Le tante “Europe” dell’e-commerce
In Europa l’e-commerce è cresciuto nel corso del 2022 grazie alla spinta dell’inflazione, ma per il 2023 si prevede un recupero anche al netto dell’inflazione. Le differenze regionali e l’Italia nell’European E-commerce Report 2023
Nel 2022 il valore del fatturato dell’e-commerce B2C europeo è cresciuto da 849 miliardi di euro del 2021 a 899 miliardi di euro, sebbene con un tasso di crescita del 6%, inferiore a quello del 2021 (12%). Ma nel 2023 è previsto in aumento dell'8% a 975 miliardi di euro: lo rileva l’ultima edizione dell’European E-commerce Report 2023 che Ecommerce Europe ed EuroCommerce hanno pubblicato a fine settembre 2023 (realizzato dal Centre for Market Insights della Amsterdam University of Applied Sciences sui dati di 37 paesi)..
Calcolato però in termini reali, il tasso di crescita, che nel 2021 era ancora molto elevato (+9%), è crollato a causa dello shock inflazionistico, riducendosi per la prima volta in termini reali (-2%). Le uniche regioni che non hanno registrato un calo dell’e-commerce nel 2022 sono state l’Europa orientale (+5%) e l’Europa meridionale (+13%). Nel 2023, l’e-commerce ha iniziato a riprendersi grazie al calo dell’inflazione, il che porta a prevedere un ritorno di crescita (+2%).
Sempre nel 2023 il Pil generato dall’e-commerce è in crescita rispetto all’anno precedente ed è pari al 4,68% sul totale nei 37 paesi, nell’Unione europea al 3,84% e in Italia al 2,72%.
Il report identifica poi i progressi tecnologici (ad esempio 5G, realtà aumentata/realtà virtuale e portafogli digitali) e le nuove soluzioni di acquisto (ad esempio, “software as a service”) come fattori che favoriscono una maggiore penetrazione dell’e-commerce e, quindi, come un’opportunità per attenuare i divari regionali. Un altro aspetto emerso dal report è la crescente domanda di un e-commerce più sostenibile, che dovrebbe basarsi su consegne e resi più efficienti, nonché su modelli di consumo e produzione più ecologici.
Figura 1 – Il fatturato dell’e-commerce B2C in Europa (mld €)Fonte: Ecommerce Europe - EuroCommerce “European E-Commerce Report” 2023
«Il rapporto di quest'anno – commenta Christel Delberghe, direttore generale di EuroCommerce– dedica un'attenzione particolare all'impatto dell'inflazione sulla crescita del fatturato del settore del commercio, settore che in Europa conta 26 milioni di posti di lavoro, che sta affrontando sfide importanti e che si sta trasformando in modo significativo per diventare più digitale e sostenibile, cercando al contempo di attrarre e trattenere i talenti. Secondo uno studio congiunto con McKinsey, il settore deve quasi raddoppiare l'attuale tasso di investimento entro il 2030, quando, secondo le stime, le vendite online raggiungeranno il 30% delle vendite al dettaglio. Stiamo lavorando con i responsabili politici dell'UE, attraverso un processo di co-creazione, per esplorare come sviluppare un ambiente più favorevole e sbloccare il potenziale per maggiori livelli di investimento per realizzare questa trasformazione».
DIFFERENZE REGIONALI
Nel 2022, nei 37 paesi europei suddivisi in cinque aree regionali, il 92% della popolazione utilizza internet, di cui il 76% fa acquisti online (il 78% previsto nel 2023). Ma con grandi differenze.
Rispetto alla popolazione, gli utenti di internet sono il 97% nell’Europa settentrionale, il 95% in quella occidentale, per scendere al 91% nell’Europa centrale, all’89% di quella meridionale (l’86% in Italia) e all’88% di quella orientale.
Simile è la distribuzione di chi fa shopping online con alcuni scambi di posizione. In questa classifica, fa acquisti online l’87% degli utenti internet nell’è l’Europa occidentale, che guida la classifica seguita dal Nord-Europa con l’85%, dal Centro con il 77%, dal Sud con il 64% (l’Italia è al 57% ma si prevede una risalita al 62% nel 2023), per chiudere con l’Europa dell’Est, comprendente un numero significativo di paesi al di fuori dell’Unione europea, con il 48% di shopper online sul totale utenti internet.
