Anatomia di una strategia omnicanale perfetta
Alla scoperta del DAM (Digital Asset Management) Intelligente
Con i consumatori di oggi a volte sembra di giocare ad “Acchiappa la talpa”.
Visitano il tuo giardino ma le buche sono decine. Da dove spunteranno? Non fai in tempo ad avvicinarti che sono già scomparsi nel profondo del sottosuolo, per poi riapparire da un’altra parte.
Eppure, vanno ingaggiati fino alla fine del buyer’s journey. Ma tu perderesti tempo con una persona che non riesce a seguirti? Ovviamente no, per questo si richiede una strategia omnicanale che riesca a integrare online e offline nel segno della coerenza del marchio.
Ma com’è la situazione in Italia? Il 67% degli italiani sopra ai 14 anni è multicanale: il digitale rientra dunque nei loro percorsi d’acquisto. Ma per quanto il 95% delle aziende raccolga dati di anagrafica cliente, solo il 33% personalizza i contenuti in funzione dello specifico utente.
I dati del report dell’Osservatorio Omnichannel Customer Experience parlano chiaro: le percentuali sono ridotte, solo una realtà su cinque dimostra una partecipazione diffusa e un commitment elevato di più funzioni aziendali alla gestione dell’omnichannel customer experience. Sembra, infatti, che il principale “scoglio” alla strategia omnicanale sia l’organizzazione aziendale.
Sappiamo che le tecnologie a supporto dell’omnicanalità sono molteplici e in costante evoluzione ma, come afferma Raffaello Balocco, responsabile scientifico dell’Osservatorio, devono poggiarsi su tre dimensioni fondamentali:
- Una strategia integrata con gli obiettivi di business dell’azienda.
- Un’attenta progettazione dei cambiamenti a livello organizzativo.
- Una “vista unica” sui clienti, ovvero un serbatoio di dati completo e aggiornato con cui massimizzare l’efficacia delle attività di marketing, vendita e customer care.
Dati e tecnologia: il DAM Intelligente
Tra gli strumenti più evoluti si trova il Digital Asset Management (DAM) Intelligente, una piattaforma che consente la gestione e l’analisi “intelligente” di svariate tipologie di contenuti (audio, testi, video, pagine HTML ecc.), garantendone la coerenza di utilizzo sui diversi touchpoint.
Anche se si trova “a valle” della filiera del dato, esso è facilmente integrabile con altre soluzioni. Con il CRM ad esempio, permettendo di arricchirlo con dati sulle performance dei contenuti pubblicati. Questo assicura una “vista unica” (single customer view) sui clienti dove ai dati demografici si aggiungono quelli relativi agli interessi,ricavati dall’analisi dell’approccio degli utenti ai contenuti.
Eppure, non è ancora ben chiaro il valore del DAM Intelligente a supporto di una strategia omnicanale: il report evidenzia infatti che le tecnologie legate alla gestione del contenuto non sono ancora al centro dell’attenzione delle aziende (solo il 15% ricorre a un DAM).
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