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#foodrestart

l'opinione di

Una occasione di confronto tra GS1 Italy, Osservatorio Immagino e il mondo accademico

Lo scorso 1° ottobre 2021 si è tenuto il Congresso della Società Italiana di Economia Agro-Alimentare (SIEA), organizzato dall'Università degli Studi di Verona e ospitato presso la Camera di Commercio della stessa città. Per l'occasione, Marco Cuppini - research and communication director di GS1 Italy - è stato invitato a presentare gli ultimi risultati di Osservatorio Immagino durante la sessione #foodrestart - I driver della nuova normalità. L’evento, a cui hanno partecipato anche Albino Russo - direttore generale Annc-Coop - e Alessandra Pesce - dirigente di ricerca del CREA - è stato un momento importante per la comunità accademica degli economisti agrari italiani e ha consentito di ridurre la distanza tra la pratica della ricerca scientifica e l’attività professionale dedicata alla analisi dei consumi.

La presentazione dei contenuti di Osservatorio Immagino ha mostrato informazioni diverse dalle tipiche indagini svolte in università. Una prima parte dei dati deriva infatti dalla scansione e rielaborazione delle indicazioni in etichetta svolta da GS1 Italy sui prodotti in vendita nei supermercati, una seconda parte invece dalle informazioni di consumo reale raccolta dall’agenzia Nielsen. Osservatorio Immagino è dunque un database eccezionale sia per quantità che per tipologia di informazioni, che mostra una visione ad ampio spettro dei consumi del paese. Differentemente, il tipico lavoro del ricercatore universitario si basa su temi specifici e si fonda su raccolte di dati attraverso questionari, esperimenti in laboratorio o indagini sul campo. Se l’approccio universitario potrebbe essere descritto come un’analisi al microscopio con cui dare risposta a domande specifiche, Osservatorio Immagino potrebbe essere considerato come la finestra attraverso cui avere uno sguardo complessivo sul panorama dei consumi.

Non solo nei contenuti è stato interessante conoscere GS1 Italy, ma anche nella forma di esposizione dei dati. La presentazione di Osservatorio Immagino è stata infatti svolta semplificando al massimo gli aspetti matematici, enfatizzando invece i messaggi chiave del report attraverso la fusione di grafica e numeri. Può sembrare poco, ma rendere “belli” i risultati di una indagine statistica non solo è difficile, ha un ruolo fondamentale per la società. Non tutti sono infatti in grado di leggere i numeri e, tra le persone potenzialmente capaci, probabilmente sono poche quelle genuinamente interessate ad essi. Per questo      sono sempre da apprezzare le strategie comunicative volte a creare una comfort zone per l’uditore, affiancando illustrazioni accattivanti all’austerità dei numeri. Tale aspetto dovrebbe occupare più spazio nel dibattito accademico, i ricercatori sono infatti spesso ottimi pensatori e buoni insegnanti, ma pochi di loro sono divulgatori efficaci. Chi scrive articoli scientifici ha ben presente quanto sia importante rispettare appropriate metodologie per la raccolta ed elaborazione dei dati, ma spesso dimentica quanto sia importante rendere i risultati delle proprie ricerche comprensibili ai più. Preservando il rigore scientifico, la scelta è importante; un accademico può decidere di parlare tra “pari”, oppure tentare di rubare i segreti di chi cerca di rendere fruibili dati naturalmente complessi.

Infine, non può mancare una riflessione su questo periodo. Eravamo ancora nell’anno corrente quando l’opinione pubblica si chiedeva ripetutamente “cosa ci lascerà il Covid?”. Ora che un argine alla pandemia sembra essere stato creato, pur non potendo fare previsioni di lungo periodo, almeno emerge chiaramente quanto sia importante creare connessioni reali e rispettose tra istituzioni, persone e natura (a dispetto di quanto l’epoca dei big data e dei social network possa suggerire). In fondo, la pandemia ci sta suggerendo il valore crescente della condivisione di saperi e competenze tra le comunità di persone che, eventi come quello appena concluso, possono favorire.

“Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela ciascuno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee” [George Bernard Shaw]