#NRF16 - day 3
l'opinione di
Chris Bye, stratega della customer experience, oggi ha raccontato come anche l'approccio per capire il consumatore sia cambiato. Non è più sufficiente indagare sulle sue dichiarazioni; il consumatore quando risponde a ricerche di mercato recita un ruolo, vuole fare bella figura, qualche volta mente. Ecco perché nei "vecchi" focus group, il 75% dei rispondenti dichiaravano sempre di essere intenzionati a comprare il prodotto appena provato (possibile che fosse sempre il 75% !?).
Il consumatore bisogna studiarlo nei suoi comportamenti reali, cercando di capire non solo cosa fa, ma perché lo fa. Questa del "why", del "perché", me la sono trovata in altre presentazioni. Stacey Ferriera, giovanissima co-fondatrice e Ceo di Forrge e autrice del libro "2 Billion under 20, how Millenials are breaking down barriers & changing the world", ha raccontato la sua storia, che è la storia della generazione dei Millenials. Una generazione profondamente diversa da noi "boomer". Riguardo ai consumi ci dice che "They don't buy what you do, buy why you do it".
Quindi conta la reputazione e la credibilità di chi vende; se storytelling dev'essere, che sia vero, credibile e coinvolgente. Ma perché negli Stati Uniti si parla così tanto di Millenials? Un motivo più che valido e che nel 2025 qui il 75% della forza lavoro sarà di Millenials. Una generazione che, a differenza dei genitori, non ha più il mito del posto fisso o di fare poche esperienze lavorative nella propria vita. Il valore più importante per loro è la flessibilità; da qui l'idea di fondare una società che trova forza lavoro on-demand per le aziende di distribuzione (che notoriamente usano tanto part-time, per la precisione il 40%).
Molti tratti distintivi di questa generazione me li sono trovati non solo raccontati da una brillante giovane manager come Stacey, ma anche, inaspettatamente, chiacchierando su un taxi. Lontani anni luce dallo stereotipo del Taxi Driver interpretato da Robert De Niro, il mio interlocutore era un giovane di colore che dopo un secondo ha scoperto che sono italiano. "I love Italy, I love Milano, bla bla bla". Mi aspettavo il solito copione. Invece il ragazzo mi ha dato uno spaccato molto simile. Da giovane (!) ha fatto il modello per Dolce&Gabbana a Milano, adesso fa il taxista a Manhattan per guadagnare un po' di soldi, ma siccome odia il freddo, nei prossimi giorni andrà in California. Tornerà a Milano perché ama il nostro modo di vivere, di vestire, di mangiare che sono innate in noi e prescindono dai soldi che si hanno. Flessibilità, fare quello che gli piaceva, pensare ai soldi come a un mezzo e non un fine.
In fondo ho trovato molto allineati la giovane startupper col giovane taxista. Alla prima ho fatto un grande applauso all'ultima conferenza del NRF 2016, al secondo ho dato una grande mancia. Alla prossima edizione di NRF.