02. La Distribuzione fa la propria parte

Proseguendo un percorso iniziato alcune edizioni fa della manifestazione, The European House - Ambrosetti ha quindi dedicato lo studio condotto per Adm (Associazione Distribuzione Moderna), che raggruppa le principali organizzazioni di riferimento delle imprese distributive, al “Ruolo sociale ed economico della distribuzione”.

Con particolare riferimento al clima descritto da Pagnoncelli, lo studio aggiunge altri elementi di preoccupazione, come il fatto che la crisi attuale rischia di frenare ulteriormente i consumi, a partire da quelli delle famiglie meno abbienti, per le quali il reddito disponibile in un anno è stato decimato (-33,2% a dicembre per il primo quintile) e le spese incomprimibili pesano il 76% rispetto al 56% delle famiglie con reddito più elevato.

E anche se il Governo ha stanziato 500 milioni di euro per il sostegno delle famiglie più deboli, nei fatti, evidenzia lo studio, lo scudo per il consumatore contro la crescita dei prezzi è la Distribuzione, responsabile dell’80% degli acquisti agroalimentari degli italiani grazie ai suoi 25 mila punti vendita presenti capillarmente nel territorio.

Le aziende distributive infatti hanno assorbito una parte molto significativa di aumento dei prezzi per un valore di 3,9 miliardi di euro, consentendo un risparmio medio per famiglia fino a 77 euro al mese per la spesa alimentare nel corso del 2022.

Figura4_MarcaBologna23.jpg.pngFigura 4 – Variazione dei prezzi all’ingrosso e al dettaglio per alcune categorie (variazione %, sett. 2022 vs sett. 2021)Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati MISE, Unioncamere, Istat e Federdistribuzione per Adm “L’Italia di oggi e domani: il ruolo sociale ed economico della Distribuzione moderna” 2023

«Ci sono momenti in cui è necessario svolgere un ruolo per la tenuta del paese – commenta Marco Pedroni, presidente Adm – e la Distribuzione l’ha fatto, pur nella consapevolezza di un anno difficile per i bilanci delle imprese. Questo però non si potrà fare all’infinito. Ci preoccupa che a fronte di segnali di rallentamento dell’inflazione a livello internazionale, arrivino richieste di aumenti di listino da parte delle grandi imprese multinazionali. Crediamo che il Governo debba aprire un tavolo di confronto perché il rischio forte di recessione c’è e non è un problema del settore ma del paese».

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