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Lavori pubblici tra digitalizzazione e sostenibilità: la sfida per il futuro delle costruzioni

Innovazione e sostenibilità ridefiniscono la qualità dei lavori pubblici. Normative europee e strumenti come il Digital Product Passport guidano una trasformazione che punta a tracciabilità, efficienza e collaborazione lungo la filiera delle costruzioni

Standard GS1 per il settore delle costruzioni

La qualità dei lavori pubblici si misura non solo nei costi e nell’efficienza, ma anche nella capacità di rispondere ai bisogni collettivi, garantendo sostenibilità ambientale, sociale e architettonica. Strumenti normativi come la Legge sull’Equo compenso e i concorsi di progettazione stanno delineando un sistema in cui trasparenza e innovazione diventano fondamentali, dalla progettazione fino alla gestione delle opere. L’Italia, in linea con l’Agenda europea, punta a lavori pubblici di qualità che introducano maggiore innovazione, riducano i costi e promuovano l’economia circolare, contribuendo al Green Deal europeo e rafforzando la competitività globale dell’industria delle costruzioni. Questo percorso ambizioso richiede un ripensamento dei rapporti tra gli attori della filiera, l’adozione di tecnologie avanzate come il BIM (Building Information Modeling), e un sistema di formazione continua per allineare le competenze ai nuovi standard, con l’obiettivo di progettare e realizzare opere che coniughino efficienza, sicurezza e identità culturale.
Sono questi i temi affrontati nel corso della conferenza europea “Dalla qualità dell’appalto pubblico alla qualità delle costruzioni in Europa”, che si è svolta a Milano.

Lavori pubblici: cosa cambia nella filiera

Nel corso della due giorni di lavori, è intervenuto anche Paolo Cibien, industry engagement director di GS1 Italy, che ha esplorato gli scenari evolutivi della supply chain, mettendo al centro il ruolo cruciale della digitalizzazione e dell’identificazione univoca dei prodotti.
Quella che si sta realizzando è una profonda trasformazione culturale. Non è sufficiente disporre delle tecnologie necessarie: le organizzazioni devono sviluppare competenze e adottare un approccio formativo continuo. Solo così potranno beneficiare appieno dell’innovazione e mantenere il passo con il rapido sviluppo tecnologico.
Cibien ha evidenziato come la filiera delle costruzioni sia destinata a un cambiamento radicale nei prossimi dieci anni, seguendo due direttrici principali: la digitalizzazione e la sostenibilità.

Il ruolo dei regolamenti europei nella trasformazione dei lavori pubblici

C’è un importante quadro normativo di riferimento che sostiene questa trasformazione.
«Regolamenti europei, come ESPR (Ecodesign for Sustainable Products, ovvero il regolamento sulla Progettazione ecocompatibile di prodotti sostenibili) e CPR (Construction Product Regulation, il regolamento sui prodotti da costruzione) rappresentano delle linee guida importanti» -, ha spiegato Cibien. Il punto di svolta è rappresentato dall’introduzione del Digital Product Passport (DPP): - «Questo strumento, obbligatorio anche per i prodotti da costruzione, permetterà di raccogliere, condividere e analizzare informazioni tecniche e ambientali lungo tutta la filiera, garantendo trasparenza e tracciabilità».
Ma non basta.
Collaborazione e trasparenza sono per Cibien elementi chiave per abilitare questa trasformazione. Per migliorare l’efficienza e ridurre gli errori, la supply chain deve adottare una visione condivisa e promuovere un’interazione fluida tra gli stakeholder. La fiducia, costruita su dati accurati e strutturati, è il fondamento su cui basare sistemi digitali affidabili e interoperabili.

L’identificazione unica dei prodotti, un pilastro nella trasformazione

Per questo, assume un ruolo centrale in questo percorso il concetto di identificazione univoca dei prodotti come linguaggio comune della filiera, abilitata dall’uso di standard come quelli del sistema GS1. Strumenti come barcode, QR code e RFID fungono poi da vettori di dati, permettendo alle informazioni di viaggiare lungo l’intera supply chain in modo leggibile e standardizzato. L’adozione di questi sistemi non solo facilita la tracciabilità, ma abilita anche l’efficienza operativa e la sostenibilità, riducendo sprechi e favorendo l’economia circolare.

«I nuovi regolamenti europei richiedono che i prodotti immessi sul mercato siano accompagnati da dati digitali completi e accessibili, disponibili per almeno dieci anni» -, ha sottolineato ancora Cibien. - «Ed è proprio questo approccio normativo spinge le aziende a integrare la sostenibilità con la digitalizzazione, trasformando la filiera in un sistema più efficiente e responsabile».

A cura di Maria Teresa della Mura