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Menopausa: da tabù privato a totem sociale

l'opinione di

Manuela Soressi

Non si è mai parlato tanto di menopausa come adesso. Quello che per secoli è stato un orizzonte spaventevole, una fase della vita su cui tacere nonché un tema confinato rigorosamente nell’universo femminile, quasi improvvisamente è diventato un traguardo di cui andare fiere, un argomento di cui parlare e un tema da sbandierare al mondo, uomini compresi.

Com’è avvenuta questa metamorfosi ontologica da tabù privato a totem sociale? Sull’onda di tanti elementi. Il primo è sicuramente la longevità: nel 2025 le donne in età da menopausa saranno circa un miliardo, ossia un abitante della Terra su otto. Al di là del dato numerico, anche il loro status economico ha contribuito a renderle “visibili” e interessanti: le over 55 appartengono a una generazione “forgiata” da grandi e veloci cambiamenti sociali e tecnologici, aperta alle novità e che può contare su una certa capacità di spesa. Caratteristiche perfette per creare un nuovo target di consumo. Ecco quindi che attorno alla menopausa convergono celebrità impegnate in un piano B (come l’attrice Naomi Watts che ha lanciato un brand di cosmetici e una piattaforma di benessere per donne in menopausa), paladine in carriera dell’empowerment femminile, ma anche seguaci delle filosofie olistiche e dei movimenti di consapevolezza al femminile. Mondi diversi, antitetici, che convergono su un unico territorio da cui, prima o poi, ogni donna si trova a passare.

Non si è mai parlato tanto di menopausa come adesso. Quello che per secoli è stato un orizzonte spaventevole, una fase della vita su cui tacere nonché un tema confinato rigorosamente nell’universo femminile, quasi improvvisamente è diventato un traguardo di cui andare fiere, un argomento di cui parlare e un tema da sbandierare al mondo, uomini compresi.

Ovviamente questo milieu ha attirato l’interesse di tante aziende e aperto nuovi orizzonti di business: dalle creme anti-age agli integratori dedicati, dai programmi specifici nelle beauty farm di lusso ai prodotti mirati, supportati da servizi di consulenza e sostegno medico e psicologico. Perché qui non si vendono solo prodotti o esperienze ma soprattutto coccole e attenzione, ascolto e comprensione, rassicurazione e condivisione.

Ed è solo l’inizio, perché lo sviluppo della “menopause economy” è appena cominciato. E comunque, già adesso il mercato globale dei supplementi alimentari per donne in menopausa muove circa 17 miliardi di dollari e di qui al 2030 crescerà del 5% anno su anno, stima uno studio di Grand View Research. Un nuovo mercato rivolto a un pubblico con valori ed esigenze specifici, che spaventa meno dei vecchi e può spendere più dei giovani. L’ennesimo tassello di quel percorso di marketing di lungo periodo che ha costruito le diverse categorie di consumatori, scandendo e segmentando il corso della vita di uomini e donne.

Manuela Soressi è giornalista professionista, esperta di consumi e food & beverage, consulente di comunicazione corporate, autrice di saggi.