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Il mass market al Fuorisalone, Milano Design Week 2017

Un percorso che non esiste ancora quello dei marchi “da supermercato” al Fuorisalone. Tendenze online è andata a cercarli.

Potremmo battezzarlo mass market design quello che al Fuori Salone della Milano Design Week 2017 ci stupisce e ci conferma allo stesso tempo alcune evidenze suggerite da Tendenze online già l’anno scorso. 

Chi partecipa al Fuorisalone cerca un cambio di paradigma, un modo diverso per progettare gli oggetti destinati alla grande distribuzione organizzata. Ma è solo un gioco o un campo di sperimentazione per progettare futuri scenari ed esperienze d’uso?

Un futuro molto umano

La vera lezione quest’anno, al di là dei vari esercizi di stile e di tendenza, viene dall’elettronica di consumo. Il messaggio è chiaro: trovare il tempo e lo spazio per recuperare umanità, che la tecnologia non può e non deve toglierci. Comunicare e conservare esperienze e memorie. E lo fa affidandosi alle visioni di grandi guru dell’exhibition design.

Samsung per il lancio del Galaxy S8 sceglie Zaha Hadid Architects e ci accompagna in un’esperienza semplice ma di grande effetto. Ci invita a creare un avatar geometrico e di lanciarlo su dei grandi gusci animati da centinaia di avatar che come microrganismi preistorici animano gli schermi. Un brulicare di vita, dentro allo schermo. Ogni avatar un organismo unico, come le nostre esperienze. Grazie anche alla tecnologia, la nostra esperienza rimane unica.

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Unboxe your experience, unboxe your phone.

Finita la suggestione attrattiva e interattiva, però si passa ai fatti. In un’area grande quanto la precedente, numerosi tavoli dove scoprire i prodotti Samsung, toccarli con mano, grazie alla presenza di “esperti di prodotto” che svelano le meraviglie tecnologiche dei diversi device. A prova di dummies.

Prima fai l’esperienza poi te la spiego. Per bene, con eleganza e passione.

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«Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco», Confucio

E magari anche con una certa poesia. Lo fa LG che si affida al grande designer giapponese Tokujin Yoshioka (di solito al Fuorisalone con Lexus).

S.F_Senses of the Future sono 17 sedie costruite con schermi sottilissimi, disposte in contemplazione del grande Wall of the Sun: questi i nomi delle due installazioni di Yoshioka . Parola d’ordine: immersione. Dove non bastano gli oculus, l’immersione avviene in ambienti che possono essere “sentiti”, sulla pelle e non solo con gli occhi, anche nella finzione tecnologica. Sedersi direttamente su degli scherni, quasi pucciandosi dentro ai colori, imbevendosi di luce OLED. La natura che tiene in vita anche agli scenari tecnologici. Dice Yoshioka di essere stato ispirato dalla natura e «dalla poesia della luce e della tecnologia». 

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Un senso di futuro, inondato dalla luce di un Sole artificiale. Un’alba, che ricorda 2001 Odissea nello spazio The day after. Un futuro, che anche se non può più prescindere dalla onnipresenza della tecnologia, cerca di rimanere umano. Commovente. 

Tanti infatti i riferimenti alle memories al Fuorisalone 2017. C’è 3M che con “A Capsule of Memorabilia”,  un singolare "photo-booth" che consente di scattare fotoricordo firmata da Patricia Urquiola, ci invita a fare l’esperienza di proteggere i ricordi nel futuro perché vale la pena conservarli. 

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E  torna in mente il monito di Vint Cerf, vicepresidente di Google e tra i padri di internet: «Dietro di noi un deserto digitale, un altro Medioevo. Se tenete a una foto, stampatela».

Futuro che si àncora al sapere del passato che danno sicurezza e motivano lo slancio innovativo.

Un’idea di futuro che si nutre di esperienze, di presente e di passato è anche l’idea di Pepsi che ripropone anche quest’anno Mixt it up. C’è il “Bar of Memories” con “The Future of Memory” (il ruolo che il gusto gioca nella creazione dei ricordi) e la Future Room (come mangeranno le persone nei prossimi decenni?).

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«Qui al Fuorisalone, @PepsiCo_Design sta prendendo in esame come alcuni trend generali stanno cambiando la società, e come le aziende debbano reagire al fine non solo di sopravvivere, ma anche di crescere. È creando una connessione in modo creativo con i desideri e le necessità dei consumatori che PepsiCo può prendersi cura delle esperienze delle persone e migliorare in qualche modo le loro vite quotidiane», dice Mauro Porcini, senior vice president e chief design officer di PepsiCo.

Uno scenario spettacolare quello dei marchi Pepsi, cavalcando trend più riconosciuti: cuochi stellati (Davide Oldani per Quark , Andrea Mainardi per Chiperie di Lay’s), healthy food (Leaf), personal boosting (Gatorade, Drinkinfinity). Se anche il prodotto da mass market dà un’esperienza unica che emoziona, se anche il prodotto da mass market esce dallo scaffale e finisce sul palcoscenico come in un grande reality televisivo, vuol dire che può essere testimonial di un’esperienza unica: per me, perché mia. 

Passato, presente e futuro convivono in una società iperconnessa come la nostra.  L’importante, dice il design al mass market, è garantire tempi e spazi dai valori umani.

A cura di Sara Manazza - @saramanazza