L’intermodalità secondo Conserve Italia
Per l’azienda emiliana il trasporto ferroviario delle merci parla di impegno per l’ambiente, di riduzione del traffico su strada, di revisione di modelli organizzativi e anche di risparmi di costi. Ma soprattutto della costruzione di solide relazioni con clienti e operatori logistici basate sulla condivisione di informazioni e di processi. Con il sostegno anche degli standard globali
Cominciato oltre vent’anni fa, il percorso di Conserve Italia per la distribuzione dei prodotti via treno con la collaborazione e il supporto dell’operatore ferroviario Mercitalia Logistics del Gruppo Ferrovie dello Stato, può essere un vero e proprio case study per chi fosse intenzionato a utilizzare l’intermodalità per il trasporto delle merci.
Riorganizzazione interna
Ce lo racconta il direttore logistica dell’azienda emiliana Maurizio Diegoli, che nel tracciare le linee di questo percorso indica alcune tappe fondamentali: «La prima è stata l’individuazione, dopo avere esplorato la rete ferroviaria vicina ai nostri stabilimenti emiliano-romagnoli, dell’unico scalo strategico di raccolta e di partenza delle nostre merci: parliamo dell’interporto di Bologna che utilizziamo per servire tutte le nostre direttrici verso il Centro e Sud Italia.
La seconda tappa riguarda l’approccio a un sistema distributivo indubbiamente con dei grandi vantaggi ma anche con criticità peculiari riguardanti, per esempio, l’orario di partenza e la composizione del treno. Con un costante colloquio con Mercitalia abbiamo così definito una riorganizzazione interna, concentrando in un unico ente aziendale il controllo di tutto il processo dell’ordine dall’emissione fino alla consegna, tenendo conto delle caratteristiche del trasporto ferroviario, con l’obiettivo di comprimere i tempi di passaggio degli ordini. Risultato: un giorno di guadagno del lead time interno, oltre a un migliore servizio al cliente».
Ordini pronti… e bollettati
Concentrare la relazione con il cliente in un solo punto aziendale determina un’abbreviazione dei tempi di risposta, così come la forte partnership con l’operatore logistico come unico interlocutore ha consentito un modello di trasporto intermodale molto spinto, con il carico dall’interporto di Bologna degli ordini già pronti “e bollettati” per ciascun cliente, il tragitto su treno lungo tre direttrici – adriatica con terminale a Bari, tirrenica che fa scalo a Pomezia (o Ferentino) per proseguire verso Marcianise e quella per Catania, a coprire sostanzialmente tutto il Centro-Sud e la Sicilia – e la consegna finale su strada con operatori locali. «La scelta di non avere dei magazzini periferici da alimentare con stock dei prodotti è sostanzialmente determinata dall’elevato numero di referenze: in Italia siamo nell’ordine di 2.500 item e spedire gli ordini già completi risulta la soluzione più efficiente», sottolinea Diegoli.
Così su 629 mila tonnellate di prodotti spediti in media in un anno da Conserve Italia tra Italia ed estero, il 22% viaggia in treno, con un sistema combinato gomma/rotaia. Le quantità consegnate in Italia via treno ammontano a 114.482 tonnellate. Il totale dei camion sottratti alla strada è di 5.530 all’anno, con una riduzione certificata delle emissioni di 3.000 tonnellate di CO2 (che arrivano a 3.750 aggiungendo la riduzione dall’utilizzo della rete di pooling di interscambio dei pallet).
«Questa organizzazione – riprende Diegoli – consente di avere una corretta relazione commerciale con i clienti riguardo per esempio alla frequenza del riordino idonea da un lato alla loro gestione degli stock e dall’altro ai tempi del trasporto su rotaia, risultato di una intensa e costante attività collaborativa e di confronto sugli indicatori di performance. Che prevede l’intervento del trasporto su ruote nei casi di urgenze o attività promozionali». Ma nell’insieme questo sistema funziona e migliora nel corso degli anni: l’ultimo bilancio ambientale della società riporta che il 90,1% delle consegne sono state effettuate senza ritardi e quelle complete in referenze e quantità sono state il 99%.
Per quanto riguarda il mercato estero le spedizioni, pari a 21.386 tonnellate, sono gestite con altri operatorie e in modo diverso in funzione delle destinazioni: con Metrocargo verso il magazzino di Conserve Italia in Francia a Tarascon, si tratta di riassortire gli stock, mentre verso Svezia, Belgio e Danimarca le merci vengono spedite con sistema multimodale a carichi completi verso i clienti di queste aree.
Obiettivo digital pod
«Crediamo nel trasporto multimodale, non necessariamente per una questione economica, ma per l’ambiente, per ridurre il traffico sulle strade e autostrade, per migliorare in sostanza l’efficienza del sistema logistico. Ma non possiamo negare che ci sono difficoltà, soprattutto legate alle infrastrutture e alle capacità operative del vettore», sottolinea Diegoli. «Siamo anche convinti che oggi più che mai per sviluppare una partnership forte lo scambio dei dati sia fondamentale. Il rapporto con i clienti è frutto della condivisione dei fini e degli obiettivi, tanto che in alcuni casi ha portato alla revisione dei loro stessi processi interni. Più scambiamo le informazioni in maniera intelligente, veloce e moderna, meno tempo perdiamo, riduciamo i costi e aumentiamo i benefici. Per tutti. Per questo è in corso un progetto per una piattaforma web direttamente interfacciata con il nostro sistema gestionale per tracciare gli ordini e per sviluppare e accelerare lo scambio dei dati in EDI con Mercitalia. Ed è di grande aiuto appoggiarci agli standard globali, tanto che l’obiettivo è arrivare preparati con i nostri partner alla Digital Pod , il progetto in corso di GS1 Italy sulla digitalizzazione della proof of delivery».
A cura di Fabrizio Gomarasca @gomafab