\r\n\r\n

Innovazione Largo consumo

RFID ed EPC: servono standard per una tracciabilità intelligente della supply chain

Al Politecnico di Bari, l’Accademia Italiana AIDC ha acceso i riflettori su RFID, EPC e tecnologie emergenti per la tracciabilità di filiera. L’intervento di GS1 Italy ha chiarito perché senza standard condivisi non può esistere una supply chain realmente intelligente

Identificazione intelligente: l’ecosistema RFID-EPC per una tracciabilità di filiera

Nelle scorse settimane, il Politecnico di Bari ha ospitato per la prima volta una tappa dell’Accademia Italiana AIDC, l’iniziativa nata nel 2008 per diffondere la cultura dell’identificazione automatica e delle tecnologie di data capture (acquisizione di informazioni da varie fonti e alla loro conversione in un formato digitale, ndr). Il titolo dell’incontro, Le tecnologie AIDC per la supply chain: dall’intelligenza artificiale alla RFID”, ne anticipava gli obiettivi: offrire una panoramica concreta e multidisciplinare sui trend che stanno rivoluzionando la filiera logistica e produttiva.

Organizzato negli spazi del BINP – Boosting Innovation in Poliba, l'incubatore del Politecnico di Bari – l’evento ha visto alternarsi sul palco esperti di università, industria, provider tecnologici e organizzazioni di standardizzazione, con un’agenda densa di contenuti, testimonianze dirette e dimostrazioni live su impianti in funzione.

AI, RFID e robotica: tecnologie per una supply chain intelligente

Nel corso della giornata si è parlato di intelligenza artificiale come fattore abilitante per la gestione della supply chain, grazie all’intervento di Pietro Lanza, director of sales technology di IBM Italia, di robotica collaborativa applicata alla logistica nel case study presentato da Alessandro Battaglia, Italy country manager di BlueStar, e di gestione del dato variabile attraverso le tecnologie di stampa e marcatura illustrate da Aldo Pisanello, cto e strategy manager di Finlogic.

I lavori sono stati aperti dal professor Umberto Panniello professore associato ingegneria economico-gestionale del Politecnico di Bari, che ha proposto una riflessione sull’evoluzione dei modelli di business abilitati dalle tecnologie AIDC, con un focus sulla convergenza tra RFID e AI.

Presente nel panel dei relatori anche Linda Vezzani, standard manager di GS1 Italy, che ha posto l’attenzione sull’identificazione intelligente come chiave per una tracciabilità interoperabile, scalabile e affidabile.

L’ecosistema RFID-EPC secondo GS1: tecnologia e standard insieme

Intitolato L’identificazione intelligente: l’ecosistema RFID-EPC per una tracciabilità di filiera”, l’intervento di Linda Vezzani ha posto l’attenzione su un aspetto spesso trascurato: la tracciabilità non dipende solo dalla tecnologia utilizzata, ma dalla presenza di un linguaggio condiviso che permetta ai dati di essere interpretati in modo uniforme lungo tutta la supply chain.

È proprio questo il compito degli standard GS1, che si fondano su tre funzioni essenziali:

  • Identificare univocamente ogni prodotto.
  • Raccogliere i dati in modo automatico.
  • Assicurare che queste informazioni possano essere comprese e scambiate tra tutti gli attori della filiera.

In questo contesto, l’EPC (Electronic Product Code) non è una tecnologia, ma uno standard di codifica che consente di rappresentare digitalmente l’identità di un oggetto, anche quando questa viaggia su etichette RFID.

Vezzani ha chiarito la distinzione tra RFID, che è la tecnologia fisica per la lettura automatica dei dati, ed EPC, che fornisce la struttura semantica per renderli significativi e interoperabili. Senza l’EPC, un tag RFID resterebbe un contenitore opaco: solo unendo tecnologia e standard si ottiene una identificazione intelligente, in grado di supportare una tracciabilità efficace e trasversale ai diversi sistemi informativi.

EPC e RFID vanno adottati insieme nella tracciabilità di filiera

«Parlare di tracciabilità significa saper rispondere a tre domande: cosa è successo, dove è successo e quando. Ma soprattutto significa poterlo fare in modo coerente e interoperabile tra soggetti diversi. Per riuscirci, serve un linguaggio comune: è questo il valore aggiunto dell’approccio EPC-RFID», ha spiegato Linda Vezzani.

GS1 Italy lavora per promuovere proprio questo approccio integrato, sottolineando i limiti di un’adozione isolata della sola tecnologia RFID. Se quest’ultima consente una raccolta del dato veloce e precisa, è l’EPC a garantire che quel dato sia leggibile, persistente, interpretabile da ogni attore della filiera, senza ambiguità.

Senza un riferimento standardizzato, ogni soggetto potrebbe adottare codifiche proprie, rendendo impossibile una tracciabilità end-to-end. Con l’EPC, invece, il tag RFID diventa un veicolo di informazione strutturata, integrabile nei sistemi aziendali, leggibile dai partner e utile all’automazione.

Non si tratta solo di efficienza operativa, ma di costruire una supply chain digitale e trasparente, basata su un’architettura aperta, indipendente dal supporto fisico, multi-settoriale e pensata per accompagnare la complessità dei processi industriali contemporanei.

«L’identificazione intelligente non è solo questione di tecnologia, ma di governance dei dati e di comunicazione tra sistemi. È ciò che rende possibile una vera tracciabilità di filiera», ha concluso Linda Vezzani.


Sul sito di GS1 Italy, scopri come automatizzare la codifica con EPC/RFID, per aumentare la visibilità dei tuoi prodotti lungo la supply chain e l'accuratezza dei dati.

Condividi