01. Consumi e famiglie
In continuità con quanto osservato alla fine del 2023, l’inizio del 2024 si è dimostrato piuttosto debole per l’economia italiana in generale, e con riferimento all’andamento della spesa delle famiglie in particolare.
Le cause di tale rallentamento sono principalmente due. La prima è l’esaurimento dell’effetto delle riaperture dopo l’emergenza sanitaria, che aveva favorito la ripresa dei consumi nei due anni precedenti, specialmente per quanto riguarda le attività dei servizi. La seconda è la dinamica dell’inflazione, che ha pesato sul potere d’acquisto delle famiglie: solo da pochi mesi è iniziata una fase di recupero delle perdite subite nei due anni precedenti.
I dati Istat di contabilità nazionale riferiti al primo trimestre del 2024 hanno evidenziato un aumento della spesa delle famiglie per consumi, pari allo 0.3% rispetto all’ultimo trimestre. Tale crescita, tuttavia, ha compensato solo parzialmente la caduta osservata alla fine dello scorso anno (-1.4%). Una relativa debolezza dei consumi, del resto, ha caratterizzato anche le altre principali economie dell’area dell’euro (+0.3% anche in Francia, +0.1% in Spagna e -0.5% in Germania).
Più in dettaglio, il dato aggregato in Italia riflette andamenti contrapposti per le principali voci di acquisto. Si è difatti osservata una contrazione degli acquisti di servizi (-0.6%), ed una ripresa dei consumi di beni (+1.1%).
Questi andamenti potrebbero quindi rappresentare l’inizio di una fase di normalizzazione della composizione della spesa dei consumatori. I consumi di servizi, difatti, registrano una contrazione per il secondo trimestre consecutivo, legata alla fine degli effetti delle riaperture, mentre i beni evidenziano un primo segnale di ripresa dopo una fase prolungata di contrazione. La ripresa nei consumi di beni nel primo trimestre riflette una crescita nei consumi di beni non durevoli (+1.7%) e durevoli (+1.3%), a fronte di un’ulteriore contrazione degli acquisti di semi-durevoli (-1.5%), la sesta consecutiva.
Primi segnali di stabilizzazione della domanda sono emersi a inizio anno anche dall’andamento delle vendite al dettaglio, soprattutto per la componente non alimentare. D’altra parte, i dati del mese di aprile hanno mostrato un nuovo arretramento: il volume delle vendite al dettaglio nel mese di aprile si è contratto dello 0.3% rispetto alla media del primo trimestre.
La relativa debolezza dei consumi a inizio anno ha anche riflesso l’andamento del tasso di risparmio delle famiglie, tornato a crescere dai minimi toccati nel corso degli ultimi anni. Ricordiamo che la caduta della propensione al risparmio è stata il riflesso di due motivazioni principali. Da un lato le famiglie a reddito più elevato, avendo accumulato un ingente extra-risparmio durante la pandemia, a causa dei minori consumi per svago e servizi in generale, hanno avvertito minori bisogni di accumulare risorse nei periodi successivi. Dall’altro lato, per le famiglie meno abbienti la contrazione del risparmio negli anni scorsi ha rappresentato anche uno strumento di risposta allo shock inflazionistico, che le ha colpite più duramente, principalmente per il tramite delle utenze domestiche. Con il rientro dell’inflazione è quindi atteso per queste fasce di popolazione un ulteriore recupero della propensione al risparmio, che tornerebbe su valori più prossimi a quelli pre-pandemia.
Va inoltre che considerato che, nonostante il primo recente taglio da parte della Banca Centrale Europea, i tassi di interesse si manterranno su livelli ancora elevati nel corso di quest’anno e nel prossimo, continuando a costituire un incentivo a risparmiare.
Se questo è il quadro che ha guidato le tendenze recenti, segnali più positivi si intravedono in prospettiva. In particolare, i redditi delle famiglie continueranno a beneficiare di una buona dinamica occupazionale; a fronte di ciò la discesa dell’inflazione si sta dimostrando piuttosto marcata, anche se non uniforme nei diversi comparti.
I primi mesi del 2024 hanno fatto registrate andamenti ancora positivi dell’occupazione: nel mese di aprile 2024 le persone occupate sono cresciute di 84mila unità rispetto a marzo, e sono risultate di 516 mila unità superiori rispetto ad aprile 2023.
Sul versante dei prezzi si consolida il processo di rientro dell’inflazione, guidato dallo spegnimento delle tensioni sui prezzi dei prodotti importati, e principalmente dei beni energetici. Nel mese di maggio l’inflazione complessiva si è assestata allo 0.8%, mentre il rientro prosegue a ritmi più lenti per alcune categorie di prodotti, come gli alimentari (+2.3%), ed alcune categorie di servizi, come trasporti (+2.5%) e, soprattutto, i servizi ho.re.ca (+4.5%).
La dinamica in rientro dell’inflazione, unitamente all’andamento positivo delle retribuzioni, ha favorito il recupero del potere d’acquisto dei salari. All’inizio del 2024 il tasso di crescita dei salari reali è tornato in terreno positivo, dopo un biennio di contrazione.
La percezione delle famiglie circa le tendenze sopra descritte può essere desunta dalle indagini condotte a cadenza mensile dall’Istat. Secondo i risultati delle survey, nei mesi primaverili è proseguita la ripresa del clima di fiducia delle famiglie, dopo il punto di minimo che era stato toccato alla fine del 2022. Le famiglie dichiarano un miglioramento circa le attese sulla situazione economia della famiglia, una stabilizzazione delle attese sui prezzi nei prossimi mesi e dei bassi timori di disoccupazione, confermando la percezione circa la solidità del mercato del lavoro.
Tuttavia, dai saldi relativi alle intenzioni di acquisto emerge ancora un certo grado di prudenza. I primi dati riferiti ai mesi primaverili, in sostanza, pur mostrando la percezione di una fase più positiva per i redditi, non evidenziano ancora chiari segnali di una ripresa più vivace dei consumi, per la quale dovremo quindi attendere la seconda parte dell’anno.
Figura 1 – Spesa per consumi delle famiglie / Figura 2 – Tasso di risparmio elle famiglie italianeFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat ed Eurostat, giugno 2024
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