Da Bruxelles a Bruxelles, il lungo viaggio di un papà che “fa i codici a barre”
“50 volte il primo barcode”: 50 anni di codice a barre GS1 visti dalle persone di GS1 Italy. In questo primo appuntamento, Massimo Bolchini ci accompagna in un percorso di sfide, scelte, riconoscimenti e… piccole incomprensioni in famiglia
È fine estate ma sembra di essere in pieno autunno: pioggia fitta e vento gli stessi che mi accoglieranno spesso nei numerosi viaggi che farò in questa città. Naturalmente non ho l’ombrello.
Nella mia borsa ci sono 157 richieste di modifiche e integrazioni agli standard EAN scaturite dal gruppo di lavoro italiano dell’EDI avviato, dopo la mia assunzione in Indicod, ad aprile. Vado a rappresentare istanze e bisogni delle nostre aziende associate che si aspettano un esito positivo, quindi mi sento teso e irrequieto… molto teso e molto irrequieto. Negli uffici, che ospitano una ventina di persone, fortunatamente, si respira un’atmosfera familiare e rassicurante. I colleghi sono gentilissimi e molto amichevoli. Quando richiudo la borsa, il giorno dopo, dentro ci sono 157 richieste accettate. Il lavoro svolto in Italia con le nostre aziende è stato ottimo. Con alcuni di quei colleghi che saluto per la prima volta, prima di ripartire, nasceranno grandi amicizie.
Durante il ritorno rifletto, più volte, sul mio attuale stato d’animo rispetto a quello del viaggio d’andata: mi sento confortato, la “missione” si è conclusa nel migliore dei modi, ma non è solo questo il motivo. C'è dell’altro. Sono svaniti, infatti, tutti i dubbi che mi hanno accompagnato sin da quando avevo ricevuto l’offerta di Indicod per diventarne il responsabile tecnico.
Sono gli stessi dubbi che, credo, hanno accompagnato altre persone che si sono trovate di fronte alla scelta di migrare da un’azienda operativa (io allora lavoravo in un’impresa di distribuzione italiana) a un’associazione, dove mission, linee strategiche, obiettivi, prestazioni e modalità operative vengono definiti e valutati, spesso, sulla base di criteri e parametri diversi. Era stato l'incoraggiamento di mia moglie, che - molto più di me - aveva intravisto l'opportunità di una svolta interessante per la mia professionalità, a convincermi a seguire il suo istinto anziché il mio… e meno male. Quella visita a Bruxelles mi mostrò in modo chiaro e inequivocabile l’importanza del ruolo della nostra organizzazione, di GS1.
Viviamo costantemente a stretto contatto con le aziende e - attorno ai nostri tavoli, nei gruppi di lavoro oppure con relazioni e monitoraggi continui - individuiamo e raccogliamo i loro bisogni. Nella nostra comunità internazionale, sviluppiamo, integriamo e modifichiamo gli standard per fornire a questi bisogni risposte e strumenti adeguati, supportando le aziende nella loro implementazione. C'è poi quella che io chiamo, sperando di non apparire blasfemo, l’attività di “evangelizzazione degli standard GS1”, e cioè tutto ciò che si fa per poter diffondere il più possibile, in modo chiaro e forte - attraverso eventi, pubblicazioni, formazione e tanto altro - la conoscenza dei benefici derivanti dalla loro adozione.
Insomma, era impossibile non innamorarsi di questo “mestiere” e non sentire dentro un’enorme passione.
Da quella prima volta a Bruxelles, ho avuto la fortuna di vivere per intero lo sviluppo della nostra organizzazione che, a inizio millennio, ha visto lo UCC (l’organizzazione per l’identificazione standard comprendente USA e Canada) unirsi a EAN per dar vita a GS1, l’organizzazione degli standard su scala globale.
Un evento che ha avuto un forte impatto sulla nostra strategia e ha dato avvio a un’evoluzione che ha cavalcato i ritmi e i percorsi della trasformazione digitale: il tema dell’RFID, il GS1 GDSN per lo scambio di informazioni di prodotto, il Global Registry Platform, i codici a barre bidimensionali con il GS1 Digital Link sono i pilastri sui quali poggerà l'operatività del futuro. Questa stessa evoluzione ha visto, in parallelo, anche una trasformazione di GS1 Italy, che, oltre a svolgere il proprio ruolo istituzionale per la gestione e la divulgazione degli standard, ha lanciato, ormai da anni, un’apprezzabile attività di servizi utilizzati oggi da diverse migliaia di aziende. Insomma, una bella cavalcata.
Certo, oggi i processi e le procedure che gestiscono il lavoro di standardizzazione appaiono più formali, magari anche più complessi rispetto a quelli più elastici e "casual" del lontano 1998, ma questo diventa un passaggio necessario quando si raggiungono i livelli di partecipazione attuali, che vedono coinvolte centinaia e centinaia di persone. Sono proprio la partecipazione, il coinvolgimento e la rappresentanza a dare al nostro lavoro il suo valore fondamentale.
Ma eccomi di nuovo a Bruxelles: sono le 9:00 di mattina del 13 febbraio 2023. Entro al centro congressi dove si tiene il Global Forum, l’evento internazionale di GS1 al quale partecipano tutte le organizzazioni nazionali. Per questa edizione si parla di più di mille partecipanti tra presenze fisiche e collegamenti in streaming.
C’è un particolare però che rende questo Global Forum diverso: per me sarà l'ultimo. Tra pochi mesi andrò in pensione. Provo, quando ci penso, una sensazione strana, un misto di malinconia, di orgoglio e di grande senso di appartenenza a un mondo nel quale - pensa un po’ - non ero neanche sicuro di voler entrare.
Mi resta solo un piccolo cruccio, a proposito del mio lavoro: non essere mai riuscito a farlo comprendere adeguatamente ai miei figli, nonostante le innumerevoli volte in cui mi hanno chiesto di provare a farlo. Non è così semplice da spiegare ai non addetti ai lavori, e infatti i miei figli dopo un paio di minuti, non riuscendo a comprendermi, hanno sempre preferito fingere lo svenimento per farmi smettere. Mi hanno confessato, comunque, che di fronte alla fatidica domanda “che lavoro fa tuo papà?” rispondono, con malcelato imbarazzo e un pizzico di finto orgoglio: “Mio papà fa i codici a barre!”.
Beh, mi piace questa definizione: il codice a barre è stato l’elemento base e l’anima di GS1, ha cambiato le imprese e accompagnato noi consumatori, è entrato nelle nostre case e ha migliorato un po’ anche le nostre vite. Io ho avuto la grande fortuna di incontrarlo nella mia vita professionale e lo ringrazio immensamente per avermi regalato 25 anni straordinari.
Quindi, con tutto il cuore… tanti auguri per i tuoi 50 anni, codice a barre.
A cura di Massimo Bolchini, standard development director di GS1 Italy
Leggi la storia di Andrea Ausili