03. Consumi e distribuzione commerciale

Nei mesi a cavallo della fine dell’anno è proseguito il disaccoppiamento tra volume e valore delle vendite al dettaglio. In particolare, i dati sulle vendite relativi al trimestre novembre-gennaio mostrano come il valore dei beni venduti sia aumentato dell’1,5% rispetto ai tre mesi precedenti, a fronte di una contrazione in volume (-0,5%). Il gap è risultato più elevato per i soli beni alimentari (rispettivamente +1,7 e -0,), che risentono dei rincari dei prezzi, piuttosto marcati per alcuni generi alimentari, e della flessione degli acquisti in volume.

Tali tendenze stanno accomunando anche gli altri paesi europei, che anzi mostrano flessioni addirittura maggiori nei volumi di generi alimentari venduti: nello stesso periodo -2,0% per il complesso dei paesi dell’eurozona, -2,7% in Germania, -2,9% in Francia.

Per quanto riguarda invece le altre categorie di prodotti, si registra una contrazione nel volume delle vendite specialmente per i mobili (-3,5% nel trimestre novembre-gennaio rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) e per gli elettrodomestici (-9,5%). Cresce invece il volume delle vendite dei prodotti per la cura della persona (+4,1%), dei beni di abbigliamento (+1,8%) e calzature (+0,7%). Anche alcune categorie di beni durevoli fanno registrare incrementi vivaci, come ad esempio le automobili: nei primi due mesi del 2023 le nuove autovetture immatricolate sono cresciute del 9,3/ rispetto all’ultimo trimestre dello scorso anno.

IconeSpesaRetail_RefRicerche_mar23.png Guardando all’andamento delle vendite nei diversi formati distributivi, emerge che il formato dei discount sta facendo registrare gli aumenti più vivaci, con un aumento del valore dei beni venduti di oltre il 10% nel trimestre novembre-gennaio rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, confermando una tendenza che prosegue ormai da diversi mesi. Va tuttavia considerato che parte di tale incremento potrebbe anche derivare da un effetto di prezzo. Alcuni discount, in effetti, potrebbero aver sfruttato il gap di prezzo, talvolta anche elevato, rispetto ai formati di vendita più tradizionali, e rincarato i prezzi di vendita di taluni prodotti in misura maggiore rispetto a supermercati e ipermercati, pur rimanendo più competitivi rispetto a questi ultimi. Difatti, secondo i dati IRI (nel suo Outlook Largo Consumo Confezionato, gennaio 2023) nel mese di gennaio il formato discount è quello che ha trasferito i rincari dei prezzi maggiori a valle sui consumatori.

In generale, dalle indagini congiunturali condotte dall’Istat nel mese di febbraio, emerge che, nonostante il calo del volume dei beni venduti osservato nel corso dell’anno, i giudizi sull’andamento delle vendite delle imprese del commercio rimangono su livelli elevati: di fatto, le imprese del commercio stanno scaricando gran parte dei maggiori costi di acquisto direttamente sui prezzi di vendita. In effetti, le attese sui prezzi delle stesse imprese per i prossimi mesi si mantengono su livelli ancora molto elevati.

Figura3_RefRicerche_mar23.pngFigura 5 - Vendite al dettaglio / Figura 6 - Valore di vendite per formatoFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat, marzo 2023