Il divario di genere secondo l’Ocse
Proprio mentre in Italia la discussione sulla parità di genere imperversa, in occasione dell’8 marzo, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) ha diffuso i dati sul gap esistente tra uomo e donna nell’impiego del tempo nell’arco della giornata.
E i dati dimostrano che vi è ancora un enorme divario di genere nel lavoro non retribuito in molti Paesi. Per esempio, solo per restare in Europa, le donne turche utilizzano il tempo maggiore - 377 minuti - in attività lavorative non pagate, come i lavori domestici o fare la spesa, più del doppio di quanto facciano gli uomini norvegesi - 180 minuti - che sono riconosciuti come i più coinvolti in queste attività, non solo in Europa ma in assoluto.
Per quanto riguarda l’Italia, la fotografia che ne esce non fa che rappresentare un divario di genere che stenta a essere colmato, e che la crisi potrebbe avere ulteriormente allargato (i dati raccolti dall’Ocse per il nostro Paese si riferiscono al 2008).
Italia: tempo impiegato per differenti attività - Minuti al giorno - Fonte: Ocse
F |
M |
|
Lavoro retribuito/studio |
162 |
283 |
Lavoro non retribuito |
290 |
110 |
ura della persona |
697 |
697 |
Tempo libero |
279 |
342 |
Altro |
11 |
8 |
È sulle attività non retribuite, che comprendono le cure per i bambini e gli adulti, i lavori domestici e fare la spesa, che il gap è elevato. Contro i 110 minuti impiegati dagli uomini, le donne occupano 290 minuti, quasi tre volte tanto. In Olanda sono rispettivamente 184 e 273, in Spagna 154 e 258 minuti, in Svezia 141 e 207. La media Ocse è di 141 minuti per gli uomini e 273 per le donne.
Per quanto riguarda invece il tempo dedicato alla cura della persona - compreso il riposo e il cibo - il gap uomo-donna è praticamente annullato (697 minuti dedicati per entrambi, contro una media Ocse di 655 per le donne e 639 minuti per gli uomini). Una tendenza, peraltro, molto in linea con i Paesi dell’Europa meridionale.
Utilizzo del tempo nel mondo per alcune attività - Minuti al giorno - Fonte: Ocse
Dal 2010 la Gender Initiative dell’Ocse esamina le barriere alla parità di genere in particolare per quanto concerne l’educazione, il lavoro e l’imprenditorialità. Il segretario generale dell’organizzazione Angel Gurría ha sottolineato che «Nonostante gli enormi progressi degli ultimi 50 anni, rimane ancora molta strada per raggiungere una reale parità di genere. Il genere è forse la risorsa meno considerata per l’economia e la società e questo vale per molti paesi, anche a differenti stadi di sviluppo. Il gap è ancora ampio. Le opportunità per le donne non sono le stesse nel campo dell’educazione, nel mercato del lavoro, nell’imprenditorialità e in politica. È uno spreco per gli individui, ma anche un ostacolo per realizzare il pieno potenziale delle nostre economie. Cambiare questo stato di cose è più che un imperativo economico. Per affrontare le sfide economiche di oggi dobbiamo utilizzare tutte le fonti per la crescita. E non dobbiamo gettare il contributo delle donne».
A cura di Fabrizio Gomarasca