02. Consumi e imprese
La seconda parte del 2022 è stata caratterizzata da una frenata nei costi di produzione dell’Industria e da un superamento dei problemi nel funzionamento delle catene di fornitura, dopo le frizioni che hanno interessato il funzionamento delle catene del valore nel corso degli ultimi anni. I giudizi delle imprese produttrici di beni di consumo hanno mostrato un evidente aumento nel corso dell’anno del livello di scorte di prodotti, attestandosi nei primi mesi del 2023, su livelli prossimi a quelli del periodo pre-pandemia. Un altro indicatore che permette di cogliere le migliori condizioni dal lato dell’offerta è la produzione industriale nel settore dell’auto, uno dei più colpiti dalla mancanza di semiconduttori. In particolare, la produzione del settore nel trimestre novembre-gennaio è cresciuta dell’11,3% rispetto al trimestre precedente, e del 4,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Nello stesso periodo si è registrata una contrazione della produzione per il complesso dell’industria dei beni di consumo, dell’1,2% rispetto ai volumi prodotti nei tre mesi precedenti. I cali più marcati si sono registrati nel settore dei prodotti cura-casa, dei mobili e degli elettrodomestici, tutti comparti che erano cresciuti particolarmente nei periodi di lockdown. Al contrario, mostrano livelli di attività in crescita, oltre al settore dell’auto, anche l’industria dei prodotti farmaceutici e dei prodotti per la cura della persona, che hanno ormai pienamente recuperato - e addirittura superato – i livelli di produzione del 2019, ed il comparto dell’abbigliamento, che invece presenta ancora un elevato gap da colmare rispetto al periodo pre-pandemia.
Dato che tanto lo shock pandemico quanto quello energetico hanno avuto carattere simmetrico, almeno per quanto riguarda i paesi europei, anche l’andamento dei consumi all’estero è stato orientato dalle stesse tendenze sopra descritte. Ciò ha quindi favorito nel corso dell’anno anche l’export di beni di consumo, cresciuto in volume del 3,8% nel 2022 rispetto al 2021: tuttavia, anche in questo caso sono emersi segnali di frenata nel quarto trimestre dell’anno (-3,9% rispetto al terzo).
Nel corso del 2022 si è assistito ad una forte ripresa delle attività dei servizi. A tale crescita ha contribuito sicuramente la normalizzazione degli spostamenti dopo le restrizioni pandemiche, che ha permesso di riattivare nel corso dell’anno molte delle attività legate della filiera nel turismo. La spesa degli stranieri in Italia è stata interessata da una forte ripresa nel corso del 2022, e si è mantenuta in espansione anche nell’ultimo trimestre dell’anno (+7,8% rispetto al terzo).
Sotto questo aspetto, le imprese del turismo si attendono un andamento positivo dell’attività anche nella prima parte del 2023. Dalle indagini congiunturali, difatti, emerge che l’indicatore del clima fiducia delle imprese del settore si mantiene su livelli tutto sommato elevati. Le imprese del turismo, come del resto le imprese dei servizi in generale, si aspettano per i prossimi mesi prezzi di vendita ancora su livelli molto elevati.
Per quanto riguarda invece l’Industria, le imprese produttrici di beni di consumo mostrano delle attese sugli ordinativi ancora su livelli piuttosto bassi. Le imprese di fatto anticipano una dinamica ancora debole della domanda nella prima parte dell’anno, coerentemente con quanto espresso dalle famiglie con riferimento alle intenzioni di acquisto. Le imprese mostrano inoltre aspettative al ribasso sulla dinamica dei prezzi di vendita per i mesi futuri, seppur in misura meno marcata rispetto a quanto emerso dalle survey presso i consumatori.
Figura 3 - Produzione industriale dei beni di consumo / Figura 4 - Clima di fiducia imprese del turismoFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat, marzo 2023
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