Materie prime critiche e sostenibili
Una proposta della Commissione europea mira a diminuire la dipendenza dell’Unione dalle materie prime extra europee, promuovendo allo stesso tempo la sostenibilità delle supply chain e la circolarità. Anche grazie all’identificazione e ai dati
Una recente proposta di regolamento della Commissione europea ha riportato l'attenzione sulle cosiddette materie prime critiche, cercando di affrontare e superare la forte dipendenza dell’Europa dalla loro importazione e di impostare una filiera più sostenibile.
Le materie prime critiche, infatti, “sono quei materiali di strategica importanza economica per l’Europa e caratterizzati allo stesso tempo da alto rischio di fornitura” (secondo la definizione del Ministero delle Imprese e del Made in Italy), indispensabili per un'ampia gamma di settori strategici, come l'industria a zero emissioni nette, l'industria digitale, quella aerospaziale e la difesa.
La proposta di regolamento della Commissione ha delineato una serie di misure per garantire catene di approvvigionamento:
- Sicure, diversificate e resilienti, per minimizzare i rischi di possibili carenze, come quelle che si sono verificate con la pandemia e la crisi energetica causata dal conflitto in Ucraina.
- Sostenibili per il futuro verde e digitale dell'UE, senza pregiudicare, cioè, gli sforzi dell'UE per conseguire i suoi obiettivi climatici e digitali, ma anzi per migliorare la circolarità e la sostenibilità.
Basandosi sui punti di forza e sulle opportunità del mercato unico e dei partenariati esterni dell'UE, le misure proposte mirano a:
- Rafforzare le fonti nazionali.
- Diversificare l'approvvigionamento e le importazioni.
- Promuovere il riciclo, la circolarità e la sostenibilità.
- Investire in ricerca, innovazione e competenze.
- Potenziare la capacità di monitoraggio e di attenuare i rischi di perturbazioni.
Il regolamento europeo sulle materie prime critiche
Fonte: Scheda informativa “European Critical Raw Materials Act”
Secondo la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, «Questa normativa ci avvicinerà alle nostre ambizioni in materia di clima e migliorerà la raffinazione, la trasformazione e il riciclaggio delle materie prime critiche in Europa. Le materie prime sono essenziali per la produzione di tecnologie fondamentali per la nostra duplice transizione, come la produzione di energia eolica, lo stoccaggio dell'idrogeno o le batterie. Noi stiamo rafforzando la nostra cooperazione con i partner commerciali globali in modo da ridurre la dipendenza dell'UE da un unico paese o da pochi paesi. È nel nostro interesse reciproco aumentare la produzione in modo sostenibile e nel contempo garantire il più alto livello di diversificazione delle catene di approvvigionamento per le imprese europee».
L’importanza dei dati sul prodotto e sulle materie prime
L'articolo 27 della proposta di regolamento è dedicato alla riciclabilità dei magneti permanenti, che possono essere presenti in moltissimi prodotti: dai dispositivi per la risonanza magnetica per immagini, ai generatori di energia eolica, robot industriali, veicoli a motore, mezzi di trasporto leggeri, generatori di freddo, pompe di calore, motori elettrici, ma anche lavatrici automatiche, asciugatrici a tamburo, forni a microonde, aspirapolvere o lavastoviglie.
Ebbene, su questi prodotti immessi nel mercato europeo, occorrerà garantire la presenza di:
- “Un'etichetta ben visibile, chiaramente leggibile e indelebile” che indichi la presenza di magneti permanenti e alcune informazioni specifiche.
- Un vettore di dati sul prodotto o al suo interno, collegato a un identificativo unico del prodotto che fornisce accesso a diverse informazioni tra cui: il nome, la denominazione commerciale registrata o il marchio registrato, le informazioni per contattare la persona fisica o giuridica responsabile, il peso, la collocazione e la composizione chimica di tutti i magneti permanenti inclusi, la loro rimozione dei magneti, ecc..
Lo stesso articolo “sottolinea l'importanza di avere un identificatore di prodotto unico per i prodotti contenenti materie prime critiche. Ciò consentirà una migliore tracciabilità dell'uso di questi materiali, aiuterà nella prevenzione della contraffazione e migliorerà il monitoraggio delle catene di approvvigionamento” sottolinea in una nota GS1 in Europe, l'organizzazione a cui partecipano tutte le GS1 europee, come GS1 Italy. Per seguire queste indicazioni e quindi “garantire che questi materiali vengano riutilizzati e riciclati il più possibile, riducendo così la dipendenza dell'UE dalle importazioni e i rischi ad esse associati, i produttori dovranno ora istituire un registro per tracciarne l'utilizzo e il riciclaggio”.
A commento di questa nota, Francesca Poggiali, chief public policy officer europe di GS1, afferma: «Con questa ulteriore proposta di regolamento, l’UE compie un altro importante passo verso l’indipendenza strategica e la sostenibilità e dimostra quanto l’identificazione delle materie prime, dei prodotti e dei loro componenti sia fondamentale per sviluppare nuove politiche economiche e andare spediti verso la circolarità e la digitalizzazione. Un esempio è quello del litio ad oggi riciclato in Europa al 10% e che in seguito alla nuova proposta europea sulle batterie sostenibili dovra’ raggiungere il 50% di quello utilizzato nelle batterie. Senza dati standardizzati sui luoghi, gli operatori economici, i prodotti e le materie prime non si raggiunge la vera sostenibilità. Per questo gli standard sui dati prodotto hanno un ruolo fondamentale da svolgere».