Verso la logistica 4.0 con la gestione dei dati
Sostenibilità, tecnologie digitali, evoluzione delle competenze, integrazione dei flussi informativi: sono le sfide individuate dall’Osservatorio Contract logistics del Politecnico di Milano
È in grande fermento la contract logistics, influenzata principalmente da due temi cruciali per la sua evoluzione, quella delle organizzazioni aziendali e delle competenze di chi vi opera: la logistica 4.0 e la sostenibilità ambientale e sociale.
Su questi temi si sofferma l’ultima edizione dell’Osservatorio Contract logistics della School of management del Politecnico di Milano.
«I numeri – dice Marco Melacini, direttore scientifico dell’Osservatorio – parlano di un mercato in salute, pur con qualche incertezza del quadro nazionale e internazionale nell’anno in corso, in cui i confini tradizionali tra i diversi attori tendono a essere sempre più sfumati, come testimoniato anche dalle operazioni di fusione e acquisizione».
Nel 2018, infatti, il fatturato è di 84 miliardi di euro (+0,7% in termini reali rispetto al 2017). Le previsioni per il 2019 rivelano un ulteriore aumento in termini assoluti a 84,5 miliardi, ma con un deciso rallentamento del trend di crescita in termini reali (-0,2%). La crescita del fatturato è legata essenzialmente all’aumento del volume di attività e del grado di terziarizzazione che nel 2017 è stato pari a 41,7% e dell’aumento dei ricavi dei top player (+6,3%) con una redditività media (Ebitda/fatturato) del 3,9%.
Le stesse operazioni di fusione e acquisizione, 76 tra il 2015 e il 2019, che hanno coinvolto fornitori di servizi di logistica internazionale (31) e nazionale (45), con oltre 500 milioni di fatturato complessivo delle aziende acquisite nel corso dell’anno, sono volte principalmente al rafforzamento del network e all’ingresso in nuovi settori industriali, ma cominciano a riguardare anche società fornitrici di tecnologia o startup di incrocio tra domanda e offerta.
Figura 1 – L’evoluzione del fatturato della Contract logistics
Fonte: School of management del Politecnico di Milano “Osservatorio Contract logistics” 2019
La sostenibilità nei magazzini
Cresce l’attenzione alla sostenibilità, con diverse soluzioni di efficienza energetica nei magazzini come l’introduzione di carrelli con batterie agli ioni di litio, l’uso di sistemi di ricarica batterie ad alta frequenza, sensori per il rilevamento del movimento e soluzioni per l’isolamento termico.
I tre principali fattori di consumo energetico dei magazzini sono infatti l’elettricità utilizzata per illuminazione, movimentazione e refrigerazione, il combustibile impiegato per il riscaldamento e la movimentazione, e il refrigerante. Da un’analisi su un campione di fornitori logistici che gestisce un totale di 2 milioni di metri quadri di magazzini, emerge che le soluzioni di efficienza energetica più utilizzate sono i punti luce LED (85% dei metri quadri mappati), seguiti da batterie ad alta frequenza (59% dei metri quadri mappati), sensori di movimento (50%) e soluzioni per l’isolamento termico (48%). Cresce l’impiego di carrelli con battere agli ioni di litio, mentre sono meno adottate il recupero di energia e tecnologie “cool roof”.
L’efficienza energetica e l’attenzione alle condizioni di lavoro assumono maggiore rilevanza negli immobili logistici: il 54% degli operatori ha intenzione di riprogettare i magazzini per ridurne gradualmente l’impatto ambientale fino a essere in grado di generare energia pulita e rivendibile ad altri operatori. L’impatto ambientale è quindi uno dei cinque trend che stanno modificando gli immobili logistici individuati dall’Osservatorio, accanto all’introduzione di soluzioni automatizzate per i sistemi di movimentazione e stoccaggio, all’arrivo di nuovi canali di distribuzione (in primo luogo l’e-commerce), all’attenzione all’impatto ambientale, all’impegno per aumentare la sicurezza degli spazi logistici e allo sforzo per rendere il magazzino più flessibile.
