01. I trend: tra fenomeni globali di incertezza politica, rincari dei prezzi e contrazione dei consumi
Per il settore del largo consumo l’anno 2022 era iniziato con un andamento in chiave negativa, dopo due anni caratterizzati da dinamiche ad alta variabilità causati dalla pandemia Covid-19, che ne avevano sostenuto positivamente i risultati grazie all’incremento dei consumi a casa e a un graduale recupero dell’indice di fiducia dei consumatori.
Il cambio di verso dei trend delle vendite a valore si è subito reso evidente a partire dal secondo trimestre dell’anno, quando i fenomeni globali di incertezza politica, culminati nel conflitto in Ucraina, con le relative ripercussioni economiche di rincaro su materie prime e energia, hanno iniziato a condizionare il trasferimento verso i consumatori degli aumenti di prezzo e della sistematica e progressiva crescita del fenomeno inflattivo.
Nella seconda parte dell’anno le tendenze di mercato sono state quindi improntate ad un rincaro dei prezzi che ha raggiunto e mantenuto la doppia cifra in autunno (Osservatorio Inflazione – Indice di Fisher 9,7% nel III trimestre, e 13,6% nel IV trimestre 2022) e ad una concomitante compressione di volumi, segnale di una contrazione dei consumi.
Figura 1 - Variazione percentuale delle vendite in valore su anno precedente, in ipermercati e supermercatiFonte: Circana Liquid Data® e Infoscan Census®. 2020, 2021, 202252 settimane al 27 dicembre 2020/26 dicembre 2021/1 gennaio 2023. Ipermercati + supermercati. Totale largo consumo confezionato
Figura 2 - Variazione percentuale delle vendite in volume su anno precedente, in ipermercati e supermercatiFonte: Circana Liquid Data® e Infoscan Census®. 2020, 2021, 2022 52 settimane al 27 dicembre 2020/26 dicembre 2021/1 gennaio 2023. Volume = Valori a prezzi costanti, ipermercati + supermercati. Totale largo consumo confezionato
Questo studio si pone l’obiettivo di leggere ed interpretare le evidenze quantitative del 2022 attraverso gli indicatori di performance dell’out-of-stock (OOS) e del livello di servizio al consumatore nel punto di vendita.
Le analisi si fondano sui dati del Barometro OSA, report periodico condiviso con le aziende partecipanti al gruppo di lavoro Optimal shelf availability (OSA) attivo in GS1 Italy, in ambito ECR Italia e sviluppato in collaborazione con Circana (precedentemente IRI), con cui dal 2015 vengono monitorati i livelli di servizio al consumatore e le metriche di “on-shelf-availability” e ”vendite perse” con report mensili e settimanali.
I dati a chiusura d’anno 2022 hanno mostrato una inversione di tendenza rispetto alla progressiva riduzione del tasso di out-of-stock del largo consumo confezionato che si era osservata negli anni precedenti (ad eccezione del 2020 dati i noti effetti delle prime fasi della pandemia e gli effetti incetta e mancanza di prodotto). Le pressioni esercitate sulla filiera produttiva da carenze di materia prima, sia per ingredientistica sia per il packaging, si sono scaricate direttamente sullo scaffale incidendo sul livello di servizio complessivo del settore.
Figura 3 - Percentuale di out-of-stockFonte: “Barometro GS1 Italy – Circana”. Dati giornalieri di ipermercati e supermercati. Totale largo consumo confezionato
Il valore di OOS si è consolidato a 3,7%, con una crescita di 0,2 punti rispetto al 2021 tornando ad un profilo di minore efficienza rispetto a 2019 e 2021. Questa tendenza dimostra come, all’interno del largo consumo, le differenti variabili di sistema macroeconomico si traducano immediatamente in effetti tangibili sul consumatore.
In questo caso, pur in presenza di una efficienza logistica acquisita e dimostrata dai valori degli anni precedenti, l’interruzione dei flussi di approvvigionamento della catena di produzione, o le tensioni sull’eccesso di domanda in momenti fortemente stagionali (si veda, a titolo di esempio, la crisi dell’acqua gassata durante i mesi estivi) hanno direttamente interessato la disponibilità di prodotto a scaffale.
Se osserviamo infatti l’andamento dell’indicatore sopra descritto nel dettaglio mensile, utilizzando il confronto tra la media del dato storico, escludendo il 2020, e i valori del 2022, si conferma come (a fronte dei primi quattro mesi dell’anno che mantenevano una performance di progressivo miglioramento rispetto al benchmark storico) a partire da maggio e per tutta l’estate e l’autunno, con l’eccezione di novembre, il tasso di out-of-stock del 2022 ha registrato incidenze superiori a quelle del passato, per le cause sopra introdotte.
Figura 4 - Percentuale di out-of-stock mensileFonte: “Barometro GS1 Italy – Circana”. Dati giornalieri di ipermercati e supermercati. Totale largo consumo confezionato
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