
La recente Assemblea 2025 di IBC, l’Associazione che riunisce più di 35 mila imprese che producono beni di consumo, sviluppando un giro d’affari di circa 500 miliardi di euro, è stata l’occasione per un franco confronto sullo stato dell’arte dell’economia italiana, con i dovuti e urgenti riferimenti allo scenario internazionale. Flavio Ferretti, presidente di IBC e amministratore delgato di Noberasco, ha predicato prudenza, sottolineando che in un quadro geopolitico ed economico all’insegna dell’incertezza «le nostre aziende hanno difficoltà a impostare piani di attività e investimento, a fronte di fattori come gli elevati costi dell’energia, la volatilità del prezzo delle materie prime e le difficoltà di approvvigionamento, l’elevata pressione fiscale».
I consumi degli italiani
Le stime diffuse nel corso dei lavori indicano consumi nazionali in debole crescita, con un aumento dello 0,8% rispetto al +0,4% dello scorso anno e un rallentamento del potere d’acquisto: +0,8% contro il +2,0% del 2024. Non stupisce che resti elevata, come rileva l’analisi di Ref Ricerche presentata da Fedele De Novellis, partner della società, la propensione al risparmio delle famiglie (9,5% di incidenza sul reddito). Una prudenza confermata dai dati sulla dinamica della domanda presentati da Marco Pellizzoni, commerciale director consumer panel dell’istituto di ricerche YouGov, che segnalano un forte ricorso alle promozioni per contenere lo scontrino, acquisti ridotti ma più frequenti e l’affermazione del discount, la cui penetrazione è arrivata all’88,7%.
È tempo di partnership
In questo scenario, appare sempre più urgente trovare aree di concreta partnership tra gli attori del largo consumo. Un tema cruciale, al centro dell’intervento di Francesco Del Porto, presidente di GS1 Italy e president region Italy Barilla. «GS1 Italy intende proporsi non come “terza parte”, ma dev’essere percepita sempre più come un vero e proprio asset a disposizione delle aziende. Non a caso, il nostro piano strategico 2024/2026 è basato sul rilancio della collaborazione tra Industria e Distribuzione. Come? Attraverso l’impegno delle oltre 40 mila imprese utenti a fare propri e promuovere standard e processi già disponibili, che hanno già dimostrato di generare un impatto, ma non sono ancora sufficientemente diffusi all’interno del nostro sistema».
La radiografia della filiera mette in evidenza, nell’analisi di Del Porto, un eccesso di domanda, una forte frammentazione delle imprese e costi logistici inferiori rispetto alla media europea.
«L’innovazione di processi che rappresentano l’infrastruttura del nostro sistema non è più rinviabile», ha affermato il presidente.
GS1 Italy ha individuato tre macro-aree strategiche di intervento, all’interno delle quali disponiamo di un kit di soluzioni già disponibili:
- Digitalizzazione
- Efficientamento della supply chain
- Sostenibilità
«Per esempio, in tema di digitalizzazione – ha sottolineato Del Porto – ci sono due percorsi ormai indispensabili: l’allineamento delle anagrafiche di prodotto, sulla quale interviene il servizio Allineo di GS1 Italy Servizi, e l'EDI (Electronic Data Interchange, lo scambio elettronico dei documenti commerciali) in standard GS1, un’area nella quale la filiera è in forte ritardo, complice la scarsa conoscenza degli strumenti e la bassa consapevolezza dei benefici che ne derivano. Qui va sottolineato anche il ruolo della leadership. Questi processi impattano su tutta l’organizzazione: per innescarli efficacemente serve il coinvolgimento organizzativo forte, che deve provenire anche dal vertice delle imprese.
Dobbiamo essere più disposti a condividere e collaborare, perché abbiamo un fortissimo bisogno di efficienza» ha concluso Del Porto.