02. Consumi e imprese
Dal lato dell’Industria, il quadro di inizio 2023 è segnato da tendenze che vanno in direzione non omogenea. Sono in miglioramento le condizioni dal lato dell’offerta: le imprese industriali dichiarano di aver ricostituito livelli soddisfacenti di scorte di prodotti, in linea con quelli del periodo antecedente la pandemia, e l’attività si sta normalizzando anche nei settori più colpiti dalle tensioni sui mercati di approvvigionamento, come il comparto dell’automobile. Inoltre, la situazione è in miglioramento anche sul versante dei costi, dato il rientro delle quotazioni delle materie prime.
D’altra parte, alle migliori condizioni di offerta si contrappone una domanda a valle che si sta indebolendo, risentendo della contrazione del potere d’acquisto delle famiglie.
Nel complesso, la produzione industriale dei beni di consumo ha registrato nel trimestre febbraio-aprile una contrazione dell’1% rispetto al trimestre precedente, e del 4,1% rispetto allo stesso periodo del 2022. Le tendenze risultano differenziate tra i diversi comparti.
In particolare, nello stesso trimestre prosegue la ripresa dell’attività del comparto dell’abbigliamento, mentre si contrae la produzione industriale nel comparto della pelletteria: in entrambi i settori permane un elevato gap da colmare rispetto ai livelli di attività medi del periodo pre-pandemico.
Si contrae la produzione nel settore farmaceutico, dopo la forte crescita registrata nel 2022, che aveva portato l’attività del comparto su livelli ampiamente superiori a quelli del 2019.
Prosegue la contrazione dell’attività in alcuni settori che erano andati particolarmente bene nei mesi immediatamente successivi alla pandemia, come i mobili, i prodotti per la cura della casa e il settore alimentare, che registra volumi di produzione in discesa ormai dall’inizio dello scorso anno.
Infine, la produzione risulta in crescita nel settore dei prodotti per la cura della persona e dell’automobile, dopo le forti contrazioni registrate negli ultimi due anni.
Anche l’export di beni di consumo, dopo la crescita del 2022, ha segnato una contrazione nei primi tre mesi del 2023 (-3.9% rispetto al quarto trimestre del 2022), a causa del rallentamento della domanda internazionale.
Dalle indagini congiunturali condotte dall’Istat presso le imprese produttrici di beni di consumo emerge tuttavia un quadro che rimane moderatamente positivo. L’indicatore del clima di fiducia dell’industria dei beni di consumo si è leggermente contratto rispetto ai massimi di inizio 2022, mostrando tuttavia un calo molto meno marcato rispetto al complesso dell’industria manifatturiera. Anche gli indicatori relativi alle attese sugli ordinativi e sulla produzione per i prossimi mesi rimangono su livelli tutto sommato elevati. Guardando ai diversi settori, le attese rimangono ampiamente positive per l’industria dell’abbigliamento e dell’automobile, mentre risulta in deterioramento la confidence del comparto della pelletteria, dei mobili e degli apparecchi elettrici ad uso domestico. Infine, nonostante i livelli di attività in contrazione, rimane tutto sommato positiva la fiducia dell’industria alimentare.
Le prospettive restano ampiamente positive anche per le imprese dei servizi, specialmente per quelle legate alla filiera del turismo, che beneficiano ancora di una domanda particolarmente vivace da parte delle famiglie, data anche la ripresa degli arrivi di turisti dall’estero. Nel primo trimestre del 2023 il fatturato delle attività di alloggio e ristorazione è cresciuto dell’8.9% rispetto agli ultimi 3 mesi del 2022. Nel complesso, l’indicatore di fiducia delle imprese del turismo rimane su livelli molto elevati.
Infine, un aspetto importante delle survey presso le imprese è dato dalle attese circa l’evoluzione dei prezzi di vendita.
In particolare, se da una parte le attese circa il livello futuro dei prezzi dell’intero comparto manifatturiero si sono quasi riportate sui livelli del 2019, in alcuni comparti produttori di beni di consumo tale indicatore ha mostrato segnali di rientro più graduali. In particolare, le aspettative sui prezzi si mantengono su livelli elevati nel comparto dell’abbigliamento e della pelletteria. Le attese rimangono elevate anche per le imprese del commercio e del turismo.
D’altra parte, è anche possibile che alcune imprese stiano mantenendo prezzi più elevati al fine di ricostituire i margini di profitto, specialmente in quei comparti che non si sono ancora pienamente ripresi dalla contrazione dell’attività causata dalla pandemia.
Figura 3 - Produzione industriale dei beni di consumo / Figura 4 - Clima di fiducia imprese del turismoFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat, giugno 2023
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