01. Non food sostenibile e mirato al risparmio
Il mercato del non alimentare risulta in flessione nel 2023. I consumatori sono più attenti al prezzo e mettono in atto strategie di contrasto all’inflazione
Gli italiani tornano ad apprezzare i negozi fisici anche per gli acquisti non food, ma l’inflazione li costringe a mettere in atto strategie di risparmio: emerge ,così, il mercato dell’usato e dei prodotti ricondizionati come una soluzione che unisce la leva del prezzo all’attenzione alla sostenibilità. I due driver, prezzo e sostenibilità, si confermano rilevanti anche nella scelta dei prodotti non food nuovi, delineando la preferenza per le grandi superfici specializzate, quando presenti, e la riscoperta di mercatoni e grandi magazzini alla ricerca del low cost e di promozioni.
È quanto emerge dai dati di GfK e dell’Osservatorio Non Food di GS1 Italy presentati alla IV edizione di Retail non food, “La ripresa del negozio fisico in un universo di servizi omnicanale”, organizzata da Retail Institute.
TELEVISORI E TELEFONIA IN SOFFERENZA
GfK rileva una flessione dello 0,8% del non food nel 2023 sul 2022, in frenata rispetto al +1,4% dell’anno precedente. A pesare negativamente è l’elettronica, in particolare televisori e telefonia; totalmente in flessione anche le vendite dei mobilieri indipendenti tranne che per gli arredi da ufficio. Tengono molto bene invece gli elettrodomestici di piccole dimensioni così come l’home improvement (fai da te, ndr) che registra performance di crescita a doppia cifra rispetto al 2019, sia per quanto riguarda le catene del fai da te che gli indipendenti. Chiude alla pari l’edilizia e con un +1,5% il mondo del bagno, ma a partire dalla seconda metà dell’anno, con l’annuncio delle modifiche agli incentivi, entrambi hanno subito una brusca inversione di tendenza.
SPAZIO ALL’USATO ON E OFFLINE
Circa il 40-42% degli italiani nel 2023 ha acquistato prodotti usati o ricondizionati. Complessivamente la tecnologia (pc, elettrodomestici) costituisce la fetta maggiore di questo mercato, ma la crescita percentuale più significativa è stata registrata dall’abbigliamento (+10%). Le leve motivazionali che sostengono questo mercato sono in primis il risparmio, seguito dalla sostenibilità, ma incide anche la possibilità di poter acquistare a un prezzo minore un prodotto di fascia più alta.
Dal confronto pre e post pandemia realizzato dall’Osservatorio Non Food di GS1 Italy, si possono osservare un riallineamento dei fatturati per tutti i 13 comparti analizzati tranne che per abbigliamento e articoli sportivi, una prevalenza tra i canali delle grandi superfici specializzate e una riaffermazione delle grandi superfici non specializzate (grandi magazzini e mercatoni) per tessile, profumeria e abbigliamento. Piccoli elettrodomestici, giocattoli e tessile trovano spazi interessanti anche nelle grandi superfici alimentari.
Si ridimensiona il canale e-commerce, ma nell’ottica di trovare soluzioni di risparmio i consumatori si rivolgono sempre più spesso alle piattaforme web dedicate al comparto farmaceutico e ai prodotti di seconda mano.
IL DRIVER DELLA SOSTENIBILITÀ
Se la sostenibilità è implicita nel concetto di usato, è altrettanto vero che anche nell’offerta dei prodotti nuovi viene proposta come un valore aggiunto, ma qual è il percepito che ne hanno i consumatori? Secondo una rilevazione consumer realizzata sempre da GS1 Italy a maggio 2023, riportata all’interno dell’Osservatorio Non Food, gli italiani sono interessati ad avere informazioni sulla sostenibilità dei prodotti non alimentari che stanno per comprare (oltre il 68% dichiara che condizionano la scelta), però solo il 21,5% le ha trovate e comprese, la restante parte o non le ha trovate o non è riuscita a interpretarle o le trova solo dopo l’acquisto.
Le informazioni che interessano sono relative al processo di produzione e distribuzione del prodotto, alle modalità di smaltimento e alle possibilità di riciclo e riuso.
Anche il punto di vendita deve fare la sua parte con servizi aggiuntivi che favoriscano la sostenibilità come il ritiro dei prodotti usati, sconti sul riacquisto o ancora una bacheca per lo scambio di prodotti di seconda mano.
Oltre il 60% dei consumatori dichiarano infine di essere disponibili a pagare qualcosa in più per la sostenibilità.
DIGITAL PRODUCT PASSPORT
«Per favorire la trasmissione di informazioni sulla sostenibilità dei prodotti non food e permettere alle autorità di seguirne la gestione circolare del fine vita – spiega Samanta Correale, business intelligence senior manager di GS1 Italy – l’Unione europea sta lavorando per creare il Digital product passport (un passaporto digitale del prodotto, ndr) valutando sistemi standard - come quello GS1 - che colleghino il prodotto a tutte le informazioni relative alla sostenibilità di quel prodotto e che potrebbe tradursi in un QR code, strumento che il consumatore si dice disponibile a utilizzare».
A cura di Jessika Pini