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Lavoro in Italia: disoccupazione in calo, ma inattività e disuguaglianze persistono

Il tasso di disoccupazione nel mese di settembre è rimasto stabile ai valori minimi da oltre 15 anni. Cresce però il tasso di inattività, in particolare quello femminile, in cui l’Italia è il fanalino di coda tra i paesi dell’Unione europea. E la forbice tra Nord e Mezzogiorno resta ampia

Il lavoro in Italia - dicembre 24

Il calo della disoccupazione

Secondo i dati Istat relativi a settembre, il tasso di disoccupazione italiano è rimasto stabile al 6,1%, in linea con il mese precedente. Per ritrovare un livello così basso, occorre risalire addirittura a giugno 2007, appena prima che l’Italia e il mondo intero precipitassero nella storica crisi finanziaria (Figura 1).

Tortuga-figura1.jpgFigura 1 - Tasso di disoccupazioneFonte: elaborazione Tortuga su dati Istat

Questo dato conferma un andamento molto positivo del tasso di disoccupazione italiano, che continua la rapida discesa intrapresa nel periodo post-pandemia e si avvicina sempre di più alla media UE, pari al 5,9% nello stesso periodo. Paragonata ad altri grandi paesi europei come Francia e Germania, l’Italia ha beneficiato di una dinamica particolarmente rosea: dopo il superamento dell’effetto di rilancio legato al post Covid, infatti, nel 2024 i tassi di disoccupazione nelle prime due economie del continente hanno smesso di scendere e si sono attestati rispettivamente intorno al 7,5% e al 3,5%.

L’ombra dell’inattività

L’altra faccia della medaglia è il tasso di inattività, che a settembre è salito al 33,7% (+0,2 punti percentuali rispetto ad agosto). Questo aumento coinvolge uomini e donne di tutte le età, con l’unica eccezione della fascia 25-34 anni. L’indicatore misura la quota di persone in età lavorativa (per convenzione tra i 15 e i 64 anni) che non partecipano attivamente al mercato del lavoro: non lavorano, né cercano un impiego. Un aumento dell’inattività può parzialmente spiegare il calo della disoccupazione: chi non ha né cerca un lavoro non viene infatti incluso tra i disoccupati.

La scarsa partecipazione al mercato del lavoro è da tempo una sfida particolarmente ostica per l’Italia, che viaggia da diversi anni su tassi di inattività ben superiori alla media UE (Figura 2). Già nel secondo trimestre dell’anno, il nostro paese aveva registrato un valore del 33,2%, il più alto tra i paesi membri, contro il 25,5% della media UE. E se si considera il tasso di inattività femminile, il divario cresce ulteriormente (Figura 3).

Tortuga-figura2.jpgFigura 2 - Confronto tassi di inattività (15-64 anni) con Francia, Germania e media UEFonte: elaborazione Tortuga su dati Istat

Tortuga-figura3.jpgFigura 3 - Confronto tassi di inattività femminile (15-64 anni) con paesi UE – Q2 2024Fonte: elaborazione Tortuga su dati Istat

Il divario tra Nord e Mezzogiorno

Nonostante il quadro generale positivo, persistono profonde disparità regionali. I dati Istat del secondo trimestre 2024 raccontano un’Italia divisa, con gravi criticità nel Mezzogiorno (Figura 4). In Campania e Calabria, il tasso di disoccupazione supera di circa 10 punti percentuali la media nazionale, attestandosi rispettivamente al 16,8% e al 14,3%. Analogamente, i tassi di inattività nelle regioni meridionali raggiungono livelli fino a 20 punti percentuali superiori rispetto alle regioni più virtuose, con Calabria (47,9%), Sicilia (46,5%) e Campania (45,1%) oltre il 45%.

Tortuga-figura4.jpgFigura 4 - Mappa del tasso di disoccupazione (sinistra) e inattività (destra) a livello regionale – Q2 2024Fonte: elaborazione Tortuga su dati Istat

Le sfide per il futuro

Per consolidare i recenti progressi, l’Italia dovrà affrontare due sfide strutturali di lunga data:

  • Aumentare la partecipazione al mercato del lavoro, soprattutto tra le donne.
  • Ridurre il divario economico e occupazionale tra il Mezzogiorno e il resto del paese.

A cura di Tortuga


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