93 milioni
le connessioni IoT attive in Italia
Battuta d’arresto a causa della pandemia nella crescita del mercato dell’internet delle cose, ma nel complesso il mercato tiene con una flessione solo del -3%, passando dai 6,2 miliardi di euro del 2019 ai 6 miliardi del 2020. Sono i calcoli dell’ultima edizione dell’Osservatorio Internet of Things della School of management del Politecnico di Milano, secondo il quale sono 93 milioni le connessioni attive in Italia, di cui 34 milioni cellulari (+10%) e 59 milioni abilitate da altre tecnologie (+15%). Il mercato, secondo i ricercatori, ha tenuto grazie ai servizi a valore aggiunto offerti dalle imprese in grado di raccogliere dati dagli oggetti connessi, il cui valore ha raggiunto i 2,4 miliardi di euro (+4%).
Le dinamiche dei diversi segmenti, tuttavia, non sono identiche. Lo Smart Metering gas ed elettrico, trainato dagli obblighi normativi, rappresenta ancora il 25% del mercato con un valore di 1,5 miliardi di euro, ma è in contrazione del -13%. Al secondo posto si conferma la Smart Car con circa 1,2 miliardi di euro (20%) e in lieve decrescita (-2%), in linea con l’andamento del mercato IoT nel suo complesso. A fine 2020 si contano 7,3 milioni di veicoli connessi, quasi il 45% del parco circolante in Italia, ma non vi è dubbio che il trend sarà quello di dotare tutti gli autoveicoli nuovi di connessione IoT.
In crescita invece del +2% è lo Smart Building (665 milioni di euro), legato prevalentemente alla videosorveglianza e alla gestione dei consumi energetici. Anche la Smart Logistics è in crescita (+4%) con un valore di 610 milioni di euro, grazie alle soluzioni usate per la gestione delle flotte aziendali e di antifurti satellitari e a 1,9 milioni di mezzi per il trasporto merci connessi tramite sim. Lo stesso vale per la Smart City (560 milioni di euro, +8%), che vede un aumento del numero dei progetti avviati dai comuni e i primi esempi di successo di collaborazioni fra pubblico e privato, per la Smart Agriculture che fa un balzo del +17%, anche se con valori ancora ridotti (140 milioni di euro) e per la Smart Factory (385 milioni di euro, +10%). Nel complesso l’Industrial IoT prosegue la crescita e si riduce, pur rimanendo ancora ampio, il divario fra grandi aziende e PMIdel 5% in termini di conoscenza e del 6% per quanto riguarda la presenza di progetti. Le applicazioni più diffuse sono legate alla gestione della fabbrica (Smart Factory, 66% dei casi), soprattutto per il controllo in tempo reale della produzione e dei consumi energetici, poi quelle di supporto alla logistica (Smart Logistics 27%), guidate dalla tracciabilità dei beni nel magazzino o lungo la filiera, e lo Smart Lifecycle (7%), con progetti per migliorare lo sviluppo di nuovi modelli e l’aggiornamento dei prodotti.
Figura 1 – I numeri del mercato italiano Internet of Things
Fonte: School of management Politecnico di Milano, Osservatorio Internet of Things, 2021
Sono invece in calo Smart Home (505 milioni di euro, -5%) e Smart Asset Management in contesti diversi dalle utility (265 milioni di euro, -20%), legato, questo, principalmente al monitoraggio delle macchine utilizzate per il gioco d’azzardo (740.000), degli ascensori (580.000) e dei distributori automatici (130.000).
Per Angela Tumino, direttore dell’Osservatorio IoT, «I numeri di mercato oggi non danno sufficiente ragione del potenziale di crescita dell’Internet delle cose, che può avere un ruolo chiave nella trasformazione digitale del paese. Bisogna guardare con attenzione a due settori che oggi mancano all’appello. Il primo è il retail che potrà innovare grazie anche alle tecnologie IoT. Il secondo è la sanità. Il lascito del Covid è una maggiore attenzione alla telemedicina e alle soluzioni per il monitoraggio dei pazienti da remoto. Le numerose partnership pubblico-privato e il fatto che i dispositivi wearable producono dati certificabili a livello medicale fanno dello Smart Health è uno degli ambiti di sviluppo più interessanti per il futuro».
a cura di Fabrizio Gomarasca @gomafab