Il linguaggio dell'innovazione è standard
Gli standard GS1 si raccontano al Festival dell’Innovazione Agroalimentare
Dove c'è innovazione, c'è GS1 Italy. Una conferma in più è giunta dal Festival dell'Innovazione Agroalimentare, evento online di sei giorni (dal 3 all'8 ottobre), organizzato da Food Hub, al quale GS1 Italy ha partecipato con entusiasmo. La manifestazione, rivolta agli stakeholder italiani dell'agrifood, si è confrontata su sei temi specifici:
- Agricoltura.
- Allevamento.
- Trasformazione.
- Distribuzione.
- Consumi.
- Innovator.
57 sessioni, 90 interventi e oltre 2.300 partecipanti online.
Nella giornata dedicata alla Distribuzione, nel suo intervento intitolato “Il linguaggio dell'innovazione è standard” Giada Necci, new solution specialist di GS1 Italy, ha spiegato come gli standard GS1 più innovativi supportano i processi della filiera agroalimentare, puntando sulla forza degli esempi reali. «Siamo quelli del codice a barre, nato nel 1973 per leggere in maniera automatizzata il prezzo senza far commettere errori di digitalizzazione alle cassiere dei supermercati. Naturalmente in quasi 50 anni - ha detto - gli standard GS1 si sono evoluti assecondando le necessità delle aziende e dei settori di utilizzo: restano, i codici a barre, utili per definire i prodotti ma sempre di più, insieme alle aziende, stiamo affrontando il tema della trasformazione digitale».
La potenza del codice a barre
Due dati raccontano la “potenza” del codice a barre GS1: ogni giorno nel mondo ne vengono scansionati circa 6 miliardi e li utilizzano 2 milioni di aziende. «Lungo la filiera un codice a barre riduce i tempi e gli errori - ha ricordato Giada Necci - garantendo tracciabilità e trasparenza. E sempre di più rappresenta il linguaggio globale per la comunicazione tra imprese: da un lato accompagna il prodotto fisico lungo la filiera e dall'altro permette di avere il cosiddetto gemello digitale capace di fornire tutte le informazioni per identificare un prodotto non più solo fisico ma anche con un'identità online».
GS1 è l'organizzazione non profit che sviluppa gli standard più utilizzati al mondo per la comunicazione tra imprese, attraverso organizzazioni nazionali presenti in 116 paesi nel mondo: per le aziende italiane il riferimento è GS1 Italy. «Il nostro settore principale – spiega Giada Necci - è il largo consumo, ma oggi contiamo 40 mila imprese in diversi settori merceologici. La sfida da vincere è quella dell'accelerazione e semplificazione della trasformazione digitale grazie ai dati raccolti dal gemello digitale, elaborato da Immagino, un servizio GS1 Italy attualmente disponibile per oltre 130 mila prodotti, e che diventano miniere d'informazioni, per esempio, sulle piattaforme di e-commerce, nei marketplace, per i volantini».
Trasformazione digitale grazie ai dati
Per realizzare il gemello digitale, Immagino prende il prodotto fisico, lo fotografa, registra le informazioni di etichetta sulla confezione e le mette fruibili online a tutti gli attori della filiera. Il codice a barre GS1 resta strumento fondamentale ma in 50 anni le esigenze dei mercati globali si sono evolute e sono aumentate le necessità delle aziende che oggi non gli chiedono più solo di identificare un prodotto e agevolare il lavoro di una cassiera, ma un aiuto importante, per esempio, per:
- Gestire meglio l'inventario.
- Assicurare tracciabilità e rintracciabilità.
- Offrire più attenzione ai temi della sostenibilità e dell'economia circolare.
- Garantire la sicurezza del prodotto e dei consumatori che lo acquistano.
«Oggi il consumatore – ha sottolineato Giada Necci - studia quello che vuole comprare già prima di essere nel punto vendita: è sempre più coinvolto nel processo d'acquisto e sempre più informato di quello che sta per acquistare».
GS1 Digital Link ed EPCIS, rivoluzione standard
Ecco perché oltre al codice a barre GS1, che resta il cuore dell'identificazione dei prodotti, sono nati altri strumenti standard e i più innovativi in casa GS1 sono il GS1 Digital Link e l'EPCIS. Arrivarci è stata un'evoluzione naturale perché negli anni sono aumentate le informazioni e i simboli da esternare sul prodotto ma senza più lo spazio fisico sull'etichetta per farlo. Per questo i codici a barre si sono evoluti per dare nel minor spazio possibile la maggior quantità di informazioni possibili, riuscendoci con due codici a barre bidimensionali
la simbologia GS1 DataMatrix, utilizzata nell'agroalimentare e in altri settori, per comunicare informazioni in formato standard, e i QR Code che applicano lo standard GS1 Digital Link.
