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04. Green claim, come usarli per evitare il greenwashing

Intervista a Roberta Iovino, researcher e assistant professor in sustainability management Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa

D: Che cos’è un green claim?

R: Secondo la definizione aggiunta alla direttiva 29 del 2005 sulle pratiche commerciali sleali dalla recente direttiva 2024/825/UE, per green claim si intende un messaggio o rappresentazione, a carattere non obbligatorio, che in qualsiasi forma (testuale, grafica, con simboli o marchi) asserisce che un prodotto, un servizio, una marca o un operatore economico ha un ridotto impatto sull’ambiente o è meno dannoso di altri o ha migliorato il proprio impatto ambientale nel corso del tempo.

D: Qual è il contesto normativo europeo di riferimento per l’uso dei green claim?

R: Per arginare il fenomeno delle etichette ingannevoli, vaghe e fuorvianti è in atto un cambio normativo a livello europeo. Da marzo 2024 è entrata in vigore la direttiva (UE) 825/2024 che mira a proteggere il consumatore da informazioni ingannevoli. Questa direttiva va a integrare la direttiva 29 del 2005 sulle pratiche commerciali sleali con l’aggiunta della definizione di green claim (riportata sopra) e delle definizioni di green claim generico e di eccellenza nelle prestazioni ambientali. Inoltre sono state inserite delle limitazioni nell’uso dei claim su obiettivi futuri e soprattutto è stato modificato l’Allegato 1, la cosiddetta black list che elenca tutte le pratiche sempre vietate e nella quale sono stati inseriti nuovi divieti che riguardano i messaggi ambientali.

È invece in fase di proposta la direttiva sugli explicit green claim, ovvero sulle asserzioni ambientali esplicite (testuali, verbali o incluse in un label di sostenibilità), che prevede una serie di requisiti da rispettare prima di usare uno di questi green claim sul mercato.

D: Quali sono i divieti introdotti nella black list?

R: È vietato:

  • Esibire un marchio di sostenibilità se questo non è basato su un sistema di certificazione.
  • Formulare un’asserzione ambientale generica (ecologico, green, ecofriendly) per la quale l’operatore non è in grado di dimostrare l’eccellenza delle prestazioni ambientali cioè un’etichetta di tipo 1 come l’Ecolabel o un’altra etichetta rispondente alla ISO 14024.
  • Amplificare il claim facendo credere che il vantaggio ambientale riguarda l’intero prodotto o l’intera attività economica, mentre riguarda solo un componente o una parte.
  • Dire che un prodotto ha un ridotto impatto sul cambiamento climatico (carbon neutral o carbon friendly) se per il calcolo delle emissioni nette vengono utilizzate delle compensazioni con crediti di carbonio esterni alla catena del valore. I crediti di carbonio acquistati non potranno essere fatti ricadere su un singolo prodotto ma in generale sul comportamento aziendale.
  • Presentare dei requisiti già imposti per legge come una prerogativa dell’azienda.

Per il recepimento da parte degli stati membri della direttiva europea 2024/825 sono stati concessi due anni e a partire dal 27 settembre 2026 le aziende dovranno aggiornare le proprie pratiche di comunicazione, se stanno violando alcuni di questi divieti. Chi trasgredisce verrà sanzionato con multe che andranno da 5 mila a 10 milioni di euro.

D: Gli studi LCA, su cui si fonda il progetto Sostenibilità nelle categorie di prodotto di GS1 Italy,  sono coerenti con quanto sta avvenendo a livello normativo poiché costituiscono la base oggettiva su cui costruire i green claim. Come si comunica uno studio LCA?

R: Nel volume che racchiude il progetto abbiamo fornito sia il quadro normativo di riferimento, sia gli strumenti pratici per costruire dei green claim corretti corredati da esempi. Per comunicare i dati dell’LCA di prodotto, prima di tutto, bisogna identificare gli indicatori di impatto più rilevanti che per i prodotti alimentari possono essere il consumo di suolo, il cambiamento climatico, l’impronta idrica, ecc.. Dopo di che, conoscendo le fasi che generano i maggiori impatti, si metteranno in campo azioni di miglioramento e si andrà a calcolare come cambia l’impatto rispetto all’azione precedente. Questo impegno nel miglioramento costituirà il contenuto da andare a comunicare ai consumatori. Si possono utilizzare messaggi accompagnandoli con grafiche intuitive e anche trasformare i dati numerici in equivalenze più intuitive e comprensibili. Per agevolare le aziende in questa trasformazione nel volume abbiamo fornito il link a un tool delle equivalenze.

A cura di Jessika Pini

Scopri il progetto “Sostenibilità nelle categorie di prodotto” visitando la pagina dedicata sul sito di GS1 Italy dove potrai scaricare gratuitamente il book “Sostenibilità nelle categorie. L’approccio scientifico al centro del dialogo tra Industria, Distribuzione e Consumatore” e consultare le 29 schede dedicate alle categorie merceologiche analizzate nell’ambito del progetto.