01. Diamo alla sostenibilità nella distribuzione moderna un significato concreto
Federdistribuzione ha presentato a Roma la nuova edizione del Bilancio di Sostenibilità di Settore (BSS), realizzato con la collaborazione di Altis, Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
L’evento si è svolto presso la sala Zuccari del Senato della Repubblica e ad aprire il convegno è stata la senatrice Simona Vicari, sottosegretario di Stato del Ministero dello Sviluppo Economico. I lavori sono poi proseguiti con l’intervento del presidente di Federdistribuzione Giovanni Cobolli Gigli che ha illustrato il significato della seconda edizione del Bilancio di Sostenibilità e del prof. Mario Molteni, direttore di Altis, che ne ha presentato i principali contenuti e risultati. Gli argomenti sollevati nelle relazioni introduttive sono stati poi discussi in due tavoli di confronto che hanno visto la partecipazione di imprese, associazioni ed esponenti del mondo politico e istituzionale.
La prima tavola rotonda si è focalizzata sui temi della tutela ambientale e del lavoro nella Dmo. Hanno preso parte alla discussione il senatore Maurizio Sacconi, presidente 11^ Commissione Lavoro Senato; il senatore Giuseppe Marinello, presidente 13^ Commissione Ambiente Senato; Nicola Scattolin, direttore risorse umane e organizzazione OVS SpA; Valerio Di Bussolo, press and pr manager IKEA; Alessandro Mele, direttore generale Cometa Formazione e Gaetano Benedetto, direttore politiche ambientali WWF.
Il secondo momento di incontro si è focalizzato sulle relazioni di filiera e in particolare sui rapporti con fornitori e clienti. Hanno partecipato alla tavola rotonda Luigi Mastrobuono, direttore generale Confagricoltura; Alberto Frausin, amministratore delegato Carlsberg Italia; Massimiliano Dona, segretario generale Unione Nazionale Consumatori; Andrea Giussani, presidente Fondazione Banco Alimentare; Maniele Tasca, direttore generale SELEX Gruppo Commerciale; Mario Gasbarrino, consigliere delegato Unes - Gruppo FINIPER.
Le tavole rotonde sono state moderata da Dario Di Vico editorialista del Corriere della Sera. I lavori sono stati chiusi da Giovanni Pitruzzella, presidente dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
In apertura del convegno Simona Vicari ha dichiarato: «Il compito della politica è quello di proseguire incessantemente nell’attività di sviluppo e semplificazione delle norme e nel sostegno delle prassi che riguardano i diritti sociali, la salute, la sicurezza sul lavoro e l’ambiente, mentre sul versante delle imprese la grande sfida è quella di ragionare in ottica di sistema, promuovendo sinergie tra sviluppo economico e sostenibilità, superando vecchie concezioni che vedevano i due aspetti anacronisticamente antitetici. L’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, la riduzione dell’utilizzo delle risorse idriche, la caratteristica di basso impatto ambientale dei mezzi utilizzati per il trasporto delle merci, la gestione efficiente della logistica lungo la filiera, la riduzione degli imballaggi e l’ottimizzazione nella gestione dei rifiuti rappresentano le pietre miliari sopra le quali dobbiamo basare lo sviluppo del terzo millennio. È evidente che il tema della salute e sicurezza sul lavoro non può certo esaurirsi nel solo rispetto delle norme relativamente alla propria impresa, ma ha a che vedere, inevitabilmente, con la volontà e la capacità di selezionare fornitori altrettanto rispettosi delle norme».
La seconda edizione del BSS vuole non solo proseguire la narrazione cominciata nel 2012 con la presentazione della sua prima realizzazione, ma vuole anche dare evidenza del cammino intrapreso sui temi della sostenibilità da parte delle imprese della Dmo, pur in un momento di profonda crisi economica e crollo della domanda interna come quello attuale.
«Con l’evento di oggi vogliamo trasmettere l’idea che l’impegno delle imprese nei confronti dell’ambiente, di collaboratori e clienti, verso i fornitori e verso la comunità non è sporadico o casuale, ma rappresenta un atto consapevole, che entra a far parte della più autentica strategia d’impresa e sul quale il commitment è molto forte. – Ha dichiarato Giovanni Cobolli Gigli - È la testimonianza che la sostenibilità non viene più intesa solo come una leva di posizionamento ma sta diventando una leva economica. C’è un termine che, secondo noi, sintetizza e racchiude il concetto di sostenibilità perseguito dalle imprese distributive: è il fair price, cioè il prezzo giusto, equo, al quale il consumatore può soddisfare il proprio bisogno. Il consumatore non compra solo un prodotto, ma compra tutto quello che c’è intorno: compra convenienza, servizio, scelta, qualità, sicurezza, ambientazione, igiene, competenza del personale. Ma compra anche rispetto della legalità, applicazione dei contratti di lavoro, correttezza fiscale e vera concorrenza tra operatori.
Questa è, secondo noi, la sostenibilità: non un concetto astratto o indefinito, vago, ma una serie di azioni concrete, che creano distintività rispetto agli altri operatori del mercato e che oggi sono documentate dalla seconda edizione del Bilancio di Sostenibilità.
