gs1

GS1 Global Data Model

Il punto di riferimento per le informazioni anagrafiche di prodotto

La missione di GS1, come è noto, è quella di definire, prima, e promuovere, poi, standard e strumenti per l’efficienza dei processi che coinvolgono aziende diverse in molti settori d’attività.

A partire dal sistema di identificazione, vero caposaldo dell’infrastruttura GS1, fino agli strumenti per la condivisione delle informazioni anagrafiche o la registrazione degli eventi per la tracciabilità del ciclo di vita di un prodotto, il raggio di azione di GS1 è veramente molto ampio e adatto a una moltitudine di applicazioni.

Quello che è altrettanto noto, o almeno dovrebbe esserlo, è che tutte le azioni intraprese in ambito GS1, dallo sviluppo di nuovi standard all’evoluzione degli esistenti, partono da iniziative ed esigenze espresse dagli utenti stessi del sistema GS1, siano essi produttori, distributori, service provider, operatori logistici, ecc. L’elenco è ancora lungo, considerati tutti i settori e gli stakeholders coinvolti.

GS1_GDM_Articolo.jpgIl Global Data Model, una delle ultime iniziative nel mondo GS1, è nata per esempio nel contesto del Consumer Goods Forum, un’organizzazione globale che riunisce le più grandi aziende multinazionali della produzione e della distribuzione, per spinta delle stesse aziende e, ovviamente con la collaborazione e il supporto di GS1.

Il principio da cui è nato questo progetto è la considerazione del fatto che le informazioni anagrafiche di prodotto scambiate tra produttori e distributori, i master data, sono pressoché sempre le stesse in ogni mercato e che ormai il retail ha di fatto abbattuto ogni barriera nazionale ed ha assunto un carattere internazionale per un numero considerevole di aziende di tutte le dimensioni.

Ecco che allora ha sicuramente senso definire un modello di riferimento che includa e descriva tutte le informazioni anagrafiche che sono richieste e necessarie per creare una relazione commerciale tra aziende a livello globale.

Ed è quello che è stato fatto grazie al contributo e alla spinta di un gruppo di primarie aziende mondiali, da Walmart ad Ahold e Metro, e poi Mondelez, P&G, Nestlé, giusto per citare qualche nome (ma anche qui l’elenco è ben più lungo), che si sono confrontate, hanno lavorato insieme e infine hanno concordato su un modello che è stato successivamente anche validato da alcuni piloti.

Il Global Data Model in realtà non si limita a definire gli attributi di prodotto rilevanti a livello globale, ma in una visione a cerchi concentrici che partono da questo nucleo comune a tutti i mercati nel mondo descrive anche ciò che viene richiesto a livello continentale, in Europa piuttosto che in Nord America o Asia, e infine quanto è di pertinenza locale e di ogni singola nazione per via magari di qualche legge o regolamento interno.

Inoltre la metodologia adottata dal gruppo di lavoro nell’affrontare questo progetto è stata quella di concentrarsi su modelli per specifiche tipologie di prodotto e quindi sono stati definiti finora il data model per il food, quello per il near-food (il non food che si trova nei supermercati, perlopiù cura casa e cura persona), quello per il pet-food e quello per le bevande alcoliche. Ovviamente il lavoro non si fermerà qui, ma questa è sicuramente una solida base di partenza.

Va sottolineato che l’attività principale, ovvero quella di definire l’elenco degli attributi obbligatori o opzionali, è affiancata da alcune attività collaterali ma non per questo meno importanti. La prima è stata un lavoro di semplificazione del linguaggio finora usato per definire e descrivere ogni possibile attributo di prodotto per renderlo più comprensibile ad una platea più ampia di persone che lavorano in azienda anche in ruoli non tecnici. Le definizioni finora usate sono nate perlopiù nell’ambito dello standard di condivisione delle anagrafiche di GS1, il Global Data Synchronisation Network (GDSN), quello implementato in Italia dal servizio Allineo, e sono state originariamente scritte e pensate per un target tecnico, coloro che in azienda si occupano direttamente di data management.

Ma appare ormai evidente a tutti i livelli che la gestione delle informazioni di prodotto è un’attività strategica e che riguarda trasversalmente tutti i dipartimenti aziendali, dalla produzione alla logistica fino al commerciale e al marketing.

Ecco perché aggiornare le definizioni dei diversi attributi usando un linguaggio più vicino a funzioni meno tecniche è stato strumentale nella creazione del Global Data Model (il gruppo che se ne è occupato, costituito da persone appartenenti a funzioni diverse nelle aziende della produzione e della distribuzione si chiamava ADB, Attribute Definitions for Business).

Inoltre è importante sottolineare che il lavoro svolto nella definizione del Global Data Model prescinde dallo strumento usato per la condivisione e lo scambio delle informazioni anagrafiche descritte. Lo strumento di elezione e preferenziale rimane sempre il GDSN, ormai molto diffuso e consolidato in tutti i mercati nel mondo, ma il Global Data Model si riferisce essenzialmente al contenuto informativo, non alle modalità di scambio.

Come detto il lavoro sta tuttora proseguendo, si stanno analizzando e razionalizzando le liste di codici e le regole di validazione adottate a vario livello, ma nel frattempo il Global Data Model è stato inserito nel processo di sviluppo e di manutenzione di GS1 diventando a tutti gli effetti uno standard GS1.

Scopri tutte le informazioni e la versione 1.0 del GS1 Global Data Model sul sito GS1.

A cura di Andrea Ausili data & innovation manager GS1 Italy - seguilo su linkedin