Scorte tattiche
Fonte: GS1 Italy “Mappatura ed evoluzione dei flussi logistici nella filiera del largo consumo” 2025

Anche il valore medio di copertura delle scorte di fresco (16 giorni) non si discosta molto da quello registrato nel 2018 (15). Tuttavia, la giacenza a carico dei PRO è nettamente superiore rispetto a quella della GDO: 12,4 giorni contro 4. Questo dipende dalla differente shelf-life degli articoli freschi e freschissimi: si va dai 8-10 gg per prodotti come ad esempio la mozzarella ai 2-3 mesi per i formaggi stagionati. La difficoltà a seguire l’andamento della domanda del fresco della GDO e garantire copertura a valle, determina un valore di giacenza che a volte penalizza la shelf-life residua.

Previsioni sempre più difficili

L’aumento dei livelli medi di scorte è anche la diretta conseguenza di una maggiore difficoltà previsionale. La volatilità del mercato rende più complessa la pianificazione potendo utilizzare solo dati storici. Nonostante i numerosi progetti di decomplexity, la supply chain continua dunque a subire le influenze esterne. Le aziende “tamponano” l’incertezza aumentando il livello medio delle scorte e investendo in automazione. Il prossimo passo è l’adozione di strumenti analitici avanzati. Una più attiva collaborazione tra le varie parti sarà infine imprescindibile al fine di condividere informazioni, obiettivi e strategie.


Scopri maggiori informazioni e scarica il BlueBook, nella pagina dedicata alla “Mappatura ed evoluzione dei flussi logistici nella filiera del largo consumo” sul sito GS1 Italy.

Condividi