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GS1 Italy misura l’impatto ambientale delle categorie di prodotto

Il progetto, presentato al Salone CSR e raccolto nel volume Sostenibilità nelle categorie, offre alle aziende del largo consumo dei benchmark di riferimento per valutare e migliorare la propria sostenibilità ambientale

Da GS1 Italy arriva un ulteriore supporto alle aziende del largo consumo alimentare e non che stanno intraprendendo un percorso per diventare maggiormente sostenibili. Quando si parla di sostenibilità d’impresa non è spesso ben chiaro quali siano i  parametri da raggiungere per avere un rating elevato, ecco dunque che GS1 Italy, in ambito ECR Italia, va a colmare questa lacuna con il progetto “Sostenibilità nelle categorie di prodotto”, i cui risultati sono raccolti nel libro “Sostenibilità nelle categorie. L’approccio scientifico al centro del dialogo tra Industria, Distribuzione e Consumatore”. L’iniziativa, presentata in occasione del Salone CSR, è stata realizzata con la collaborazione dell’Istituito di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, dello spin-off accademico Ergo, di Antonella Altavilla, owner ADF Consulting e consulente category management per l’Academy di GS1 Italy, e delle 20 aziende di produzione e distribuzione riunite nel gruppo di lavoro creato in ambito ECR Italia. «La sostenibilità è un’azione di filiera» osserva Silvia Scalia, ECR & training director di GS1 Italy. «Obiettivo del progetto è infatti fornire gli strumenti e le indicazioni per integrare la sostenibilità ambientale nel rapporto tra Industria, Distribuzione e Consumatore».

Sostenibilità nelle categorie

Il cuore del progetto, calcolo dell’LCA

Il gruppo di lavoro ha preso in considerazione 29 categorie merceologiche che coprono il 91,5% del totale a valore del largo consumo confezionato ed è stato misurato l’LCA (Life cycle assessment) medio per ciascuna di esse e per i relativi prodotti maggiormente rappresentativi. Sono inoltre state identificate le aree di impatto più significative nel ciclo di vita e suggerite delle azioni di miglioramento corredate dalla misurazione del risparmio di CO2 equivalente che si andrebbe a ottenere.

«La scelta di ragionare sulle categorie è motivata dalla conformità alle normative sulla sostenibilità, come la Eco-design, e dal fatto che il perimetro delineato dalla categoria unisce aziende anche di diverse dimensioni» spiega Fabio Iraldo, coordinatore scientifico della ricerca, professore ordinario di management alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e parte del comitato scientifico di Ergo. «Mentre l’individuazione di hotspot rilevanti, cioè delle aree d’impatto più significative nel ciclo di vita, serve alle aziende da timone per capire se le azioni di sostenibilità ambientale che stanno mettendo in atto sono effettivamente utili».

Una base oggettiva per comunicare

I dati LCA costituiscono un’ottima base su cui le aziende dell’Industria e della Distribuzione possono fondare la propria comunicazione sulla sostenibilità evitando il greenwashing. «Nel volume abbiamo fornito un quadro normativo sui green claim e una panoramica di strumenti utili per trasformare gli studi LCA in messaggi comprensibili per il consumatore finale» spiega Roberta Iovino, ricercatrice Scuola Superiore Sant’Anna. «Inoltre, partendo dai dati dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, che monitora le informazioni presenti sulle etichette dei prodotti del largo consumo, abbiamo riscontrato cosa le aziende stanno comunicando, quali sono i claim più diffusi e se c’è coerenza tra la comunicazione e le aree d’impatto più rilevanti sulle quali dovrebbe concentrarsi».

Introdurre la sostenibilità nel category management

Un attore fondamentale nella comunicazione della sostenibilità al consumatore finale è la distribuzione organizzata e il category management rappresenta la base dello scambio e della collaborazione tra Industria e Distribuzione. «Il punto di partenza di questa collaborazione sono le aspettative del consumatore», afferma Antonella Altavilla. «Dopo di che abbiamo identificato le iniziative che si possono implementare per cambiare il punto vendita in un’ottica eco-friendly e definito gli indicatori per misurare i risultati. Le leve del retail mix (assortimento, prezzo, promozione, display, ecc.) sono tutte coinvolte. Per ciascuna di esse sono state pensate le modalità con cui integrare la sostenibilità ambientale, come le promozioni dei prodotti sostenibili, la comunicazione a display, ecc.».

Alcune aziende del gruppo di lavoro ECR, rappresentanti sia dell’Industria che della Distribuzione, hanno portato la testimonianza di come hanno applicato i modelli di integrazione della sostenibilità suggeriti nel volume nel processo di filiera.

Chiara Faenza, responsabile sostenibilità di Coop Italia, ha raccontato un esempio di collaborazione di filiera fondato su un coinvolgimento multisfaccettato dei copacker con attività di informazione, formazione e azioni proattive per portarli efficacemente a bordo del piano di sostenibilità.

Gianmarco Tammaro, corporate communication & sustainability manager del Gruppo Lactalis. ha portato l’esperienza dei principi dell’eco design applicati alla bottiglia blu per il latte con il 50% di R-PET (pet riciclato, nrd), a basso impatto ambientale e riciclabile, frutto di un’analisi LCA del packaging che ha permesso all’azienda anche di comunicare l’innovazione evitando greenwashing.

Mario Galietti, senior director di Procter & Gamble, ha spiegato come con Crai è stato realizzato il primo progetto di category management sostenibile che ha riguardato sia l’assortimento che la comunicazione nel punto vendita.

Marco Brambilla, region corporate communication manager di Ferrero Italia, ha presentato  il progetto Sustainability to trade per inserire in maniera più strutturata e basata sull’analisi del rischio le tematiche di sostenibilità all’interno di un dialogo aperto e costruttivo con la GDO.

Joséphine Ducatteau, responsabile CSR merci di Carrefour Italia, ha raccontato alcune delle azioni messe in atto dall’insegna per diventare società benefit (primo player della GDO) tra cui: la riduzione degli sprechi, attraverso la valorizzazione dei prodotti vicini alla scadenza e la partnership con l’app Too Good to Go, e lo sviluppo di un’economia più circolare nei punti vendita.

A cura di Jessika Pini

Per approfondire le varie tematiche del progetto Sostenibilità delle categorie di prodotto GS1 Italy ha programmato 4 webinar per le aziende:

  • 11 novembre 2024, dalle 14:30 alle 16:00 “Approccio scientifico alla sostenibilità nella gestione delle categorie Food”.
  • 14 novembre, dalle 14:30 alle 16:00 “Approccio scientifico alla sostenibilità nella gestione delle categorie Non Food”.
  • 19 novembre, dalle 14:30 alle 16:00 “La sostenibilità al centro della relazione Industria, Distribuzione e consumatore”.
  • 26 novembre, dalle 14:30 alle 16:00 “La comunicazione ambientale di prodotto”.

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