Ne consegue che l’Europa occidentale è di gran lunga la regione più proficua, con il 67% del fatturato totale B2C in Europa per il 2022. Segue l’Europa meridionale con una quota di appena il 16%. L’Europa centrale (8%), l’Europa settentrionale (7%) e l’Europa orientale (2%) hanno una quota notevolmente inferiore. In cifre assolute per il 2022, l’Europa occidentale ha commercializzato online 603 miliardi di euro, l’Europa meridionale 146 miliardi di euro e l’Europa centrale 72 miliardi di euro. L’Europa settentrionale si colloca subito dopo quella centrale con 65 miliardi di euro, seguita dall’Europa orientale con 14 miliardi di euro di fatturato.
Secondo lo European E-commerce Report 2023 , i fatturati si riflettono nel PIL delle regioni. Come accade da tempo, l'Europa orientale mostra tassi di crescita del fatturato dell'e-commerce B2C più elevati rispetto a molti paesi dell'Europa occidentale e offre ampie opportunità agli operatori del commercio elettronico. Tuttavia, l'Europa occidentale detiene ancora la quota maggiore del fatturato totale, con il 67% rispetto al 2% dell'Europa orientale.
Figura 2 – Panoramica dell’e-commerce in Europa per aree regionaliFonte: Ecommerce Europe - EuroCommerce “European E-Commerce Report” 2023
ELEZIONI EUROPEE
Sebbene le previsioni siano positive, ci sono anche motivi di preoccupazione e di incertezza dovuti sostanzialmente al contesto politico e legislativo europeo per le elezioni del prossimo anno per il nuovo Parlamento europeo. «Negli anni passati – spiega Luca Cassetti, segretario generale di Ecommerce Europe, che rappresenta il settore del commercio digitale europeo – l'Unione europea ha varato una serie di atti legislativi che hanno cercato di adattare il panorama giuridico europeo alla transizione digitale e verde. Molte di queste politiche si sono rivelate di fondamentale importanza per il settore dell'e-commerce, affrontando temi come le piattaforme e i mercati online, le dichiarazioni verdi e gli imballaggi sostenibili, solo per citarne alcuni. I prossimi due anni saranno quindi cruciali per le aziende, in quanto queste iniziative inizieranno gradualmente a essere implementate in tutto il settore, un'operazione che richiederà investimenti per garantire la conformità alle nuove norme europee e nazionali.
Le prime previsioni di voto suggeriscono un Parlamento europeo più polarizzato e potenzialmente meno orientato alla regolamentazione, che avrà un impatto sull'evoluzione del panorama normativo dell'UE per gli anni a venire. È quindi fondamentale che il settore del commercio digitale continui a parlare delle sfide che si trova ad affrontare e di ciò di cui ha bisogno per promuovere i cambiamenti necessari per un commercio equo e sostenibile».
INTENSITÀ DIGITALE DELLE IMPRESE
Una di queste sarà sicuramente l’estensione delle competenze digitali tra le imprese. Il rapporto fornisce una sintesi dell’intensità digitale delle imprese dei 27 paesi dell’Unione europea, che evidenzia come dodici condizioni definiscono l’intensità digitale delle imprese:
- Imprese in cui più del 50% delle persone impiegate ha accesso a internet per motivi di lavoro.
- Imprese che impiegano specialisti ICT.
- La velocità massima di download contrattuale della connessione Internet fissa più veloce è di almeno 30 Mb/s.
- Imprese che hanno condotto riunioni a distanza.
- Le imprese rendono consapevoli le persone impiegate dei loro obblighi in materia di sicurezza ICT.
- Qualsiasi tipo di formazione fornita per sviluppare le competenze ICT delle persone impiegate, nel corso del 2020.
- Imprese che utilizzano almeno tre misure di sicurezza ICT.
- Imprese con documenti su misure, pratiche o procedure sulla sicurezza ICT.
