Tutti attorno a un tavolo, la logistica taglia i costi così
Quanto si può risparmiare se produttori e gdo si mettono assieme per trovare il “processo di riordino ottimo per la filiera”? La risposta è arrivata da un gruppo di lavoro coordinato da ECR Italia, che ha coinvolto circa 30 aziende e ha prodotto una guida pratica per gli operatori.
Chi fa per sé paga di più. Potrebbe essere riassumibile così il problema dei cosiddetti riordini non ottimali, che affligge tanto i produttori di beni di largo consumo che i distributori. Quando non c’è coordinamento tra le due parti ci si ritrova con camion mezzi vuoti per le strade: uno spreco di denaro e una fonte di inquinamento e di traffico.
Un coordinamento tra produttori e gdo sarebbe utile per tutti ma finora è stato molto difficile da perseguire. I limiti non sono solo di tipo culturale ma anche di tipo operativo. Trovare basi di dati comuni, individuare con precisione le possibili fonti di risparmio e poi dividersi i benefici è un obiettivo difficile da perseguire, che viene sovente abbandonato proprio a causa delle complessità che comporta. Tuttavia, le aziende che volessero provarci oggi hanno degli strumenti per riuscirci. Li mette loro a disposizione GS1 Italy in ambito ECR Italia, che dopo un lavoro di ricerca durato diversi anni ha pubblicato diversi strumenti di lavoro ad hoc:
- Un blue book.
- Un vademecum che ha individuato in un percorso di 9 passi il processo per ottimizzare il riordino di filiera.
- Un tool di simulazione, SI.RI.O..
«Il progetto di ricerca», spiega Fabrizio Dallari, professore di logistica LIUC Università Cattaneo, «è partito nel 2009, quando ECR Italia commissionò una prima mappatura dei flussi delle merci del largo consumo in Italia con più di 60 aziende coinvolte direttamente e più di 170 online. Furono poi individuate diverse criticità specifiche: la gestione non efficiente dei pallet, la saturazione non ottimale dei mezzi di trasporto, l’eccesso di trasporto sui camion di merci che avrebbero potuto viaggiare sui treni. Nell’ultimo anno e mezzo l’obiettivo è stato più nello specifico quello di ottenere dei “riordini ottimi per la filiera”». Il progetto è stato guidato da circa 30 aziende, in particolare dai project sponsor Conad e Nestlé Italiana, e sono stati svolti nove progetti pilota. Oltre alla LIUC ha avuto un ruolo attivo anche il Politecnico di Milano, attraverso il prof. Gino Marchet, recentemente scomparso.
«Il primo successo della sperimentazione», commenta Giuseppe Luscia, responsabile progetti ECR supply di GS1 Italy, «è stato mettere attorno a un tavolo i responsabili della logistica e commerciali di aziende di produzione e distribuzione. Il vero valore aggiunto del progetto, tuttavia, è stata la messa a punto di un software di simulazione dei costi del processo order-to-delivery (OTD), chiamato SI.RI.O.».
L’ultimo passaggio chiave riguarda la distribuzione dei benefici che si ottengono dal “riordino ottimo per la filiera”. In linea generale questi vantaggi tendono a concentrarsi molto sui produttori e poco sui distributori. Una beffa per i distributori? No, se successivamente si trova un nuovo equilibrio tramite lo strumento degli sconti logistici. Per risparmiare è essenziale che le due parti si parlino, almeno una volta all’anno. È logico che i benefici trovino una successiva equa ripartizione.
A cura di Fabrizio Patti
Per maggiori informazioni è possibile visitare la pagina web di GS1 Italy dedicata alla riprogettazione della supply chain.