
Il passaggio da un’economia lineare a un’economia circolare è l’unico futuro possibile per la prosperità collettiva: lo dice la scienza e lo chiedono le (tante) nuove normative cui adeguarsi. Per riuscirci, però, sono indispensabili dati e identificazioni di prodotto attendibili e verificabili lungo tutta la catena del valore.
«Questo è quello che dobbiamo riuscire a fare insieme, guardando all’interoperabilità end-to-end dei processi, in linea con tutta la nuova legislazione sul tema che chiede innanzitutto trasparenza», ha sottolineato Jan Somers, presidente di GS1 in Europe, in apertura del GS1 InterACT 2025, l'appuntamento che lo scorso giugno ha riunito oltre 1.500 partecipanti, ad Amsterdam e online.
Questa seconda edizione dell'evento ha esplorato come le grandi imprese europee stiano affrontando le sfide della sostenibilità e della relativa conformità normativa su più fronti, avvalendosi anche del supporto degli standard GS1.
«Avere un unico linguaggio serve anche in tema di circolarità. Come GS1 abbiamo sperimentato che entrare in un’area così nuova può essere molto caotico: le aziende vogliono essere veloci, le prime e le uniche, ma dopo poco si scopre che la cosa funziona solo lavorando insieme lungo tutta la filiera, sviluppando appunto un solo linguaggio della circolarità. Questo è il nostro scopo e quello per cui lavoriamo», ha ribadito Mirjam Karmiggelt, ceo di GS1 Netherlands.
La testimonianza di Barilla Group
A confermare questo orientamento con best practice concrete sono stati anche colossi del largo consumo come Heineken, Nestlé e Barilla. La multinazionale di Parma, in particolare, pur avendo iniziato il proprio percorso di sostenibilità nel 2008, con il primo report volontario, nel 2024 ha inaugurato una nuova governance e strategia ESG (Environmental, Social and Governance, in italiano: ambientale, sociale e di governance, ndr) che ha fatto ordine sul fronte di dati e gestione interna, adottando un unico approccio coordinato e più pragmatico.
«Abbiamo un’ampia rete interna di persone – oltre 150 - che per ogni unità e processo sono esperte di sostenibilità. Il mio contributo è stato quello di connetterla in misura crescente al business, veicolando il concetto che questo significa essere più efficienti e fare gestione del rischio e della reputazione», ha spiegato Marco Beghini, global sustainability director di Barilla Group.
La prima azione basilare dell’azienda è stata una panoramica della (lunga) supply chain, dal campo alla tavola. Il secondo step è stato riportare tutti i diversi progetti di marca e corporate a un’unica singola storia, focalizzando l’intera company attorno ai quattro pilastri già parte dell’approccio economico: prodotti, persone, clima, catena del valore. Infine, è stato tutto riportato all’interno di un’unica strategia di sostenibilità condivisa fatti di piani e obiettivi chiari al 2030, come il raggiungimento di 250 mila tonnellate di materie prime provenienti da pratiche di agricoltura rigenerativa certificate, con diverse tappe intermedie ben definite.
Barilla ha anche effettuato il passaggio a nuovi standard, dai GRI (Global Reporting Initiative) agli ESRS (European Sustainability Reporting Standards), coinvolgendo tutti i suoi ESG leader in questo nuovo modo di agire e raccogliere dati.
Un’impostazione che «negli ultimi 12 mesi ci ha consentito di imparare molto, anche in termini di risk assessment e fattori esterni con un impatto potenzialmente molto alto in termini finanziari. Nei prossimi anni - ha commentato Marco Beghini - molti regolamenti ci toccheranno (EUDR - Regolamento UE sulla Deforestazione, ECGT - Direttiva sulla “empowering consumers for the green transition”, CSRD - Corporate Sustainability Reporting Directive, CSDDD -Corporate Sustainability Due Diligence Directive, PPWR - Packaging and Packaging Waste Regulation): per noi sono l’occasione di accelerare un cambiamento già in linea con la nostra visione, che continueremo a portare avanti.
La chiave per riuscirci, però, sta nell’ecosistema, nell’azione condivisa e coordinata che per noi internamente ha funzionato molto e che credo andrebbe replicata anche all’esterno. La partnership con GS1 Italy e GS1 Italy Servizi è fondamentale in questo senso e gli strumenti che stiamo già utilizzando ci aiutano molto a migliorare aspetti come la condivisione dei dati (con Ecogentra) o la circolarità e sostenibilità dei prodotti nel loro intero ciclo di vita».
