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Il passaporto digitale del prodotto

Una rivoluzione per la sostenibilità e l'economia circolare con gli standard GS1. Nell’intervista a Micol Vialetto, standard specialist di GS1 Italy

Digital product passport

L'Europa sta compiendo un passo importante verso un futuro più sostenibile con l'introduzione del Digital Product Passport (DPP), un passaporto digitale che accompagnerà i prodotti lungo il loro intero ciclo di vita, fornendo informazioni preziose sulla loro origine, composizione, durabilità, opzioni di riparazione e riciclabilità. Questo strumento innovativo ha l'obiettivo di promuovere l'economia circolare, aumentare la trasparenza e la consapevolezza dei consumatori e facilitare la conformità alle normative.

Ne parliamo con Micol Vialetto, che in GS1 Italy è standard specialist, e ci facciamo spiegare cos'è il DPP, come funziona, quali sono i vantaggi, gli impatti e come gli standard GS1 possono contribuire alla sua implementazione.

Il Digital Product Passport e la normativa europea

D: In parole semplici, cos'è il Digital Product Passport e perché è importante?

R: Il Digital Product Passport (DPP), in italiano passaporto digitale del prodotto, è un insieme di dati relativi a un prodotto che lo accompagnerà lungo il suo intero ciclo di vita.

Il concetto di DPP rappresenta una prospettiva normativa che mira a trovare un equilibrio tra circolarità e digitalizzazione: semplificherà l’accesso a varie informazioni su sostenibilità, circolarità e conformità legale del prodotto, che saranno accessibili per via elettronica mediante la lettura di un data carrier (ossia uno strumento per rappresentare le informazioni).

Il Digital Product Passport si può considerare un incentivo alla sostenibilità e all’economia circolare sotto vari punti di vista.

D: In che modo e con quali benefici?

R: Quell’insieme di informazioni strutturate relative ai prodotti, trasmesse attraverso i passaporti digitali, aiuteranno tutte le imprese della catena del valore - produttori, importatori, distributori e rivenditori, ma anche chi si occupa di riparazione, ricondizionamento e riciclo - a ottenere in modo efficace dati utili per la loro attività.

L’obiettivo è di migliorare la prestazione ambientale dei prodotti, prolungarne la durata di vita, promuovere l'efficienza e incrementare l'uso di materie prime secondarie, con conseguente riduzione del fabbisogno di risorse naturali, dei costi e delle dipendenze strategiche.

Inoltre, le autorità nazionali competenti saranno facilitate nella verifica della conformità del prodotto, e i consumatori saranno supportati nel compiere scelte di acquisto più consapevoli: il data carrier presente sul prodotto (ad esempio, un QR code scansionabile con lo smartphone) permetterà di accedere al passaporto, dove trovare informazioni utili a scegliere con più cognizione di causa in termini di sostenibilità.

D: A quali prodotti si applica il DPP? Esistono categorie di prodotti che sono esenti dal DPP?

R: Il passaporto digitale del prodotto sarà obbligatorio per i prodotti fisici, compresi i componenti e i semilavorati, immessi sul mercato dell’Unione europea.
Interesserà i prodotti di tutti i settori, ad esclusione di alimentari, mangimi per animali, medicinali e veicoli.

L’elenco delle categorie di prodotti prioritarie non è stato ancora finalizzato dalla Commissione europea.

D: Come verrà definito l'elenco definitivo dei prodotti interessati dal DPP?

R: La Commissione stabilirà un ordine di priorità per i prodotti da disciplinare, con l’obiettivo di trattare in primo luogo i prodotti con l'impatto maggiore. La scelta verrà effettuata sulla base di una serie di criteri legati agli obiettivi dell'Unione europea in materia di clima, ambiente ed energia, e tenendo in considerazione il potenziale di miglioramento degli aspetti del prodotto prescelti, senza che ciò comporti costi sproporzionati per il pubblico e per gli operatori economici. Al netto di necessarie esenzioni, all'atto di definire le priorità, la Commissione terrà conto della gamma più ampia possibile di prodotti, massimizzando così l'efficacia delle specifiche.

