I media digitali tra élite e popolo
Il boom [+190%] dei consumi tecnologici nonostante la crisi. Ma secondo il Censis il loro successo non è solo una questione di numeri.
Il 13° Rapporto del Censis sulla comunicazione, “I media tra élite e popolo”, certifica quanto il web e la tecnologia connessa siamo indispensabili nella vita quotidiana degli italiani.
I numeri pubblicati dal Rapporto infatti che confermano il trend anticiclico dei consumi tecnologici in un decennio caratterizzato da una lunga e profonda recessione. Numeri sorprendenti perché non solo non conoscono crisi ma perché svelano qualcosa di più sugli italiani.
Perchè la tecnologia non conosce crisi per gli italiani?
- +190% i consumi tecnologici.
- 73,7% la penetrazione di internet in Italia - 95,9% nei giovani under 30.
- +28,4% la crescita complessiva degli utenti di internet negli ultimi dieci anni, passati da meno della metà a quasi tre quarti degli italiani.
- 64,8% gli italiani che utilizzano uno smartphone (89,4% i giovani tra i 14-29 anni).
- 89,4% i giovani italiani che usano WhatsApp.
Il successo della tecnologia e del web in Italia non è una questione solo di numeri.
Il perché per il Censis è chiaro.
Gli italiani hanno evitato di spendere su tutto, ma non sui media connessi in rete, perché grazie ad essi hanno aumentato il loro potere individuale di disintermediazione.
Usare internet per informarsi, prenotare viaggi e vacanze, acquistare beni e servizi, guardare film o seguire partite di calcio, entrare in contatto con le amministrazioni pubbliche o svolgere operazioni bancarie, ha significato spendere meno soldi o anche solo sprecare meno tempo: in ogni caso, guadagnare qualcosa.
Una rivoluzione che si misura in gigabyte
Questo è il titolo che il Censis ha scelto per il suo 13° Rapporto. Perché c’è un importante risvolto sociologico dietro ai numeri rivelati, che segnalano la presenza di cambio di cultura in atto in Italia, come nel mondo. Una rivoluzione che si misura in gigabyte.
Le ultime tendenze secondo il Censis indicano chiaramente che gli strumenti della disintermediazione digitale si stanno infilando come cunei nel solco di divaricazione scavato tra élite e popolo, prestandosi all'opera di decostruzione delle diverse forme di autorità costituite, fino a sfociare nelle mutevoli forme del populismo che si stanno diffondendo rapidamente in Italia e in Occidente.
Si tratta di una sfiducia nelle classi dirigenti al potere e in istituzioni di lunga durata che oggi si salda alla fede nel potenziale di emancipazione delle comunità attribuito ai processi di disintermediazione resi possibili dalla rete. Si sta così radicando un nuovo mito fondativo della cultura web: la convinzione che il lifelogging, i dispositivi di self-tracking e i servizi di social networking potranno fornire risposte ai bisogni della collettività più efficaci, veloci, trasparenti ed economiche di quanto finora sia stato fatto.
Significa che:
+ investo in media connessi + mi emancipo dal sistema + risparmio sul mio bilancio familiare.
Il web e la tecnologia che ci tiene connessi diventano quindi uno strumento irrinunciabile per affermare i propri bisogni, “personalizzare” la propria vita e intervenire in prima persona nella quotidinità. Ecco secondo il Censis il perché di numeri così sorprendenti, che non conoscono crisi.
Questi sono i principali risultati del 13° Rapporto Censis-Ucsi sulla comunicazione. Per il Rapporto completo si rimanda al sito web del Censis.