Giada Necci spiega il barcode GS1 DataMatrix portando l'esempio di Woolworths, un retailer australiano con più di mille negozi, che lo utilizza sui propri prodotti in punto vendita per abilitare più processi ed informazioni e trarre numerosi benefici: una migliore gestione dei magazzini, una riduzione degli sprechi del 40% perché nel codice a barre è contenuta la data di scadenza (che può portare anche ad azioni di pricing mirate), rafforzata da ogni genere di informazioni di tracciabilità (e rintracciabilità) a completa tutela della sicurezza del consumatore, per esempio nel caso di richiamo di un prodotto.
Dal GS1 DataMatrix al QR Code
Anche il GS1 Digital Link può utilizzare un codice a barre di tipo bidimensionale come il QR Code. «Lo standard GS1 Digital Link – spiega Giada Necci - parte dall'identificazione di un prodotto ma cavalca tutta la filiera fino al coinvolgimento virtuale del consumatore finale, fornendogli tutte le informazioni di cui necessita: è un url che letto dal QR Code con al suo interno il GS1 Digital Link riporta alla landing page di un sito web (del produttore o del distributore, per esempio), ma la sua eccezionalità è che può essere letto e riconosciuto attraverso diverse applicazioni conservando immutato il significato delle informazioni».
Un esempio reale è quello del salmone Mowi: «Sulla sua etichetta, oltre al codice EAN, c'è un QR Code che contiene un GS1 Digital Link. Leggendo il QR Code tramite un'applicazione trovate che si sta parlando del salmone e navigando nella landing page dell'azienda potrete conoscerne la storia, dove è nato, il processo di allevamento, di cattura e di sezionamento. C'è la sua tracciabilità dalla nascita al confezionamento, con tanto di ricette per gustarlo al meglio».
Il GS1 Digital Link è dunque lo strumento standard che mette a disposizione dell'intera filiera informazioni utili e importanti su un determinato prodotto. E non bisogna necessariamente essere produttori per usarlo. Nel suo intervento la relatrice fa l'esempio di Parla Deli, una gastronomia brasiliana che lo utilizza per abilitare sia il processo di passaggio in cassa dei propri prodotti sia per comunicare informazioni a chi frequenta i punti vendita. Tanti i benefici: riduzione del 50% degli sprechi di prodotto, sicurezza del consumatore con il riconoscimento immediato dei prodotti scaduti, tracciabilità e rintracciabilità, efficienza nella gestione dell'inventario e collegamento costante con le necessità dell'e-commerce sulla cui piattaforma si può acquistare ciò che è presente nei punti vendita fisici.
L'EPCIS definisce le regole del gioco
L'altro standard innovativo è l'EPCIS (Electronic Product Code Information Services), «lo strumento che definisce le regole del gioco»: ci dice qual è il data model delle informazioni da registrare per garantire la visibilità dei prodotti lungo la filiera e indica le interfacce per catturare le informazioni e metterle a disposizione degli utenti. In una filiera, l'EPCIS cattura e registra ogni evento saliente (di trasformazione, ritrasformazione o confezionamento, per esempio) di un prodotto e lo fa attraverso la lettura di un codice a barre o di un qualsiasi simbolo che contenga informazioni di identificazione e tracciabilità. In particolare per ogni evento vengono registrati nell'EPCIS le quattro informazioni base della tracciabilità (what, where, when, why): di che prodotto si sta parlando, dove si trova, quando lo si trova e il perché è in quel luogo in quel determinato momento. Essendo uno standard, ogni attore della supply chain può utilizzarlo nel modo più congeniale: EPCIS raccoglierà le varie informazioni perché siano di utilità per l'intera filiera, collegate tra loro attraverso interfacce standard e, attraverso applicazioni, messe a disposizione anche di chi acquista quel determinato prodotto in un punto vendita.
Il futuro è adesso
Tanto il QR Code con il Digital Link quanto l'EPCIS partono sempre dall'identificazione di un prodotto ma sono sempre più spinti verso l'utilizzo dei dati per coinvolgere il più possibile il consumatore finale sempre più interessato su ciò che vuole acquistare e sempre più esigente nel trovare la disponibilità di ciò che vuole acquistare. Di questo se ne è accorto anche il retailer svizzero Migros che proprio grazie all'uso dell'EPCIS ha, tra l'altro, migliorato l'efficienza dell'inventario accrescendo così la reperibilità dei prodotti ortofrutticoli nei singoli propri vendita. Quasi 50 anni di attività, un codice, standard innovativi e tanto futuro davanti. GS1 non si ferma.
A cura di Paola Pellai