Nella pratica, la Commissione europea presenterà nel 2025 un piano di lavoro (ESPR - Ecodesign for Sustainable Products Regulation - Working Plan), di durata non inferiore a tre anni, che specificherà l’elenco dei gruppi di prodotti coinvolti che saranno oggetto di specifici atti delegati. Indicherà inoltre aspetti del prodotto per i quali verranno adottati atti delegati aventi applicazione orizzontale, contenenti cioè specifiche valide per più gruppi di prodotti.

Una prima analisi pubblicata dal Joint Research Center della Commissione europea ipotizza una serie di gruppi di prodotti e misure orizzontali che potrebbero essere candidati idonei per la priorità nell'ambito dell'ESPR, una volta entrato in vigore. Ad oggi, lo studio indirizza le priorità a quattro settori:

  • Batterie.
  • Tessile.
  • Elettronica.
  • Edilizia.

Nuova normativa UE e DPP

D: Qual è il ruolo del Regolamento sulla progettazione ecocompatibile di prodotti sostenibili (ESPR) nell'attuazione del DPP?

R: Il DPP è una parte integrante del Regolamento sulla Progettazione ecocompatibile di prodotti sostenibili (ESPR - Ecodesign for Sustainable Products Regulation), e ne condivide i tempi di adozione e i prodotti coinvolti.

In aggiunta alle specifiche di fabbricazione e prestazione, infatti, l'ESPR fornisce anche un quadro per fissare obblighi di informazione sulla sostenibilità ambientale dei prodotti. Il DPP fa parte degli obblighi sulle informazioni da fornire, integrando i requisiti fisici di progettazione ecocompatibile.

D: In che modo si inserisce nel quadro delle iniziative dell'UE sulla sostenibilità e l'economia circolare e degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite?

R: L’ESPR si colloca nell’ambito del Green deal europeo, ovvero l’insieme di iniziative proposte dalla Commissione europea per “trasformare le politiche dell'Unione europea in materia di clima, energia, trasporti e fiscalità in modo da ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990”, e soddisfare l’impegno dell’Unione europea nei confronti dell’accordo di Parigi e degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (UN Sustainable Development Goals (SDGs)).

Il regolamento ESPR ha lo scopo di contribuire a rendere i prodotti adatti a un'economia neutra dal punto di vista climatico, efficiente sotto il profilo delle risorse e circolare, garantendone al tempo stesso le prestazioni e la sicurezza. Le nuove specifiche di progettazione ecocompatibile faranno da catalizzatore di sostenibilità nella gestione del ciclo di vita dei prodotti: permetteranno di ridurre i rifiuti e assicurare che le prestazioni dei precursori della sostenibilità diventino progressivamente la norma, con focus sui concetti di durabilità, riutilizzabilità, riparabilità, ricondizionamento, manutenzione, contenuto riciclato nei prodotti e riciclabilità. Saranno affrontate anche le questioni della presenza di sostanze chimiche pericolose nei prodotti, dell’efficienza sotto il profilo energetico e quella delle risorse, così come i temi relativi ad appalti pubblici verdi e beni di consumo invenduti.

Il regolamento ESPR è stato approvato nell’aprile 2024, e i suoi criteri di applicazione verranno completati da diversi atti delegati, uno per ogni gruppo di prodotti coinvolti. Per i gruppi di prodotti che presentano abbastanza caratteristiche in comune potranno essere fissate norme orizzontali.

Gli atti delegati, la cui pubblicazione è prevista tra il 2024 e il 2030, dovranno specificare:

  • Quali informazioni includere nel DPP.
  • Quali sono i data carrier utilizzabili (uno o più).
  • Il posizionamento del data carrier.
  • La granularità delle informazioni (le informazioni dovranno essere riferite a referenza, lotto o articolo in base al caso specifico).
  • La modalità di accesso per i consumatori prima dell’acquisto/noleggio del prodotto.
  • Chi potrà accedere al DPP e i relativi diritti di accesso.
  • Gli attori responsabili della creazione e aggiornamento del DPP (le informazioni saranno infatti gestite in modo decentralizzato).
  • La durata della disponibilità del DPP.

