02. Il valore della digitalizzazione per la sostenibilità
L'importanza della qualità dei dati e dell'adozione di standard per rendicontare le emissioni di CO2 nelle aziende del largo consumo, sottolineando il ruolo cruciale dello Scope 3 nella sostenibilità
C’è un aspetto specifico legato all’adozione di nuovi standard GS1 sul quale Mirko Repetto, business development manager di GS1 Italy Servizi,
intervenendo nel corso del convegno "Lepre o tartaruga? Il paradosso del B2b italiano",, ha proposto un’interessante riflessione. «La parola chiave è Scope 3», ha dichiarato, con un chiaro riferimento alla misurazione di tutte le emissioni indirette di CO2 che si verificano nella catena del valore di un'azienda, incluse quelle generate dai fornitori, dalla logistica, dall'uso dei prodotti venduti e dallo smaltimento dei rifiuti.
In GS1 Italy sono attivi «diversi gruppi di lavoro sugli standard e sui processi. Proprio da questi gruppi di lavoro - spiega Repetto - spesso emergono aree potenzialmente critiche e da efficientare. Una di queste è rappresentata dal quadro normativo che obbligherà le aziende a rendicontare il proprio impatto climatico in termini di emissioni di CO2».
Nel settore del largo consumo, prosegue Repetto, un’azienda genera il 90% delle sue emissioni tramite i rapporti con i propri fornitori.
Dai nuovi obblighi deriverà uno scambio dati importante, che non potrà certo avvenire con soluzioni proprietarie o con set di dati incoerenti tra loro.
«Questo è il classico terreno in cui GS1 Italy spesso interviene, definendo regole standard, set di dati standard, formati standard e anche soluzioni di sistema sia per chi deve calcolare, rendicontare, ripartire e condividere le emissioni di CO2, sia per chi deve ricevere questi dati».
Uno dei primi progetti ai quali ha lavorato GS1 Italy Servizi è per l’appunto la creazione di una piattaforma che permetterà a tutte le aziende del settore del largo consumo, indipendentemente dalla loro dimensione, di calcolare, condividere e ricevere i dati di Scope 3.
Perché tutto questo possa avvenire, sottolinea Repetto, il prerequisito è poter disporre di dati di qualità.
«È un principio fondamentale, che si applica lungo tutto il processo, a partire dall’anagrafica prodotti e passando attraverso tutti i processi di digitalizzazione, inclusi quelli logistici.
Se un Despatch Advice (l’avviso di spedizione negli scambi in EDI, ndr) - cita ad esempio - non corrisponde alla composizione della merce fisica, non si può andare oltre».
Certo, c’è ancora molta formazione da fare, soprattutto con le imprese medio-piccole che devono essere accompagnate e formate sul tema della rendicontazione dell’impronta ambientale aziendale e dello Scope 3.
In GS1 Italy «ci siamo posti l’obiettivo di definire il set minimo di informazioni da condividere per permettere la rendicontazione ambientale. Stiamo applicando, e applicheremo sempre di più, controlli e algoritmi per garantire la qualità del dato e soprattutto per garantire congruità tra i criteri di misurazione dei fornitori lungo tutta la catena del valore».
A cura di Maria Teresa della Mura