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Economia e consumi Largo consumo

Inflazione su, secondo il paniere Istat 2025

Finalmente il Covid-19 lascia il paniere della spesa degli italiani per dare spazio a speck, topper per materassi e cura degli animali domestici

Paniere Istat 2025

C'è un'Italia che cambia e c'è l'Istat (Istituto nazionale di statistica) che dal 1928 attraverso lo strumento del paniere fotografa le abitudini e le tendenze del paese attraverso le scelte di consumo di chi lo abita e tramite l'evoluzione di norme e classificazioni. Il paniere è proprio come una borsa della spesa da cui, per scelta dei consumatori, entrano o escono oggetti e prodotti del largo consumo, ed è un mezzo importante per misurare l'inflazione che a gennaio ha già rialzato la testa: secondo le stime preliminari dell'Istat, l'indice dei prezzi al consumo fa registrare un aumento mensile dello 0,6% e dell'1,5% su gennaio 2024 rispetto al +1,3% registrato a dicembre. A pesare è soprattutto l'esaurirsi delle spinte deflazionistiche dei prezzi di gas e luce, a seguito della cospicua impennata dei prezzi (+27,8% rispetto a gennaio 2024) della componente regolamentata.

L'inflazione rialza la testa

Ma contribuiscono all'inflazione pure le tensioni sui prezzi degli alimentari lavorati (+2,0%), i cui effetti si manifestano anche sul cosiddetto carrello della spesa: i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona mostrano un aumento dell'1,8%.

Nel paniere 2025 – utilizzato sia per il calcolo dell’indice NIC (utilizzato per la misura dell'inflazione per l'intera collettività nazionale) sia per quello FOI (misura dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati) – figurano 1.923 prodotti elementari (erano 1.915 nel 2024), raggruppati in 1.046 prodotti e, successivamente, in 424 aggregati, mentre quello utilizzato per il calcolo dell’indice IPCA (la misura dei prezzi al consumo, armonizzato a livello europeo) comprende 1.944 prodotti elementari (erano 1.936 nel 2024), raggruppati in 1.065 prodotti e 428 aggregati.

35 milioni di quotazioni di prezzo

Per elaborare il paniere 2025 l'Istat analizza ogni mese circa 35 milioni di quotazioni di prezzo – di fonte scanner data e provenienti dalla grande distribuzione organizzata (GDO) – suddivise in 12 divisioni di spesa monitorate attraverso un campione di circa 4.250 punti vendita, appartenenti a 19 grandi gruppi della distribuzione al dettaglio, rappresentativi dell’intero territorio nazionale. A queste se ne aggiungono ulteriori 388 mila raccolte sul territorio dagli Uffici comunali di statistica (UCS), mentre circa 237 mila sono radunate dall’Istat (direttamente o tramite fornitori di dati) e circa 214 mila sono rappresentate dalle quotazioni provenienti dalla base dati dei prezzi dei carburanti del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

90 comuni e 45 mila rilevazioni

Nel 2025 sono 90 i comuni (in cui risiede l’84% della popolazione residente in Italia) che contribuiscono con oltre 45 mila rilevazioni in punti vendita, imprese e istituzioni al calcolo degli indici per l’intero paniere dei prodotti a rilevazione tradizionale. Altri 10 comuni (in cui risiede un ulteriore 5,1% della popolazione) effettuano la rilevazione solo per alcune tariffe e servizi locali, mentre sono oltre 2.900 le abitazioni considerate unità di rilevazione per i canoni d’affitto di abitazione di ente pubblico.

Infografica Paniere Istat 2025

Benvenuto speck, addio Covid-19

Nel 2025 tra i nuovi prodotti che entrano nel paniere, in quanto più rappresentativi dei consumi delle famiglie italiane, ci sono:

  • Lo speck.
  • Il pantalone corto donna.
  • La lampada da soffitto.
  • La camera d'aria.
  • Il topper per materasso.
  • Il cono gelato.
  • Le spazzole tergicristalli.
  • I sacchetti igienici per cani.
  • La ciotola per cani e gatti.

Rispetto a un anno fa escono invece, tra gli altri:

  • Il test sierologico anticorpi Covid-19.
  • Il tampone molecolare Covid-19.

Casa, ma quanto mi costi

Due rilievi importanti: da un lato, il paniere decreta la sempre più numerosa e importante presenza di cani e gatti nelle nostre famiglie, dall’altro l'Istat chiude definitivamente il capitolo “pandemia”.

Guardando l’indice di prezzi al consumo, considerando le divisioni di spesa con peso in crescita, l'aumento più elevato in termini assoluti riguarda l’abitazione con le spese di acqua, elettricità e combustibili (+0,6335 punti percentuali). Seguono l'aumento dei trasporti (+0,5505), dei servizi ricettivi e di ristorazione (+0,2383), di bevande alcoliche e tabacchi (+0,1053) e istruzione (+0,0532). Riguarda invece il settore ricreazione, spettacoli e cultura la diminuzione più marcata (-0,6785) in fatto di divisione di spesa).

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