Collocandosi nel complesso quadro normativo comunitario in materia di sostenibilità, il passaporto digitale del prodotto si presenta come uno strumento innovativo e flessibile: può incentivare la condivisione volontaria di altre informazioni, non limitata ai prodotti e ai requisiti contemplati dall'ESPR, e può essere usato per veicolare informazioni su altri aspetti legati alla sostenibilità dei gruppi di prodotti interessati, per rendere disponibili digitalmente le informazioni relative ai prodotti laddove atti normativi distinti dell'Unione ne richiedano la divulgazione (ad esempio, il regolamento europeo sulle batterie, il regolamento sui giocattoli, il regolamento sui detergenti, quello sui prodotti per le costruzioni, la normativa europea sulle materie prime critiche).

D: Quali sono i soggetti coinvolti?

R: Anzitutto, diversi servizi e agenzie esecutive della Commissione contribuiscono attivamente alla progettazione e attuazione del Digital Product Passport europeo: la Direzione generale delle reti di comunicazione, dei contenuti e delle tecnologie (DG CONNECT), la Direzione generale dei servizi digitali (DIGIT), la Direzione generale dell'energia (ENER), la Direzione generale dell'ambiente (ENV), la Direzione generale del mercato interno, dell'industria, dell'imprenditoria e delle PMI (GROW), il Centro comune di ricerca (JRC), la Direzione generale fiscalità ed unione doganale (TAXUD).

Per quanto riguarda il lavoro di standardizzazione, la Commissione ha dato mandato al Comitato europeo di normazione - CEN e al Comitato europeo di normazione elettrotecnica - CENELEC di definire entro il 31 dicembre 2025 quali standard possono soddisfare i requisiti del Regolamento. L’obiettivo dei  comitati CEN e CENELEC è quello di predisporre una base per futuri standard armonizzati per sostenere l’attuazione del sistema DPP.

Un altro ente coinvolto nello sviluppo del DPP è il consorzio europeo CIRPASS. In una prima fase già terminata, CIRPASS è stato responsabile di un progetto europeo per proporre tre prototipi di DPP per i settori batterie, tessile ed elettronica. Nella seconda fase, CIRPASS 2, attualmente in corso, il consorzio deve sviluppare piloti sull’uso del DPP per i settori tessile, elettronica, costruzioni e pneumatici.

Anche la comunità GS1 è coinvolta su vari fronti.

GS1 in Europe fa parte del comitato tecnico congiunto Comitato tecnico congiunto CEN-CENELEC-JTC 24 come osservatore (liaison officer) e dei progetti CIRPASS.

GS1 Italy segue il gruppo dedicato dell’Ente Italiano di Normazione - UNI (membro di CEN/CENELEC).

Le varie organizzazioni GS1 nazionali convocano gruppi di lavoro nazionali per un confronto con gli enti e gli attori coinvolti.

Standard GS1 e DPP

D: In che modo gli standard GS1 facilitano l'implementazione del DPP?

R: Il passaporto digitale del prodotto (DPP) è una rappresentazione digitale di un prodotto fisico che fornisce l'accesso alle informazioni sul ciclo di vita del prodotto, come la sua origine, la composizione e le credenziali di sostenibilità. Il regolamento europeo ESPR, di cui il DPP fa parte, fa più volte riferimento a norme globali e aperte.

In sintesi, il regolamento indica che il DPP dovrà:

  • Contenere informazioni ricercabili e trasferibili basate su standard aperti.
  • Essere collegato ad un identificativo univoco persistente del prodotto mediante un data carrier riportato sul prodotto e/o sul suo imballaggio e/o nella sua documentazione (come sarà specificato negli atti delegati).
  • Consentire di rintracciare i soggetti e gli impianti di fabbricazione relativi al prodotto. Al fine di garantire l'interoperabilità, gli identificativi univoci dell'operatore e del sito che consentono la tracciabilità dovrebbero essere rilasciati conformemente alle norme riconosciute a livello internazionale.

In questo contesto, GS1 e i suoi standard globali, conformi a ISO/IEC 15459:2014 come richiesto dal regolamento, possono svolgere un ruolo importante per soddisfare le richieste del settore e dei legislatori.

Il DPP è pienamente coerente con la missione di GS1 di consentire alle aziende di identificare, acquisire e condividere dati accurati sui prodotti lungo tutta la catena di fornitura attraverso un linguaggio globale.

