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Nel nuovo paniere Istat escono i vagoni letto, entrano i tatuaggi

Anche quest’anno l’Istat ha aggiornato l’elenco dei prodotti che compongono il paniere per la rilevazione dei prezzi al consumo

Come ogni anno entrate e uscite del paniere Istat riservano qualche sorpresa per i non addetti ai lavori (perché inserire il trapano elettrico solo ora nel segmento degli utensili e attrezzature a motore per la casa e il giardino?), ma nel suo adeguamento annuale l’Istituto di statistica cerca di rappresentare al meglio l’evoluzione dei comportamenti di spesa delle famiglie.

Così tra i 1476 prodotti del paniere (erano 1441 nel 2015) escono le cuccette e i vagoni letto ed entrano i tatuaggi, le lampadine led, le bevande vegetali e (altra sorpresa) le auto usate, gli alloggi universitari e i panni cattura polvere, le bevande vegetali e i servizi integrati di comunicazione che riuniscono più servizi in un solo prodotto (TV, internet e voce). E il latte non è più distinto in fresco e a lunga conservazione, ma in latte intero e scremato.

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Fig 1 – Le principali entrate e uscite del paniere Istat 2016

Nel 2016 l'aggiornamento della struttura di ponderazione - si legge in una nota dell’Istat - ha comportato, diversamente dagli ultimi anni, un aumento, anche se lieve, del peso dei beni nel paniere Nic-prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale, (da 53,55% a 53,72%), con una contestuale riduzione di quello dei servizi (da 46,45% a 46,28%). Ciò è principalmente imputabile all'aumento del peso dei beni durevoli e degli Alimentari non lavorati e alla diminuzione del peso dei Servizi relativi ai trasporti.

Altra novità nel complesso sistema di rilevazione dei prezzi è la nuova classificazione europea che prevede 227 classi di prodotto, invece di 235, e un’articolazione per 300 segmenti di consumo, 400 aggregati di prodotto, 901 prodotti, prima di arrivare ai 1476 prodotti elementari analizzati.

La nuova struttura degli indici dei prezzi al consumo - sottolinea ancora l’Istat - si tradurrà quindi nella pubblicazione mensile di più di 680 indicatori relativi al NIC, cui si aggiungono quelli, già in diffusione, per tipologia di prodotto, con il dettaglio delle diverse tipologie di beni e servizi, dei servizi regolamentati e non, e dei prodotti per diversa frequenza di acquisto.

Come vengono “pesate” le varie divisioni di spesa nell’indice Nic?

Considerando che le divisioni di spesa con il peso relativo maggiore sono prodotti alimentari e bevande analcoliche (16,57%), trasporti (13,32%), abitazione, acqua, elettricità e combustibili e servizi ricettivi e di ristorazione (11,45%per entrambe le divisioni di spesa), quest’ultima voce è quella che ha registrato il maggiore incremento tra il 2015 e il 2016 (+0,2935 punti percentuali), dovuto sia all’effetto di una maggiore spesa per consumi, sia per un effetto di rivalutazione della spesa 2014 rapportata al dicembre 2015, che costituisce la base di calcolo degli indici. La diminuzione più ampia riguarda invece il peso dei trasporti (-0,4821 punti percentuali), spiegata interamente dalla dinamica dei prezzi, che nel corso del 2015 è risultata negativa e non compensata dal lieve aumento della quota di spesa registrato tra il 2013 e il 2014.

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FIG. 2 - Indice Nic: struttura di ponderazione per divisione di spesa - Anno 2016, valori percentuali

 

Come abbiamo visto, vi è un leggero aumento dei beni e una lieve diminuzione dei servizi nel nuovo paniere. Nell’ambito dei beni, scende il peso relativo dei Beni energetici, da 9,35% del 2015 a 8,96%, a causa della diminuzione del peso della componente non regolamentata dovuta sia all’“effetto spesa” sia all’“effetto rivalutazione”. Il peso dei beni alimentari resta sostanzialmente invariato (17,62%) così come quello dei tabacchi (2,19%). L’aumento di mezzo punto percentuale del peso degli Altri beni (da 24,4 a 24,9%) riflette principalmente l’incremento della componente dei beni durevoli (tra i quali rientrano le automobili) a seguito dell’aumento della spesa destinata al loro acquisto e, in misura minore, di quella dei beni semidurevoli (tra i quali sono inclusi abbigliamento e calzature).

Per il comparto dei servizi, gli incrementi maggiori riguardano i pesi dei servizi vari (da 11,12 a 11,46%) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da 17,24 a 17,56%) mentre la diminuzione maggiore si registra per i servizi relativi ai trasporti (da 7,92 a 7,39%) per via della flessione della spesa sostenuta dalle famiglie nel 2014 e della diminuzione dei prezzi registrata nell’ultimo anno.

A cura di Fabrizio Gomarasca