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Dimmi quando mangi, ti dirò come compri

L’Osservatorio Immagino di GS1 Italy inaugura un nuovo approccio per raccontare come cambia la spesa alimentare degli italiani in GDO

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Dalla colazione alla cena, passando per il fuoripasto: come cambiano le scelte alimentari degli italiani in funzione del momento in cui si mangia e si beve? E nelle diverse occasioni di consumo quotidiano quali sono le tendenze più consistenti in termini di valore delle vendite in GDO e di crescita ottenuta nel corso dei 12 mesi rilevati? Sono le domande a cui l’Osservatorio Immagino di GS1 Italy risponde con un dossier speciale che ha riunito i claim più dinamici rilevati su 88.261 prodotti alimentari di largo consumo (esclusi cura della casa, cura della persona, pet food e cibi per l’infanzia) in cinque macro-famiglie valoriali (benessere, salutismo, naturalità, sicurezza, italianità) e ne ha misurato il peso e il trend in tre occasioni di consumo: prima colazione, pasti (primi e secondi piatti, sia basici sia di servizio) e fuoripasto. Il quadro che ne è emerso individua le tendenze trasversali che attraversano il mondo del food in Italia e ne misura il peso e il dinamismo nei diversi momenti di consumo.

«Con questo dossier abbiamo introdotto una nuova chiave di lettura, ancora più approfondita e trasversale, del largo consumo alimentare in Italia e che va ad arricchire la consueta analisi per fenomeni di consumo» afferma Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy. «In questo modo ci siamo prefissi di fornire nuove indicazioni alle aziende aiutandole a interpretare e contestualizzare in modo più completo le evidenze che emergono dall’Osservatorio Immagino».

Individuate le categorie di prodotto più significative per ogni momento di consumo e selezionati i claim più rappresentativi (ossia presenti su prodotti che raggiungono almeno l’1% di incidenza sul sell-out totale e hanno un trend maggiore di almeno il +2,5% sulla media della specifica occasione di consumo), l’Osservatorio Immagino ha potuto intercettare quanto benessere, salutismo, naturalità, sicurezza, italianità siano diversamente importanti nel corso della giornata alimentare dei consumatori e quali siano i più rilevanti e i più dinamici claim presenti sulle etichette dei prodotti nel mondo della colazione, dei pasti e dello snacking.

Prima colazione

Nel corso del 2021 i 12.704 prodotti per la colazione monitorati hanno accusato un calo di -2,4% del valore delle vendite in supermercati e ipermercati, attestandosi poco sopra i 5,7 miliardi di euro. Ma c’è chi è andato controcorrente, aumentando il sell-out: si tratta dei prodotti posizionati nei mondi del salutismo, della sicurezza, della naturalità e del benessere, che si sono mostrati capaci di guidare le scelte d’acquisto degli italiani per il menu della prima colazione. L’area valoriale maggiormente premiata nel 2021 è stata quella del salutismo (+5,3% il sell-out), in cui spicca la crescita del business dei prodotti “senza lattosio” (+6,0%). Invece il mondo più significativo per giro d’affari è quello del benessere, che contribuisce per il 22,7% al sell-out totale e dove spicca l’affermazione dei prodotti accompagnati dal claim “proteine”, vero fenomeno del 2021, con una crescita annua di +9,6% delle vendite. Performance annue molto positive anche per i claim “pochi zuccheri” e “senza zuccheri aggiunti” (+5,9% ciascuno) e per i prodotti con “avena” (+6,2%) e per quelli “vegani” (+6,0%). Da segnalare anche, per la tematica della sicurezza alimentare, la crescita del claim “filiera” con un +4,0%, e l’attenzione alla naturalità, con “mandorla” (+5,0%) e “senza conservanti” (+3,0%).

Primi piatti

Le oltre 9.500 referenze identificate dall’Osservatorio Immagino hanno sviluppato 2,1 miliardi di euro di sell-out, in calo annuo di -1,6%. Ma l’analisi rileva l’andamento decisamente positivo di alcuni panieri “tematici”. Come quello incentrato sulle proposte benessere, che ha visto crescere le vendite di +9,6%, quello incentrato sulla filiera (+7,5%) e quello salutistico (+5,9%). Nella classifica dei claim a maggior crescita spiccano “pochi grassi” (+22,2%) e “senza coloranti” (+13,7%).

Scindendo il mondo dei primi piatti fra le proposte “basic” e quelle a maggior contenuto di servizio, emerge poi che nelle prime l’area più dinamica è quella del salutismo (+9,0%), trainata dalla crescita delle vendite dei prodotti “senza glutine” (+8,0%), mentre nei primi piatti pronti è il benessere il valore che spinge le vendite, in particolare per i claim “senza grassi idrogenati” (+42,9%), “pochi grassi” (+27,9%) e “senza olio di palma” (+19,4%).

Secondi piatti

In questo carrello l’Osservatorio Immagino ha monitorato 11.898 referenze, che in un anno hanno realizzato 6,7 miliardi di euro di sell-out, in calo di -1,3% annuo, ma con tre panieri – sicurezza, salutismo e benessere - in crescita. Tra i claim rilevati, le migliori performance sono state messe a segno da “senza olio di palma” (+9,1%), “senza antibiotici” (+6,2%), “filiera” (+4,8%) e “Omega 3” (+3,8%).

Scorporando il mondo dei secondi piatti per livello di servizio, emerge che per quelli basici sono premianti la sicurezza (+14,8% il sell-out), con il claim “100 % ingredienti naturali” cresciuto di +20,4%, e l’italianità con il claim “regionalità” a +8,8%. Nei secondi piatti pronti è il benessere il tema trainante, con “Omega 3” best performer (+3,9%). In crescita anche la sensibilità alla sicurezza dei prodotti, con il claim “filiera” che ha aumentato di +3,0% le vendite, e l’attenzione al salutismo, con l’indicazione “senza latte” in crescita annua di +2,7%.

Fuoripasto

Sono ben 15.822 le referenze presenti nel paniere dell’Osservatorio Immagino che si prestano a un consumo “fuori orario” e nel 2021 hanno ottenuto 4,3 miliardi di euro di vendite, in crescita di +3,1% rispetto all’anno precedente. Ma c’è chi ha fatto di meglio, in primis i panieri incentrati sul salutismo (+13,8%) e sul benessere (+12,4%). Tra i claim emergono le performance delle indicazioni “proteine” (+48,3% il sell-out), “senza lattosio” (+44,7%), “senza zuccheri aggiunti” (+33,9%), “fibre” (+18,4%), “pochi grassi” e “non fritto” (entrambi +14,6%).

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