3,5%
il tasso di out-of-stock ad aprile
Nel mese di aprile il tasso di out-of-stock (OOS) nel largo consumo confezionato con 3,5% registra il dato più alto da inizio anno, attestando l'aumento di +0,1 punto sia rispetto allo stesso mese del 2021 sia a marzo 2022, con diminuzioni solo nei reparti del fresco e dell’ortofrutta (entrambi di -0,1 punto). È quanto rileva il Barometro Osa (Optimal Shelf Availability) di GS1 Italy, il monitoraggio mensile che, in ambito ECR in collaborazione con Iri, misura l’indice delle rotture di stock nel largo consumo italiano insieme a quello delle vendite perse, che con il dato del 5,8% risultano in aumento sia rispetto allo scorso anno (+0,4 punti), sia a marzo 2022 (+1,5 punti).
Totale out-of-stock e vendite perse per il largo consumoFonte: GS1 Italy “Barometro Osa” aprile 2022
Riguardo ai canali, ad aprile c'è una stabilità del tasso OOS al 3,7% negli ipermercati, confermata nei reparti cura persona e pet care mentre è in aumento nella drogheria alimentare (+0,1 punti) e nel freddo (+0,3) ed in calo (da -0,1 a -0,2 punti) in tutti gli altri reparti. Nei supermercati si registra l'aumento di +0,1 punto e Oos al 3,8% in quelli grandi e al 2,9% in quelli piccoli. In entrambi i casi gli unici reparti che registrano un calo (-0,2 punti) sono fresco e ortofrutta.
In aumento le vendite perse in ogni canale: si attestano al 5,7% nell'ipermercato con +0,3 punti su aprile 2021 e +1,1 su marzo 2022. I supermercati grandi registrano un 6,1%, in aumento sia su marzo 2022 (+1,8 punti) sia su aprile 2021 (+0,4) mentre quelli piccoli registrano un 4,5% con un +0,5 punti su marzo 2022 e +0,2 sull’anno precedente in tutti i reparti con l'eccezione del pet care (-0,1 punto) e del cura persona che risulta stabile.
Nel primo quadrimestre il tasso OOS è pari al 3,4% che sale al 3,7% in condizioni di vendita normali con punte superiori al 10,3% per l'ortofrutta e del 5% per il fresco. In condizioni promozionali, invece, la probabilità di trovare un prodotto fuori stock si riduce drasticamente allo 0,7%, con comportamenti molto simili tra i reparti. Fanno eccezione l'ortofrutta spostata su livelli molto superiori (2,5%) e il fresco (1%).