Gli standard GS1 consentono ai passaporti digitali dei prodotti di funzionare nella pratica, sfruttando le regole globali GS1 condivise e già utilizzate da più di 2 milioni di aziende nel mondo.

Sfruttare le implementazioni esistenti basate sugli standard GS1 per supportare le iniziative di circolarità, pur con necessari aggiornamenti e integrazioni, consente alla business community di muoversi in modo rapido ed efficiente per soddisfare i requisiti normativi del DPP e migliorare il modo in cui lavoriamo e viviamo.

D: Quali sono gli standard GS1 rilevanti per il DPP?

R: Per il DPP sono particolarmente rilevanti gli standard GS1 per l’identificazione, la cattura e la condivisione.

L'identificazione univoca dei prodotti, degli operatori e dei siti, è fondamentale per consentire l’interoperabilità globale e la tracciabilità nella catena di fornitura.

Gli standard di identificazione GS1 GTIN e SGTIN garantiscono l’identificazione univoca di referenze, lotti o seriali, a seconda del livello di granularità richiesto.

Il codice GLN permette di identificare univocamente e a livello globale luoghi fisici e non.

Gli standard GS1 di cattura e condivisione , in particolare il codice a barre 2D contenente un GS1 Digital Link, permettono di accedere elettronicamente a informazioni sicure e accurate.

Oggi e domani

D: Quali i prossimi passi a livello normativo e applicativo europeo?

R: Come abbiamo detto prima, l'ESPR di per sé non stabilisce norme sui prodotti, ma predispone un quadro normativo affinché tali norme siano stabilite in una seconda fase, tramite atti delegati (che saranno sistematicamente preceduti da una valutazione d'impatto dedicata e da una consultazione).

A livello europeo i prossimi passi saranno la definizione delle priorità e, una volta adottato l'ESPR, l’adozione e l’aggiornamento regolare di piani di lavoro in cui sarà condiviso l'elenco dei prodotti per i quali è prevista l’adozione di atti delegati e di eventuali misure orizzontali nel periodo oggetto del piano di lavoro.

Quindi, nel periodo tra il 2024 e il 2030, verranno pubblicati gli atti delegati per i gruppi di prodotti individuati e specificati nel piano di lavoro.

Le fasi di progettazione operativa del DPP darà indicazioni su:

  • Il “sistema DPP”, cioè il “come”:
    sarà definito orizzontalmente per tutti i gruppi di prodotti. Verranno sviluppati un "registro DPP” (messo a disposizione dalla Commissione europea, conserverà gli identificativi univoci e altri eventuali dati se specificati in atti delegati), un portale web consultabile, standard e protocolli relativi all’architettura IT (dall’inglese information technology, la tecnologia dell'informazione, ndr).
  • Le “informazioni DPP”, cioè il “cosa”:
    il set di informazioni obbligatorie per categoria di prodotto sarà dettagliato in atti delegati. Le informazioni richieste potranno includere diverse aree, come ad esempio: performance tecnica, performance di sostenibilità ambientale, aspetti di circolarità (durabilità, riparabilità, ecc.), conformità legale, altre informazioni sul prodotto (ad esempio, manuali, istruzioni). Per i gruppi di prodotti che presentano abbastanza caratteristiche in comune potranno essere fissate norme orizzontali.

D: Quali sono le sfide principali nell'implementazione del DPP per le imprese?
R: Il DPP è solo uno degli elementi del complesso quadro comunitario di norme in materia di sostenibilità che le aziende devono fronteggiare.

Di fronte a questa complessità, è importante non perdere di vista l’obiettivo di questi interventi: rispettare il nostro pianeta riducendo l’impatto ambientale dei prodotti che acquistiamo, perché non c’è un pianeta B.

Gli standard GS1, già utilizzati da più di 2 milioni di aziende nel mondo, possono ridurre la complessità di implementazione e garantire interoperabilità e coerenza a livello globale e nel lungo periodo, senza reinventare la ruota.

Restiamo in fiduciosa attesa degli atti delegati della Commissione europea.
E nel frattempo, entro la fine del 2024 GS1 Italy convocherà un gruppo di interesse in cui inizieremo a confrontarci con i soggetti coinvolti della comunità italiana.

A cura di Laura Perrone