Misurare eccedenze e sprechi stimola comportamenti sostenibili
Le aziende alimentari che si monitorano sono più propense a mettere in atto buone pratiche di valorizzazione come le donazioni e il riuso
Solo il 43% delle aziende alimentari italiane misura le proprie eccedenze e gli sprechi alimentari, tuttavia, è importante sottolineare che la misurazione è già parte della soluzione: infatti l’89% delle imprese alimentari che misurano le eccedenze adotta anche pratiche di donazione o riuso. E nella gestione di residui e scarti, il 49% delle aziende che li misura adotta anche pratiche di riciclo e recupero.
I dati emergono della ricerca dell'Osservatorio Food Sustainability della School of Management del Politecnico di Milano, di cui GS1 Italy è partner, che evidenzia come siano soprattutto le grandi aziende (70%) a mettere in atto misure di valorizzazione, percentuale che scende al 47% nelle medie e al 31% nelle piccole aziende.
Figura 1 - Gestione delle eccedenze nella trasformazione alimentare: il processo di misurazioneFonte: School of Management del Politecnico di Milano “Osservatorio Food Sustainability” 2024
Il contributo delle startup innovative
Un ruolo fondamentale in questo processo è svolto dalle startup, che con soluzioni innovative aiutano a migliorare la sicurezza alimentare, a promuovere un uso più efficiente delle risorse e la tutela dell'ambiente. A livello mondiale, 2.270 startup agrifood (il 23% del totale) operano secondo gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite; in particolare il 33% si concentra principalmente sull'efficienza nell'uso delle risorse, offrendo soluzioni molto varie che vanno dalle tecnologie digitali per un utilizzo più efficiente degli input produttivi nella fase primaria ai nuovi modelli di agricoltura verticali e controllati. Il 22% delle start up innovative si concentra sulla tutela degli ecosistemi terrestri e d’acqua dolce, e il 16% promuove il turismo sostenibile. Significativa è anche l’attenzione verso il miglioramento della sicurezza alimentare e nutrizionale, in particolare per l’incremento della produttività e della capacità di resilienza dei raccolti ai cambiamenti climatici.
Figura 2 - I target dell’Agenda 2030 dello Sviluppo sostenibile e più perseguiti dalle startup agrifood nel mondo, 2019-2023Fonte: School of Management del Politecnico di Milano “Osservatorio Food Sustainability” 2024
Gli indicatori misurati
Quasi tutte le soluzioni tecnologiche di misurazione delle performance di sostenibilità presenti sul mercato (98%) si concentrano sulla valutazione dei KPI (key performance indicator, gli indicatori chiave di prestazione, ndr) ambientali, ad esempio relativi all’inquinamento, alla quantità di eccedenze e sprechi alimentari, all’utilizzo delle risorse e all’impatto sulla biodiversità. Particolarmente rilevanti sono le emissioni di carbonio e il calcolo della carbon footprint, uno degli aspetti di primario interesse per la filiera agroalimentare. Il 60% delle soluzioni considera anche aspetti sociali, come l’attenzione alla comunità locale e il rispetto delle condizioni di lavoro; il 56%, infine, considera anche indicatori economici (ad esempio la tutela dei fornitori, la produttività e la profittabilità). Nella valutazione della sostenibilità delle filiere agroalimentari sono molto utili data & big data analytics (utilizzati nell’88% delle soluzioni presenti sul mercato), l’intelligenza artificiale & machine learning (34%) e la blockchain (12%).
Meno imballaggi
Oltre alla valorizzazione delle eccedenze, un altro aspetto chiave è la riduzione degli imballaggi, che rappresentano un terzo dei rifiuti solidi urbani. È necessario sviluppare un nuovo modello di packaging sostenibile che consideri l'intero ciclo di vita del prodotto, dall'impatto ambientale alla sicurezza alimentare. La proposta di Regolamento per gli imballaggi e i rifiuti da imballaggio (PPWR) dell’Unione europea rappresenta un passo importante in questa direzione, ma saranno necessari investimenti e collaborazione da parte di tutti gli attori coinvolti per affrontare questa sfida.
In sintesi, la lotta allo spreco alimentare richiede un impegno collettivo e multiforme. Aziende, startup, istituzioni e cittadini devono lavorare insieme per promuovere una filiera agroalimentare più sostenibile, che valorizzi le risorse, riduca gli sprechi e tuteli l'ambiente. La tecnologia può essere un importante strumento in questo processo, ma è fondamentale un approccio olistico che consideri tutti gli aspetti della filiera, dalla produzione al consumo.
A cura di Jessika Pini