06. Incognite per la grande distribuzione
Il 2022 (e forse ancor di più il 2023) potrebbe essere l’anno più difficile della storia della GDO in Italia.
Da un lato, infatti, le imprese retail devono fare i conti con l’eccezionale rincaro dei listini industriali e l’esplosione del caro energia. Dall’altro dalle difficoltà della domanda finale e dalla necessità di attutire l’effetto sulla capacità di acquisto del consumatore. Ad oggi, infatti, i prezzi dei beni alimentari venduti dall’Industria alle catene della GDO sono cresciuti del 15% rispetto allo scorso anno (var % tendenziale luglio-agosto 2022-2021), mentre l’inflazione alla vendita nello stesso periodo ha fatto segnare un valore di poco superiore al +9% (il differenziale fra il prezzo all’acquisto e quello alla vendita segna un -5,7% a tutto svantaggio della grande distribuzione). E a schizzare in alto sono soprattutto i prezzi all’acquisto dei prodotti basici, così l’olio di semi segna un +40,9%, quello di oliva un +33,1% e ancora la pasta (+30,9%, la farina +25,4%).
Figura 5 – La dinamica dei costi e dei prezzi di venditaFonte: Rapporto Coop 2022
Contemporaneamente, dopo lo tsunami energia che si è abbattuto anche sulla grande distribuzione, i costi energetici che nel 2019 valevano l’1,7% del fatturato sulla base dei future sull’energia si moltiplicheranno almeno per tre volte raggiungendo nel 2022 una incidenza del 4,7% e del 5,2% nel 2023.
Questo drammatico incremento dei costi è tanto più preoccupante se si considera che il retail alimentare è un settore strutturalmente a bassa redditività, dove piccole variazioni dei margini possono seriamente compromettere la tenuta dei conti economici. Basti qui ricordare che (dati Mediobanca) il Valore Aggiunto trattenuto in media dalle imprese della GDO nel 2021 è stato pari a 14,7%, l’Ebitda al 5,3% e l’Ebit al 2,6%. Allo stesso modo per ogni 100 euro spesi dal consumatore l’utile netto per i retailer è stato appena superiore a 1,5 euro.
«Le imprese della distribuzione commerciale – conclude Pedroni – registrano costi dei prodotti e dell’energia in fortissima crescita e finora hanno contenuto gli aumenti dei prezzi al consumo delle famiglie; i bilanci e con essi la stabilità delle imprese possono andare in crisi; non chiediamo aiuti di stato, ma di mettere un tetto ai rialzi dell’energia e di sostenere la domanda interna dei consumi. Ma è anche importante che Industria e Distribuzione pensino ad affrontare insieme il mercato di domani, perché se i dati che ci fornisce il Rapporto Coop raccontano il primo semestre di quest’anno, non c’è motivo di credere che la corsa dei prezzi si fermerà nei prossimi mesi».
A cura di Fabrizio Gomarasca @gomafab