- Qualsiasi persona impiegata ha accesso remoto a uno dei seguenti elementi: email, documenti, applicazioni aziendali.
- Imprese che utilizzano robot industriali o di servizio.
- Imprese che utilizzano reti informatiche per le vendite (almeno 1%).
- Imprese in cui le vendite sul web sono più dell'1% del fatturato totale e le vendite sul web B2C più del 10% delle vendite sul web.
Il risultato è che anche in Europa, come in Italia, vi è una separazione netta tra grandi e piccole e medie imprese.
Figura 3 – Intensità digitale delle imprese EU27Fonte: Ecommerce Europe - EuroCommerce “European E-Commerce Report” 2023
Tra i prodotti più acquistati in tutta Europa spiccano abbigliamento, scarpe e accessori, con il 68%, seguito dai prodotti multimediali (34%) e dai prodotti acquistati da privati (34%), il food delivery (30%). La spesa alimentare online è al 17%. Tra i servizi, ai primi tre posti troviamo i film e le serie in streaming (31%), i biglietti per eventi culturali (29%), i trasporti (27%).
IL MERCATO ITALIANO
Quanto all’Italia, il fatturato dell’e-commerce è cresciuto a un tasso inferiore rispetto ai due anni precedenti (leggi Flessibile e sostenibile l’e-commerce continua a crescere), complici la crescita dell’inflazione e il forte contributo dei servizi.
Commentando il rapporto, Roberto Liscia, presidente del Consorzio Netcomm, rileva gli elementi chiave del contesto in cui si sviluppa l’e-commerce: «Sempre più persone preferiscono fare acquisti online per la comodità, l'ampia gamma di prodotti e i prezzi più competitivi e si aspettano un'esperienza senza soluzione di continuità tra i canali offline e online».
In particolare:
- L'uso dei dispositivi mobili per gli acquisti è infatti in costante aumento e i rivenditori stanno adattando le loro strategie per fornire esperienze di acquisto ottimizzate per i dispositivi mobili.
- Vi è un crescente ruolo svolto dai marketplace come Amazon, Alibaba ed eBay, attraverso i quali i venditori possono raggiungere un'ampia base di clienti, mentre i consumatori possono trovare una varietà di prodotti da venditori diversi.
- Le piattaforme di social media stanno diventando sempre più importanti per l'e-commerce, con funzionalità di shopping integrate e implementate direttamente all'interno del sito attraverso le piattaforme social. Inoltre, il live commerce, che combina video in diretta e acquisti online, sta guadagnando popolarità, offrendo un'esperienza interattiva e coinvolgente per gli acquirenti.
- La sostenibilità sta diventando sempre più importante nell'e-commerce: i consumatori si aspettano che i rivenditori adottino pratiche sostenibili. Tuttavia, i consumatori non sono disposti a pagare un prezzo significativamente più alto per i prodotti sostenibili, quindi è necessario trovare un equilibrio tra sostenibilità e convenienza.
- I consumatori di oggi sono sempre più informati, esigenti e connessi e si aspettano un'esperienza personalizzata, prodotti di qualità, spedizioni rapide e un eccellente servizio clienti. I rivenditori devono adattarsi a questo nuovo tipo di consumatore per rimanere competitivi nel mercato dell'e-commerce.
Oltre a questi motivi, Liscia aggiunge tre tendenze specifiche del mercato italiano; una è la preferenza per i prodotti e i marchi locali: «I consumatori italiani tendono ad avere un forte attaccamento alla cultura e al patrimonio locale e spesso preferiscono sostenere le imprese locali. Un'altra tendenza è la popolarità del commercio mobile (m-commerce) in Italia. Secondo un'indagine condotta dalla piattaforma pubblicitaria Criteo, oltre il 50% delle transazioni di commercio elettronico in Italia avviene su dispositivi mobili. Infine, i consumatori italiani sono molto attenti all'impatto ambientale dei loro acquisti. Questo ha portato alla crescita di nuove piattaforme di e-commerce ecologiche e sostenibili che offrono prodotti socialmente responsabili e rispettosi dell'ambiente».
A cura di Fabrizio Gomarasca @gomafab