Applicazioni e soluzioni per la logistica 4.0
La logistica 4.0 sta prendendo sempre più piede, sia tra i magazzini che nel trasporto, con soluzioni che automatizzano le attività di stoccaggio, movimentazione, trasporto e strumenti per raccogliere, condividere e trasformare i dati disponibili in informazioni utili a orientare le decisioni di business e a migliorare i processi di gestione del magazzino e delle flotte di veicoli, la digitalizzazione degli scambi informativi e la tracciabilità di consegna. In particolare si deve tenere conto della complessità ed eterogeneità del mondo dell'autotrasporto. Sono state riscontrate applicazioni in molteplici ambiti: load management, yard management, fleet management, booking degli slot di carico/scarico, tracciabilità e digitalizzazione dei flussi informativi.
La tecnologia a supporto dell’acquisizione dei dati (manuale, semiautomatica o completamente automatizzata) ne consente la raccolta con frequenze variabili fino ad arrivare al tempo reale. Gli esempi sono in parte già in atto o in fase sperimentale, ma la direzione è ormai chiara. «Il 5G – sottolinea Stefania Gilli, IoT county manager Vodafone Italia – sarà una tecnologia disruptive in questo ambito. Con un milione di oggetti connessi al chilometro quadrato e con una latenza inferiore ai 10 millisecondi, non è difficile pensare che il platooning, la possibilità cioè per i mezzi di viaggiare in convoglio in maniera autonoma, seguendo le decisioni prese dall’autista del primo veicolo della fila o che i sistemi robotizzati per le consegne last mile siano presto una realtà».
Le soluzioni sono molteplici: l’inserimento dei vari stati della consegna da parte dell’autista attraverso una app, la fotografia delle targhe dei mezzi in entrata o in uscita fatta dall’operatore in guardiola, l’acquisizione automatica della posizione del device tramite Gps o del mezzo di trasporto in entrata o in uscita da un confine predefinito (Geofencing). E ancora, l’utilizzo di sensori NbIoT (Narrow band IoT) installati nel piazzale per la gestione dei veicoli nelle baie di carico o di sensori di apertura/chiusura dei locker e il platooning già descritto.
Anche nelle consegne al cliente finale si parla di last mile 4.0. Marco Cossu, ceo Energo Logistics ne spiega l’evoluzione: «Già oggi entriamo nelle case dei consumatori per conto di tutti gli attori della filiera monitorando il processo di consegna con status e goods check e alert automatici dedicati. Il prossimo passo è quello di favorire la customer experience del cliente con consegne programmate, tracking in tempo reale, nuovi canali di comunicazione».
Sono sempre più i casi, poi, commenta l’Osservatorio in cui l’elaborazione dei dati supporta la pianificazione e le decisioni strategiche, grazie anche alla nascita e alla diffusione di strumenti di business intelligence.
Resta però il fatto che l’implementazione della logistica 4.0 non è un problema di tecnologia ma principalmente di organizzazione aziendale e di gestione delle informazioni.
«La tecnologia non è più una barriera all’adozione, mentre gli ostacoli percepiti sono la necessità di adattare i sistemi informativi e i modelli organizzativi (26%), l’esigenza di cambiare modalità di lavoro (21%) e la capacità di gestione del dato (21%)», afferma Melacini riferendosi a una survey condotta dall’Osservatorio.
Figura 2 – le criticità riscontrate nell’implementazione della logistica 4.0
Fonte: Fonte: School of management del Politecnico di Milano “Osservatorio Contract logistics” 2019
Organizzazione, competenze e integrazione
La logistica 4.0 richiede un’evoluzione delle competenze già presenti in azienda, soprattutto nei ruoli decisionali, che devono essere in grado di innovare i processi e prendere decisioni basate sull’analisi dei dati, e necessita di nuove abilità legate a big data, intelligenza artificiale e automazione. «La capacità di unire tecnologia e organizzazione, adattando i nuovi strumenti ai diversi contesti e investendo sulle persone e sullo sviluppo di competenze, è la base per la logistica di domani», spiega Damiano Frosi, direttore dell’Osservatorio Contract Logistics
«Non bisogna tralasciare – conclude Melacini – il fatto che per costruire una logistica 4.0 diventa necessaria l’integrazione dei diversi processi sia relativi alla singola azienda che di filiera». Come afferma Andrea Pifferi, general manger Tesisquare, «il settore richiede un adattamento continuo, non esiste un modello di riferimento preciso, ma occorre la capacità di misurarsi con un eterno work in progress in maniera agile per innescare comportamenti virtuosi. Occorre pensare al baricentro, al di fuori dei processi interni all’azienda, con spirito collaborativo».
A cura di Fabrizio Gomarasca @gomafab