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Le informazioni di prodotto in etichetta per un consumatore che vuole fare acquisti consapevoli

l'opinione di

Marco Cuppini

Al centro della quinta edizione del Dairy Summit, organizzato dal gruppo editoriale Tecniche Nuove, il tema del nuovo Regolamento sulle IG, ovvero gli alimenti e le bevande a indicazione geografica, di cui l’Italia è leader indiscusso a livello europeo con ben 882 referenze (il 25% del totale europeo).

In attesa della sua ufficializzazione per la primavera 2024, con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale europea, questo importante argomento è stato trattato alla presenza dei principali attori della filiera lattiero casearia italiana, di rappresentanti del mondo accademico e della distribuzione organizzata, oltre a interventi istituzionali, come l’europarlamentare Paolo De Castro, primo vice presidente della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale.

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Quando mi hanno invitato a parlare al Dairy Summit, quindi, ho subito pensato al mondo dell’italianità. Nel panorama dei fenomeni tracciati dall’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, infatti, è uno dei più affollati: si contano più di 25 mila prodotti con oltre 10 miliardi di euro di sell-out tra supermercati e ipermercati, raggruppando quei prodotti che riportano i claim “made in Italy”, “prodotto in Italia”, “solo ingredienti italiani”, “100% italiano”, la bandiera italiana, il nome della regione di riferimento o le indicazioni geografiche europee (come Igp, Dop, Docg e Doc).

Il 2022 ha messo in discussione uno dei trend più consolidati da quando viene redatto l’Osservatorio (la prima edizione raccoglieva i dati dell’anno 2016, oggi siamo alla tredicesima edizione semestrale), caratterizzato da andamenti sempre positivi.

Storicamente un aspetto ricercato dai consumatori come emblema della tipicità agroalimentare italiana è costituito dalle indicazioni geografiche europee, di cui ricordiamo il nostro paese detiene la leadership in ambito europeo. Questo “settore” continuava a guadagnare spazio nella spesa alimentare delle famiglie; i prodotti Doc (Denominazione di origine controllata) e Dop (Denominazione di origine protetta), Docg (Denominazione di origine controllata e garantita) e Igp (Indicazione geografica protetta) sono sigle sempre più presenti sulle confezioni dei prodotti e in crescente aumento. In generale però, rispetto all’anno terminante a giugno 2023, il valore delle vendite dei prodotti caratterizzati da questi claim è sì aumentato a valore del 10,8%, ma i volumi sono diminuiti del 4,2% in linea con il totale dei prodotti di largo consumo confezionato. A causa dell’aumento dei prezzi, gli italiani hanno decisamente ridotto l’acquisto dei prodotti che richiamano all’Italianità. Entrando più in dettaglio nel mercato dei prodotti caseari ed in particolar modo dei formaggi, la situazione registrata nell’ultimo periodo disponibile sull’Osservatorio Immagino GS1 Italy (anno terminante a giugno 2023) presenta un trend dei formaggi Dop  in forte crescita a valore (+13,7%) e in tenuta a volume (+ 0,2%).

Entrando nel merito delle informazioni di prodotto in etichetta, in generale possiamo dire che il consumatore italiano sempre di più le ricerca, le consulta, le utilizza. Le persone sono alla ricerca di punti di riferimento, di informazioni complete e trasparenti: “informare bene” è oggi – e lo sarà sempre di più su una serie crescente di tematiche – una delle mission costitutive per le imprese, sia produttive che distributive.

Da una recente ricerca sulla lettura delle etichette nei prodotti di largo consumo realizzata da Ipsos per GS1 Italy, tra i diversi risultati emerge un dato interessante: in fase di acquisto il consumatore consulta le etichette principalmente per cinque motivi (Figura 1):

il 63% degli intervistati dichiara di leggere le etichette per controllare la scadenza dei prodotti; al secondo posto per motivazione, il 44% che lo fa per verificare la provenienza, i luoghi di produzione e i luoghi di origine.

A testimonianza che esiste una fetta consistente di consumatori che ricerca informazioni utili per un acquisto e un consumo più consapevoli.

Figura1_DairySummit23.pngFigura 1 - La consultazione delle etichette in fase di acquistoFonte: Ipsos per GS1 Italy

In aiuto ai consumatori più attenti e interessati arriva il GS1 Digital Link, lo standard che collega via web clienti e partner a tutte le informazioni di prodotto.

Il GS1 Digital Link è un indirizzo web con una struttura standard che, grazie ad un codice di identificazione GS1 del prodotto come il GTIN, rende possibili collegamenti web a tutte le informazioni del singolo prodotto, che possono essere business-to-business ma anche business-to-consumer, di marketing (valori, qualità ingredienti, sostenibilità) o di servizio (fattori nutrizionali, tracciabilità, etichetta ambientale). Questo link può essere riportato in un QR code applicato al prodotto: al consumatore basterà, quindi, farne la scansione con la fotocamera dello smartphone per essere rimandato ad una pagina con ogni informazione e curiosità (caratteristiche, ingredienti, raccolta differenziata, tracciabilità, ricette, video tutorial, assistenza clienti, ecc.) colmando così l’esigenza di informazioni che caratterizza i nuovi consumatori.