Attraverso la realizzazione del BSS abbiamo voluto anche fare chiarezza su alcuni temi importanti per la vita delle nostre imprese, dei territori e della società. Due ci stanno particolarmente a cuore, perché riguardano argomenti sui quali soffriamo un’immagine che non riteniamo adeguata a ciò che in realtà facciamo. Il primo è legato all’ambiente. Le aziende della Dmo sono consapevoli degli impatti che le proprie strutture hanno sul territorio e proprio per questo adottano pratiche virtuose indirizzate a limitarne al massimo gli effetti; pratiche che vanno dalla ricerca di continua efficienza energetica (utilizzo di fonti rinnovabili) e di diminuzione del consumo di risorse come l’acqua, all’ottimizzazione della gestione dei rifiuti, alla riduzione e riutilizzo degli imballi fino ai programmi di reimpiego di materiali invenduti (per quanto riguarda le aziende del non alimentare) e di donazione delle eccedenze alimentari (due azioni, queste ultime, che contribuiscono a ridurre i prodotti destinati a rifiuto). Tutte attività che trovano una loro naturale implementazione nei nuovi punti vendita o in quelli che vengono ristrutturati, ciascuno dei quali rappresenta un passo avanti in ambito di collocazione della realtà commerciale nel tessuto locale. Il BSS descrive e quantifica queste attività, dando ragione di tutto ciò che viene implementato per la sostenibilità ambientale. Il secondo tema riguarda il lavoro nella Dmo, spesso additato come “precario”. La struttura della forza lavoro nelle nostre imprese vede, nel 2014 (dato recentissimo misurato da PricewaterhousCoopers e aggiornato anche rispetto a quanto pubblicato nel BSS), il 92% dei collaboratori con contratto a tempo indeterminato, a fronte di una media nazionale dell’86%. Sono collaboratori per la maggior parte donne (58%), giovani (l’85% ha meno di 50 anni) e istruiti (il 62% ha un diploma superiore o una laurea). Il capitale umano è un fattore fondamentale per il successo delle nostre imprese e deve essere valorizzato: gli investimenti in formazione per ogni collaboratore (Full Time Equivalent) nel 2014 è risultato pari a 2,3 volte quello realizzato nel 2006.
Nelle aziende si sviluppano scuole per la formazione di professioni quali panettieri, salumieri, macellai ma anche visual merchandiser, falegnami, personal shopper, ecc. Anche questo capitolo sul lavoro è ampiamente trattato nel BSS, per descrivere una realtà viva, nella quale la ricerca della conciliazione vita-lavoro è una priorità tenuta in grande considerazione»conclude il presidente di Federdistribuzione.
Il Bilancio di Sostenibilità di Settore pone in evidenza le attività intraprese dalle aziende nei principali ambiti nei quali si esercita la RSI (Responsabilità sociale d’impresa): clienti, collaboratori, fornitori, ambiente, comunità, corporate governance, comunicazione istituzionale e certificazioni volontarie. Dalla nuova edizione emerge un settore in movimento verso una maggiore consapevolezza del proprio impatto sociale e ambientale. Rispetto alla prima edizione del Bilancio, l’impegno delle aziende della distribuzione è cresciuto. Infatti, verificando gli indicatori misurati sia nel 2012 che nel 2014, cresce il numero di imprese che ha messo in atto buone pratiche nei confronti dei clienti (+11%), dei collaboratori (+9%), dei fornitori (+15%), dell’ambiente (+5%), delle comunità (+3%), della corporate governance (+2%) e della comunicazione (+12%). Mentre per quanto riguarda l’area “certificazioni”, si registra una variazione nulla. Questo a causa della natura del processo di certificazione che richiede tempi lunghi e investimenti consistenti.
«Dal punto di vista dei contenuti, rispetto alla prima edizione, che pur aveva il merito di mettere a sistema per la prima volta l'impatto economico sociale e ambientale della Dmo sul sistema paese, il BSS 2014 rappresenta una decisa evoluzione in termini di rendicontazione: gli indicatori presentati nel 2014 sono stati 96 contro i 49 della prima edizione del Bilancio; le Best Practices delle aziende sono passate dalle 15 del 2012 alle 60 per la nuova edizione» - ha dichiarato il professor Mario Molteni di ALTIS.
«Ancor più rilevanti, però, i risultati emersi: l’analisi del trend in merito alla diffusione di pratiche di RSI nelle aziende associate delinea l'immagine di un settore caratterizzato da grande dinamismo e creatività, prova ne è non solo l’incremento del livello di adesione alle istanze di RSI, rispetto alla prima edizione del BSS, ma anche la presenza di soluzioni estremamente creative ideate dalle imprese per rispondere alle istanze sociali e ambientali dei propri stakeholder. La seconda edizione del Bilancio di Sostenibilità di Settore racconta di aziende che credono e investono in iniziative di responsabilità sociale e ambientale, assumendo il ruolo di propulsore di crescita. Poste a valle del processo produttivo e direttamente in contatto con il mercato finale, le aziende della Dmo sono in grado di influenzare profondamente le filiere produttive a monte e costituiscono il punto di dialogo privilegiato con consumatori/clienti. Consapevoli di ciò, le aziende associate aumentano gli investimenti prioritariamente in iniziative di RSI a favore di fornitori (trend di crescita rispetto al 2012 del +15%) e clienti (trend di crescita rispetto al 2012 del +11%) e nelle attività di comunicazione della RSI (+ 12% rispetto al 2012) facendosi interpreti del ruolo di acceleratori di un percorso di responsabilità sociale di impresa volto a sensibilizzare, creare consapevolezza e orientare i comportamenti di persone e aziende».
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