\r\n\r\n

Economia e consumi Largo consumo

Un rapporto sul presente, per guardare al futuro

È stata presentata la 15° edizione di Flair, la ricerca di Ipsos sulle dinamiche sociali in atto nel nostro paese. Un ritratto complesso, che offre alle aziende una bussola per orientarsi al meglio in un contesto in costante cambiamento

Consumatrici felici in un centro commerciale

Un’Italia in bilico tra desiderio di innovazione e nostalgia del passato, tra spinte al cambiamento e resistenze conservatrici. È questo il paese che emerge da Flair, il rapporto di Ipsos che analizza le dinamiche sociali, economiche e di consumo in Italia, giunto quest’anno alla sua 15° edizione.

Il paese è descritto come “solcato da speranze” e al contempo “frenato da fratture e malessere”, mentre il futuro è definito “fuggente” per indicare la percezione delle persone che, mentre sono intente a inseguire una promessa di realizzazione e felicità, percepiscono la lievità e la fragilità delle proprie speranze e la facilità con cui il sogno di un futuro migliore può sfuggire.

Tra fratture e spinte dominanti

Ma da che cosa deriva questa visione? I risultati del rapporto sono stati presentati lo scorso 18 marzo da Enzo Risso, direttore scientifico di Ipsos Public Affairs, nel corso di un evento organizzato presso l’università IULM di Milano.

Le principali dinamiche che determinano le caratteristiche dell’oggi sono state descritte come il risultato di una tensione tra le fratture sociali e le spinte dominanti.

Le prime sono suddivise in sociali, esistenziali e legate alla percezione del rischio. Le fratture sociali, dette anche faglie, sono ricondotte in primo luogo alle disuguaglianze e alla sensazione di esclusione che sempre di più caratterizza la percezione dei giovani e dei ceti popolari. Le fratture esistenziali si manifestano invece nel malessere individuale e nello scarto tra gli scopi dell’esistenza che la cultura propone e le possibilità di raggiungerli. A tutto questo si somma la percezione di una società più violenta che in passato (73%) di fronte alla quale ci si sente impotenti, l’insofferenza verso la globalizzazione (69%) e la preoccupazione per la crisi climatica, che il 64% degli intervistati avverte come capace di incidere direttamente sulla vista privata.

A fronte di queste fratture, vi sono poi le spinte, le forze direzionali che modellano i cambiamenti, portatrici al contempo di resistenze e disagi. Queste riguardano la salvaguardia ambientale, la parità di genere e la cosiddetta spinta accelerazionista, che vede il progresso tecnologico in costante accelerazione.

Figura 1 - Le faglie della società del rischio

Fonte: Ipsos “Flair” 2025

Il ritratto di una società complessa

Le dinamiche tra le fratture e le spinte sociali determinano una serie di fenomeni. Innanzitutto il predominare di forme di lavoro poco gratificanti e lontane dai desideri e dalle aspirazioni delle persone. A questo si aggiunge una cronica sensazione di mancanza di tempo, la resistenza psicologica al progressivo affermarsi delle politiche di genere e dei nuovi diritti, la nostalgia per un passato visto come migliore e per una società meno globalizzata e più legata al territorio e al locale. A questi fenomeni si aggiunge anche un ritorno all’edonismo e al bisogno di leggerezza, associato alla necessità di sentirsi parte di una comunità (80%) e di collaborare (89%). Ma anche il bisogno di ammirazione e di riscuotere il plauso altrui dimostrato da oltre il 40% degli intervistati, affiancato comunque a una, se pur minoritaria, quota di “resistenti” che rifiuta la sovraesposizione social (22% dei giovani) e ama stare a casa.

Le indicazioni per le imprese

Come regolarsi, quindi, di fronte all’emergere di queste dinamiche contraddittorie? Non si tratta di un compito facile per le imprese. Le indicazioni chiave che si possono trarre dai dati raccolti sono quelle di imparare a progettare per il cliente del futuro, di saper creare una cultura aziendale per i propri lavoratori e, infine, di riuscire a concentrarsi sulla propria capacità di fare la differenza.

«Il processo d’acquisto è sempre più percepito come un viaggio emotivo. Il consumatore compra per raccontare qualcosa di sé e il prodotto acquistato diventa quindi funzionale alla narrazione del suo progetto identitario. Naturalmente, anche se ogni singolo è diverso dall’altro, le narrazioni identitarie possono essere raggruppate in “sciami” di racconti simili, che le imprese devono sapere individuare».
Enzo Risso, direttore scientifico di Ipsos Public Affairs

Altra sfida sempre più determinante è quella di riuscire ad arricchire di senso e di significato le attività svolte dai propri dipendenti e collaboratori, non solo con l’obiettivo di aumentarne la produttività, ma anche, e soprattutto, con il fine di accrescerne il benessere. «Per quanto riguarda poi la sfida della sostenibilità – evidenzia il direttore scientifico –, sarà necessario accettare e comprendere che l’impegno su questo fronte è ormai destinato a diventare una sorta di commodity, un’attività necessaria». Occorre quindi riuscire a rispondere alla domanda di contrasto alla crisi climatica in maniera sempre più efficiente, per evitare che questo determini un sovrapprezzo che non tutti i consumatori sono disposti a pagare. Infine, Risso chiude il suo intervento sottolineando l’importanza di riconoscere il ruolo sociale delle imprese. «In una società nella quale il welfare zoppica sempre di più – spiega – è fondamentale che le imprese comprendano di dover diventare attori attivi dell’infrastruttura sociale. È insomma sempre di più il tempo di leader coraggiosi».

Figura 2 - Le sfide per le imprese

Fonte: Ipsos “Flair” 2025

Condividi