Le novità del paniere Istat 2024
Entra il pasto all you can eat ma esce il lettore e-book
Fin dal 1928 l'Istat (Istituto nazionale di statistica) attraverso lo strumento del paniere disegna il ritratto dell'Italia che cambia: è il modo non solo per misurare l'inflazione ma anche per radiografare le abitudini e le tendenze del paese attraverso le scelte di consumo delle famiglie che lo abitano. È un'indagine figlia del proprio tempo e, non a caso, ogni anno l'Istat per la rilevazione dei prezzi al consumo aggiorna le tecniche d'indagine e i pesi con i quali i singoli prodotti e i beni di servizio contribuiscono alla misura dell'inflazione. Quest'anno la novità più rilevante è stata di natura metodologica e ha riguardato l’impiego della banca dati di Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) per l’assicurazione Rc auto, “a vantaggio – rimarca l'Istat - dell’accuratezza della stima dell’indice per questo servizio”. L'Unione Nazionale Consumatori ha fatto invece un plauso alle modifiche per la rilevazione dell’energia elettrica e del gas, “che tengono conto – ha sottolineato - dell’andamento dei prezzi sia per i vulnerabili sia per chi, alla scadenza del mercato tutelato, non ha effettuato alcuna scelta, passando quindi per il gas alla placet in deroga e per la luce al servizio a tutele graduali”. L'incidenza dei beni energetici tra l'altro è aumentata leggermente, passando dal 10,09% del 2023 al 10,53% del 2024.
1.915 prodotti dentro il paniere
Quello messo a segno dall'Istat è un lavoro completo e immenso raccontato da numeri... ciclopici: nel paniere – utilizzato per il calcolo degli indici dei prezzi al consumo Nic (per l’intera collettività nazionale) e Foi (per le famiglie di operai e impiegati) - rientrano 1.915 prodotti elementari (rispetto ai 1.885 del 2023). Ogni mese sono analizzate circa 33 milioni d'informazioni sui prezzi provenienti dalla GDO attraverso circa 4.300 punti vendita, appartenenti a 19 grandi gruppi della distribuzione al dettaglio, mentre 385 mila sono raccolte sul territorio dagli Uffici comunali di statistica (UCS), quasi 235 mila dall’Istat direttamente o tramite fornitori di dati e più di 157 mila sono le quotazioni provenienti dalla base dati dei prezzi dei carburanti del Ministero dello sviluppo economico.
C'è un coinvolgimento diretto anche da parte dei Comuni che per il 2024 sono stati 91 per oltre 44 mila unità di rilevazione (punti vendita, imprese e istituzioni) presso cui vengono raccolti i prezzi, e più di 2.700 le abitazioni per la rilevazione dei canoni d’affitto di abitazione di Ente pubblico.
Chi entra e chi esce
Tra i prodotti che entrano nel paniere, in quanto più rappresentativi dei consumi delle famiglie italiani, ci sono:
- Le mele Kanzi.
- L'uva Vittoria.
- L'apparecchio per deumidificare e purificare l'aria.
- La lampadina smart.
- Il pavimento laminato.
- Il pasto “all you can eat”.
- La piastra per capelli.
- Il rasoio elettrico.
- Lo scaldaletto elettrico.
- I corsi di tennis, padel, acquagym, calcio e calcetto.
- I corsi di formazione artistico culturale.
Rispetto a un anno fa escono invece tra gli altri:
- Il dispositivo per il tracking delle funzioni vitali.
- Il tagliacapelli elettrico.
- Il regolabarba elettrico.
- Il lettore e-book.
Servizi ricettivi e di ristorazione +9,9%
Analizzando le 12 divisioni di spesa che compongono l’inflazione generale, l’aumento più elevato in termini percentuali rispetto ai pesi dello scorso anno è quello dei servizi ricettivi e di ristorazione (+9,9%), seguito dai trasporti (+4,2%), altri beni e servizi (+4,1%), ricreazione, spettacoli e cultura (+2,1%). Si registra invece un aumento minimo per i prodotti alimentari e bevande analcoliche (+0,3%), i servizi sanitari e le spese per la salute (+0,05%). In calo, invece, nell’ordine: mobili, articoli e servizi per la casa (-10,1%), comunicazioni (-8,8%), abbigliamento e calzature (-7,3%), istruzione (-5,3%), abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-4%), bevande alcoliche e tabacchi (-2,9%).
A fronte di questi dati va sottolineato che il 2024 registra una diminuzione del peso dei beni a favore di quello dei servizi: i primi scendono al 56,61% (rispetto al 57,62% nel 2023), mentre i secondi passano al 43,39% (da 42,38%).
È già incubo inflazione
Ma il dato che più preoccupa è l'inversione di rotta dell'inflazione che nel mese di gennaio 2024 è tornata a salire per l'intera comunità (indice Nic) in modo preoccupante, determinando un +0,8% (era +0,6% a dicembre 2023) su base annua e +0,3% su base mensile, con un aumento del carrello della spesa del +5,4% (+5,9% per il comparto alimenti e bevande), che fa i conti anche con la fine del trimestre ottobre-dicembre caratterizzato dal “paniere salva-spesa”, l’iniziativa voluta dal governo per calmierare i prezzi al dettaglio e sostenere il potere d’acquisto delle famiglie. L’accelerazione su base tendenziale dell'inflazione è dovuta all’aumento dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +3,7% a +4,3%) e dei beni alimentari non lavorati (da +7,0% a +7,5%) e alla diminuzione della flessione dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da -41,6% a -21,4%); per contro, si attenua l'aumento dei prezzi dei servizi relativi all'abitazione (da +4,2% a +2,9%) e dei beni durevoli (da +1,5% a +0,8%).
A cura di Paola Pellai