Un nuovo design dell’esperienza per il self-checkout
Dalla collaborazione tra ECR Retail Loss Group e la University of Arts di Londra alcune visioni progettuali per migliorare il mondo delle casse automatiche
Il self-checkout è ormai una realtà diffusa nel mondo retail e si stima che per diverse insegne della Distribuzione, così come del settore moda e casa, arriverà a rappresentare oltre il 50% di tutte le transazioni. Un aumento dei flussi che porta inevitabilmente con sé la necessità di migliorare l’esperienza alle casse automatiche, nell’ottica di ridurre perdite per il venditore e senso di frustrazione per l’acquirente, legato primariamente a difficoltà e lentezza dei processi.
Proprio da questa prospettiva è partita la nuova collaborazione tra ECR Retail Loss Group, Design Against Crime (DAC) e la Central Saint Martins - University of Arts di Londra. Una sinergia di competenze che ha portato, tra febbraio e giugno 2023, gli studenti del corso Product and Industrial (BAPID) a ideare nuove possibili frontiere per il mondo del self-checkout. Parliamo di visioni progettuali il cui design è incentrato da un lato sul rispondere meglio alle esigenze dei clienti, dall’altro sul tema della sicurezza, anche nell’ottica di semplificare il lavoro dei collaboratori.
Vediamo alcune delle soluzioni ipotizzate:
- Una prima idea, chiamata MyCheckout, risponde all’importante sfida del rendere l’esperienza d’acquisto più fluida e rapida attraverso una personalizzazione automatizzata. Come? Salvando attraverso apposita app le preferenze del cliente in ambito di pagamento, interfaccia e non solo sulla sua carta fedeltà. Scansionando quest’ultima alle casse automatiche, gli si evita così la lunga e fastidiosa navigazione nei menù digitali per selezionare ripetutamente le stesse opzioni.
- Spazio, invece, alla gamification nella proposta Checkout Avatar, che trasforma la routine della sorveglianza in un incarico più coinvolgente, facile e privo di discriminazioni. In questo caso la realtà aumentata, attraverso un’interfaccia accattivante, trasforma i volti dei clienti mascherandoli, ad esempio da animale o da alieno, così da preservare la loro privacy. Una soluzione che mitiga, al contempo, quei pregiudizi culturali inconsci che porterebbero portare il sorvegliante a concentrare maggiormente l’attenzione su un soggetto o sull’altro senza ragione oggettiva.
- Da ultima, non per ingegno, la proposta denominata Fast & Less Furious, che sposa l’automazione al miglioramento dell’interazione umana. Il suo design integra infatti un sistema di codici a barre volti a semplificare quegli interventi che normalmente rallentano il self-checkout, come la verifica dell’età o i controlli dell’identità. Invece di navigare attraverso più schermi, in questo caso, un membro dello staff può semplicemente scansionare il codice a barre mentre interagisce faccia a faccia con il cliente, trasformando il momento di interruzione e rallentamento in un’opportunità di relazione ed incontro.
In sintesi, queste proposte di design sostengono un approccio incentrato sulla persona che bilancia l'innovazione tecnologica con il potere dell'interazione umana e dell'accessibilità per creare un ambiente di vendita al dettaglio più coinvolgente, efficiente e inclusivo. Evidenziano inoltre il potenziale della gamification e della personalizzazione nel favorire la fidelizzazione e migliorare l'esperienza di acquisto, sottolineando al contempo la praticità dell'utilizzo delle tecnologie esistenti per implementare soluzioni convenienti.
Consulta il report “Rehumanasing the self-checkout experience” completo di tutte le soluzioni progettate - sul sito di ECR Retails Loss
A cura di Chiara Bertoletti