02. Misurare e rendere più efficiente il trasporto: lavori in corso
Molti operatori della logistica stanno investendo in infrastrutture e digitalizzazione. L’obiettivo? Lavorare su dati puntuali per ridurre l’impatto ambientale
Secondo i dati dell’Agenzia internazionale per l’energia, a livello globale il settore dei trasporti emette 7,7 gigatonnellate all’anno di CO2, un quarto dell’energia totale consumata, di cui il 90% da fonti fossili. Se entro il 2050 l’Europa dovrà raggiungere la neutralità carbonica sarà necessario migliorare le tecnologie dei mezzi e ridurre significativamente le emissioni; per riuscirci andranno combinati insieme diversi aspetti, dall’elettrificazione delle flotte ai cambiamenti di consumo, dall’impiego di carburanti alternativi allo shift modale, cioè l’opzione verso modalità di trasporto più sostenibili. Percorsi che molte aziende del trasporto e della logistica hanno già intrapreso e di cui si è parlato all’incontro L’importanza della logistica per ridurre l’impatto ambientale all’11a edizione del Salone della CSR e dell’Innovazione sociale.
INFRASTRUTTURE E DIGITALIZZAZIONE
Da tempo si ragiona sul ridurre l’impatto ambientale del trasporto delle merci implementando l’intermodalità. Mercitalia Logistics, che rappresenta il polo della logistica di Gruppo FS, annuncia investimenti per diventare, nei prossimi 10 anni, un operatore logistico globale in Italia e in Europa, non solo ferroviario. «Per raggiungere questo obiettivo – afferma Francesco Cacciapuoti, direttore strategie e sostenibilità di Mercitalia Logistics – abbiamo deliberato un investimento di circa 3 miliardi che verranno impiegati per circa 350 nuovi locomotori di ultima generazione che consumano meno, in infrastruttura ferroviaria per supportare l’aumento della capacità di trasporto dei treni dalle attuali 1.500 a 2.500 tonnellate, in investimenti nei punti di shift modale per far dialogare gomma e ferro e in information technology».
Raffaele Cestaro, head of trasformation governance - mail & parcel division di Poste Italiane - fa sapere che la sfida che l’azienda si è data nei prossimi 18 mesi è l’implementazione di sistemi per arrivare alla misurazione delle emissioni di CO2 dei pacchi.
UNO STANDARD PER RENDICONTARE SCOPE 3
Nella rendicontazione della sostenibilità di un’impresa i nuovi standard europei richiedono un’analisi più accurata dell’impatto della supply chain. Questo implica che anche tante piccole aziende, pur non essendo interessate dall’obbligo di redigere il report di sostenibilità, dovranno fornire ai propri clienti di grandi dimensioni dei dati precisi sui propri consumi.
GS1 Italy, in collaborazione con GreenRouter e con alcune aziende del largo consumo, ha sviluppato un set di dati standard che ogni fornitore può rendere disponibile ai propri clienti impegnati nella rendicontazione di Scope 3. «L’obiettivo – spiega Valeria Franchella, ECR senior project manager di GS1 Italy – è generare un flusso di dati strutturati, uniformi e di qualità verso quelle aziende che devono gestire molti fornitori. Oltre al set di dati, abbiamo creato delle linee guida per compilarlo e stiamo ultimando le sperimentazioni con le aziende coinvolte». Il set di dati comprende: informazioni di base (Scope 1 e 2), attività di trasporto (trasporto merci, business travel e pendolarismo), consumi idrici e rifiuti.
IL VALORE DELLA MISURAZIONE
La misurazione e la successiva condivisione dei dati rappresenta anche la base di partenza per migliorare la sostenibilità della logistica. Eugenio Pieretti, direttore transportation planning di Number1 Logistics Group, lo conferma: «Avere dati anagrafici di qualità dei prodotti ci permette di calcolare in maniera precisa l’ingombro degli ordini in modo da saturare appieno i mezzi e di anticipare ai retailer cosa esattamente verrà loro consegnato prima dell’arrivo del mezzo».
Anche Iveco Group ha investito in sistemi di digitalizzazione per rilevare i dati relativi ai trasporti della componentistica e il prossimo passaggio, ha spiegato Alessandra Bacchilega, head of supply chain sustainability dell’azienda, sarà usare l’artificial intelligence e il machine learning a fini predittivi per cercare, in caso di eventi imprevisti, che impediscono il trasporto lungo il percorso stabilito o con un determinato mezzo, soluzioni alternative poco impattanti dal punto di vista ambientale.
A cura di Jessika Pini