gs1 sostenibilità

Cosmetica dal volto sostenibile

Le aziende del settore sono largamente impegnate nella riduzione del proprio impatto ambientale e registrano ottime performance negli aspetti sociali. I risultati del primo osservatorio di settore

Bellezza, benessere e sostenibilità. Ruolo, obiettivi e contributi dell’industria cosmetica

Le aziende della cosmetica in Italia hanno già compiuto passi importanti nella transizione sostenibile d’impresa sia sotto l’aspetto sociale che ambientale. Rispetto a quest’ultimo sono sempre più impegnate nella misurazione dell’impatto dei prodotti e della produzione e a cercare soluzioni ancora più eco compatibili. Il quadro positivo emerge dal primo Osservatorio sulla sostenibilità del settore cosmetico presentato al convegno “, organizzato da GEO-Osservatorio Green Economy dell'Università Bocconi con Cosmetica Italia , all’interno di Milano Beauty Week 2024.

La survey, presentata da Fabio Iraldo, professore dell’Università Bocconi e della Scuola Superiore Sant’Anna, ha coinvolto 43 aziende, equamente distribuite tra grandi, medie e piccole, che rappresentano un terzo del fatturato italiano del comparto.

Ambiente, approcci innovativi su produzione e packaging

Innanzitutto le aziende della cosmetica si distinguono per le performance in ambito ambientale, che risultano nettamente migliori per il prodotto e il packaging rispetto a molti settori del largo consumo, come l’alimentare o il fashion, che stanno facendo molta fatica a trovare la chiave di volta. Il 24% del campione infatti utilizza materie prime bio, naturali, certificate e l’11% impiega nel packaging materie prime seconde; l’84% utilizza materie prime vergini che includono però anche le materie prime bio based, come la carta certificata FSC (Forest Stewardship Council), da considerare quindi sostenibili in quanto da fonti rinnovabili. Tra le azioni più diffuse, messe in atto per la sostenibilità del packaging la riduzione della plastica, la sgrammatura e iniziative più innovative come il riutilizzo dell’imballaggio attraverso il sistema del refill del vuoto messo in atto dal 47% delle aziende, e l’uso degli studi dell’LCA (Life cicle assessment) da parte del 25% dei rispondenti, per adottare azioni finalizzate a rendere il pack più circolare.

Il risparmio energetico vede impegnato il 67% del campione attraverso l’impiego di fonti rinnovabili autoprodotte o acquistate da terzi e la riduzione dei consumi. Cominciano anche a essere messe in campo iniziative per mitigare il cambiamento climatico e per ridurre l’impatto della logistica commerciale e dei dipendenti: l’acquisto e l’autoproduzione di energia rinnovabile riguarda il 50% delle aziende, mentre il 52% usano auto elettriche.

Infine, la gestione dei rifiuti è trattata dal 49% delle aziende in modo non strutturato e dal 35% in modo strutturato; fermo restando il rispetto di quanto previsto dalla normativa che detta la linea generale, tra le iniziative la raccolta differenziata sulle linee produttive e i non semplici progetti di recupero delle acque di lavorazione.

Investimenti in benessere e sicurezza dei dipendenti

Le aziende della cosmetica sono consapevoli dei benefici in termini reputazionali derivanti da una corretta e trasparente comunicazione della sostenibilità tanto che l’81% dedica un’apposita sezione del sito e il 53% redige il report di sostenibilità.

In oltre il 50% delle aziende rispondenti è presente in organigramma una funzione o un comitato dedicato alla sostenibilità e anche dal punto di vista sociale e di governance le performance risultano molto elevate: i contratti a tempo indeterminato a tempo pieno sono il 75% e quelli part time il 10%, quindi l’indice di precarietà è molto basso; a ciò si aggiungono gli investimenti per il benessere e la sicurezza dei dipendenti (assistenza sanitaria integrativa, analisi dei rischi di stress lavorativo, formazione sulla sicurezza sul lavoro, ecc.). Ed è rispettato anche il gender bilance con il 45% di quadri e di dirigenti donne.

Filiera e innovazione per ridurre l’impatto ambientale

La graduale, ma costante evoluzione verso l'utilizzo di materie prime naturali (dove naturale non equivale sempre a sostenibile) e di packaging eco-friendly è confermata da Stefano Brun, business developer Shiseido Emea che pone l’attenzione anche sulla necessità di impegnarsi nella riduzione dell’impatto ambientale dei prodotti lungo tutta la filiera, portando come esempio il progetto del primo brand basato sull’ethical farming, lanciato due anni fa dall’azienda, cioè realizzato con piante, normalmente di importazione da altri continenti, coltivate in una torre vicino agli stabilimenti di trasformazione. Che l’innovazione sia fondamentale nello sviluppo di una filiera sostenibile è risultato evidente anche dall’intervento di Ambra Martone, vicepresidente ICR (Industrie Cosmetiche Riunite) che ha raccontato come la sostituzione dell'alcol di mais con quello di barbabietola per la produzione dei profumi abbia ridotto di otto volte l’impatto ambientale di questo ingrediente. Domenico Scordari, CEO e foundere N&B Natural is Better, ha portato l’esperienza dell’azienda salentina che in Puglia produce con metodo biologico e trasforma da 35 anni materie prime da filiera corta e che è riuscita a creare un piccolo distretto di produzione dell’aloe vera del Salento diventata una delle migliori varietà al mondo.

Comunicare la sostenibilità in poco spazio

Tanto impegno va però ben comunicato al consumatore finale. Per supplire al poco spazio a disposizione sulle etichette dei prodotti cosmetici, Silvia Scalia ECR & training director di GS1 Italy, ha portato come soluzione il QR code, che, grazie allo standard GS1 Digital Link, decodificabile in ogni parte del mondo, rimanda al sito dell’azienda o a piattaforme digitali in cui sono raccolte tutte le informazioni sul prodotto. L'Oréal, che ha a catalogo circa 20 mila prodotti, per esempio, ha scelto la piattaforma di GS1 Italy Eco-logicamente (https://gs1it.org/servizi/eco-logicamente/) per rendere disponibili al consumatore finale le informazioni relative all’etichetta ambientale obbligatoria dei prodotti direttamente sullo smartphone, senza bisogno di scaricare app. Invece, per la comunicazione dei dati sulla sostenibilità lungo la filiera, Scalia ha presentato Ecogentra uno degli ultimi servizi di GS1 Italy finalizzato a una comunicazione di set di dati standard, quindi facilmente confrontabili, derivanti da una modalità di calcolo condivisa.

Sempre sul fronte dei servizi, Conai (Consorzio nazionale imballaggi) ha messo a punto la piattaforma E Pack, presentata dalla direttrice generale del Consorzio Simona Fontana, per indirizzare le aziende nella progettazione di imballaggi eco-efficienti.

A cura di Jessika Pini


TAG: