03. L’impatto economico

ReportOSA_2021_Articolo3.png La mancanza di prodotto a scaffale si traduce in un effetto economico negativo tipicamente misurato dal kpi (key performance indicators - indicatore chiave di prestazione) delle Vendite perse, ovvero la stima di quanto in meno un prodotto ha venduto rispetto al giro d’affari atteso a causa dell’Out-of-stock.

Nel 2021 il tasso di Vendite perse per il largo consumo confezionato, si è attestato al 4,7%. Il dato rispecchia la tendenza già mostrata dall’indicatore di Out-of-stock e riprende la tendenza che si era registrata nei tre anni precedenti al 2020, quando gli effetti negativi del periodo iniziale della pandemia avevano spinto il valore dell’indicatore sopra la soglia del 5%.

Figura 8

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Fonte: GS1 Italy in collaborazione con IRI “Barometro OSA” 2021
Dati giornalieri di ipermercati e supermercati. Totale Largo Consumo Confezionato

Anche nel confronto mensile si può apprezzare come in tutti i singoli mesi del 2021 la riduzione di vendite perse rispetto al 2020 è stata compresa tra i 3 e i 5 decimi di punto. Ad eccezione del periodo di marzo-aprile dove la differenza è stata di 2,8 punti e del mese di dicembre, in cui si è letto un effetto contrario, con una crescita di 0,6 punti.

Figura 9

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Fonte: GS1 Italy in collaborazione con IRI “Barometro OSA” 2021
Dati giornalieri di ipermercati e supermercati. Totale Largo Consumo Confezionato

In questo scenario di ottimismo di fondo, tuttavia, è opportuno segnalare come il rapporto tra Vendite Perse e Tasso di Out-of-Stock sia stato nel 2021 pari a 1,47, con variabilità molto alte tra i diversi reparti. Il rapporto misura l’effetto economico dell’incidenza media di un punto di mancanza di disponibilità di prodotto a scaffale: se >1 i prodotti impattati dall’Out-of-Stock sono quelli a valore superiore al valore medio della categoria, quindi prodotti di marca o premium.  

Figura 10

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Fonte: GS1 Italy in collaborazione con IRI “Barometro OSA” 2021
Dati giornalieri di ipermercati e supermercati. Totale Largo Consumo Confezionato

Nel confronto con il 2020 questo indicatore si è incrementato di 16 punti base, più elevato per il fresco (+24) e per la cura casa (+22), meno per petcare (+3) e surgelati (+6). Può essere interpretato come il risultato di due fattori:

  1. L’ampliamento dell’offerta su prodotti premium, che avendo minori rotazioni sono meno soggetti ad una gestione continuativa di replenishment e conseguente rischio di fuori-stock.
  2. Il forte presidio verso le marche del distributore, che diventano il core dell’offerta anche dal punto di vista logistico e riducendo il loro contributo all’out-of-stock di categoria espongono altri alle potenziali perdite di vendite.

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