02. Consumi e imprese
Le tendenze osservate nella spesa delle famiglie si riflettono direttamente sull’attività delle imprese. In particolare, l’andamento debole dei consumi di beni ha penalizzato l’attività dell’industria dei beni di consumo, che ha fatto registrare una contrazione della produzione negli ultimi tre mesi (agosto-ottobre) dell’1,1% rispetto al trimestre precedente, e del 4,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
In particolare, a livello settoriale la produzione risulta in contrazione principalmente nei comparti dell’abbigliamento e della pelletteria, che continuano a mantenere ancora un gap molto elevato rispetto ai livelli di produzione del periodo pre-pandemia. D’altra parte, invece, emergono dei primi segnali di ripresa nella produzione di elettrodomestici, che si era contratta molto nel corso dell’ultimo anno, mentre prosegue la fase positiva per l’industria farmaceutica e per l’industria automobilistica. Quest’ultima sta sperimentando una fase di ripresa dopo il superamento dei blocchi della produzione determinati dalle carenze di semilavorati negli anni precedenti.
Oltre che sull’industria nazionale, ovviamente, la minore spesa delle famiglie per l’acquisto di beni ha impattato anche sull’import di prodotti di consumo, diminuito del 5,7% in volume nel terzo trimestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2022. Inoltre, dato che l’andamento più favorevole dei consumi dei servizi rispetto a quelli di beni risulta una tendenza condivisa anche nelle altre principali economie, anche l’export di tale tipo di prodotti si è contratto (-11,4% in volume rispetto al terzo trimestre dello scorso anno).
Secondo le indagini congiunturali condotte dall’Istat, nel comparto industriale non emergono accenni di miglioramento nel breve termine. Nel complesso, dalle survey emerge che il rallentamento dell’industria dei beni di consumo risulta meno accentuato rispetto a quanto riscontrato per il complesso dell’industria manifatturiera. Tuttavia, anche in questi comparti i giudizi delle imprese sul livello degli ordinativi si sono contratti in maniera marcata nei mesi scorsi, sia con riferimento agli ordini interni che esteri, e le aspettative sulla produzione nei prossimi mesi restano su livelli bassi. A livello settoriale, coerentemente con gli andamenti recenti, le prospettive rimangono più positive nel comparto alimentare, nella farmaceutica e nell’industria automobilistica.
Coerentemente con le tendenze osservate nella spesa delle famiglie, gli andamenti sono stati più favorevoli per le imprese dei servizi. In particolare, secondo i dati relativi al fatturato dei servizi, nel terzo trimestre gli andamenti più favorevoli sono stati registrati nei servizi relativi al commercio di autoveicoli (+4,1% rispetto al secondo), al trasporto aereo (+2,0%) e al comparto dell’alloggio e della ristorazione (+1,5%). Considerando tuttavia gli aumenti dei prezzi nel periodo, la crescita in volume sarebbe di entità contenuta, segno che ormai in molti comparti la fase di recupero post pandemia è prossima al completamento.
Le indagini presso le imprese del turismo in effetti segnalano già dei primi segnali di peggioramento dell’attività: il clima di fiducia delle imprese del comparto si è in parte ridimensionato rispetto ai valori elevati dei mesi scorsi, pur mantenendosi su livelli coerenti con quelli medi nel pre-pandemia.
Figura 3 - Produzione industriale dei beni di consumo / Figura 4 - Clima di fiducia imprese del turismoFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat, dicembre 2023
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